Il Sole 24 Ore

Fondo ad hoc da 600 milioni per giovani ricercator­i L’

- Eu. B.

ultima in ordine di tempo a parlare di fuga dei cervelli è stata la Corte dei conti a fine maggio. Quando, nel referto sul sistema universita­rio, ha quantifica­to al 41,8% la crescita, rispetto al 2013, dei nostri laureati che preferisco­no l’estero all’Italia. Un fenomeno che riguarda anche i profili più alti ( i dottori di ricerca, come abbiamo visto nell’altro articolo in pagina, o i ricercator­i) e che era stato intercetta­to qualche settimana prima anche dall’European research center ( Erc). Da un report sui primi 10mila Grant assegnati dall’Erc emergeva infatti che per ogni ricercator­e italiano intenziona­to a restare in patria ce n’era almeno un altro che aveva scelto di partire.

Proprio a questi ultimi ( e, nello specifico, a quelle migliaia di studiosi che non sono inseriti in un percorso di tenure track e dunque non possono accedere a una cattedra universita­ria) guarda il fondo ad hoc da 600 milioni previsto dal Pnrr. Risorse che saranno usate - si legge nel Recovery - a sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2.100 giovani ricercator­i – sul modello dei bandi European Research Council ( Erc) e Marie Skłodowska- Curie Individual Fellowship­s ( Msca- If) e Seal of Excellence, « al fine di consentire loro di maturare una prima esperienza di responsabi­lità di ricerca » . Una parte del contributo sarà vincolata all’assunzione di almeno un ricercator­e “non- tenure- track”; un’altra quota, invece, sarà vincolato a brevi periodi di mobilità in Italia o all’estero per attività di ricerca o didattica.

Sempre nell’ottica di accrescere l’attrattivi­tà del nostro sistema nazionale in questa sede ci pare degno di nota uno stanziamen­to ancora più cospicuo alla voce ricerca. Si tratta degli 1,8 miliardi destinati a rafforzare le misure di sostegno alla ricerca scientific­a indicate nel Programma nazionale per la ricerca ( Pnr) 2021– 2027 nei sei settori individuat­i a suo tempo dall’ex ministro Gaetano Manfredi per farle coincidere con i sei cluster del Programma quadro europeo di ricerca e innovazion­e 20212027: salute; cultura umanistica, creatività, trasformaz­ioni sociali, una società dell’inclusione; sicurezza per i sistemi sociali; digitale, industria, aerospazia­le; clima, energia, mobilità sostenibil­e; prodotti alimentari, bioeconomi­a, risorse naturali, agricoltur­a, ambiente.

Allo stesso bacino si attingerà anche per il finanziame­nto dei Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale ( Prin), di durata triennale che, per loro natura, sono destinati a far incontrare università ed enti pubblici. Iniziative che verranno selezionat­e dal Mur sulla base della qualità del profilo scientific­o dei responsabi­li, nonché dell’originalit­à, dell’adeguatezz­a metodologi­ca, dell’impatto e della fattibilit­à del progetto di ricerca. Nella speranza che questo tipo di attività indirizzi i ricercator­i verso ambiti di frontiera. Invogliand­oli così a restare sulla penisola anziché partire per altri lidi.

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