Auto, ecco l’effetto Covid: le efficienze portano cassa e investimenti verdi
Per Alixpartners più debiti (+ 137 miliardi ) ma anche più cash (+ 151 miliardi)
L’industria dell’auto è riemersa meglio delle attese dalla traversata del deserto nell’anno e mezzo di pandemia. Da un punto di vista finanziario le case sono uscite sicuramente più indebitate (+ 137 miliardi di dollari) ma anche con una dote di cash ben maggiore grazie a un intenso lavoro sul contenimento dei costi e alla revisione chirurgica degli investimenti (+ 151 miliardi).
« Costruttori e fornitori, in particolare europei, sono riusciti a chiudere il 2020 contenendo i danni e anzi migliorando l'indebitamento netto che è complessivamente sceso di 14 e 6 miliardi di dollari rispettivamente, il che è di per sé un risultato » , commenta Dario Duse, managing director di AlixPartners e co- leader europeo del team Automotive and Industrial di AlixPartners, società di consulenza che ha presentato il suo diciottesimo Global Automotive Outlook.
In effetti si sta assistendo a un continuo rilancio della quota destinata a investimenti per lo sviluppo dell’auto elettrica, che nel 2030 a livello globale sarà quasi un terzo del parco circolante. L’ultima è stata GM, che in meno di un anno annoha ha alzato l’asticella da 20 a 35 miliardi. Il dato impressionante è che per il quinquennio 2020- 2024 le case avevano programmato investimenti per 234 miliardi di dollari. A un anno di distanza i miliardi sono diventati 330 (+ 41%), da impiegare entro il 2025.
E questo nonostante un costoso piano di riconversione delle fabbriche - circa il 25% dei 137 impianti europei - e investimenti miliardari nelle gigafactory per autoprodursi le batterie. In più cambierà la filosofia con cui si guida un’auto, meno proprietà, più formule di condivisione. Sul fronte macro ci aspetta un ritorno, non è ben chiaro quanto passeggero, dell’inflazione. Infine, non è terminata la celebre fase di deserto dei margini ( termine coniato proprio da AlixPartners), visto che il punto di pareggio per i veicoli elettrici si raggiungerà nel 2023 per le ammiraglie e soltanto cinque anni dopo per le medio- piccole. Pesa, infine, il forte aumento dei prezzi delle materie prime, con picchi di incremento oltre il 90% nel 2021, dai 1.800 dollari dell’anno scorso ai 3.600 di quest’anno e ai 3mila previsti per il 2022.
Le vendite mondiali di auto e veicoli leggeri, intanto, si assesteranno nel 2021 a 83 milioni, in netto recupero rispetto ai 77 milioni del 2020 (+ 8,5%), per poi raggiungere quota 94 milioni nel 2025, riportandosi così sui volumi del 2017. A tirare sarà soprattutto la Cina, in parte anche gli Usa. Mentre l’Europa non riuscirà a raggiungere i livelli precrisi neppure nel 2024. In Italia le vendite dovrebbero attestarsi a 1,7 milioni di veicoli nel 2021 ( 1,5 nel 2020) per poi salire a 1,9 milioni nel 2025, con quindi ancora sotto i valori pre- pandemia