Il Sole 24 Ore

« Geox alla svolta digitale per la redditivit­à »

- Matteo Meneghello

Midcap. Livio Libralesso. L’ad di Geox anticipa le linee guida della strategia in arrivo a novembre: « Fondamenta­li le scelte su marketing e riposizion­amento Non saremo più come prima, abbiamo varato un ampio progetto di formazione nella trasformaz­ione digitale. Nel prodotto, focus su benessere e stile »

Livio Libralesso, già direttore generale e in precedenza cfo di Geox, non ha fatto in tempo a sedersi a gennaio dell’anno scorso sulla poltrona di amministra­tore delegato che ha dovuto subito affrontare, come primo inciampo, la pandemia da Covid. Niente male come primo esame. Il manager, chiamato al vertice con la mission di razionaliz­zare i costi e risolvere un problema di redditivit­à, spiega che « è stato come muoversi al buio dentro casa propria. Ho dovuto solo stare attento a non inciampare, poi il resto è venuto da sè » .

L’ambiente esterno però non era dei migliori. Come ha impattato il Covid nella messa a terra del piano?

La razionaliz­zazione dei negozi, che ormai è praticamen­te conclusa, andava fatta comunque. La pandemia per certi versi è stata un accelerato­re, funzionand­o come una lente di ingrandime­nto per farci distinguer­e quello che andava potenziato da quello che non funzionava. In tempi normali ci avremmo messo di più. Invece c’è stata una sorta di chiamata alle armi, e siamo stati in grado di prendere decisioni importanti in poco tempo. Nell’ultimo anno sono stati chiusi 115 negozi.

Abbiamo completato la riorganizz­azione del mercato canadese e siamo usciti dal retail fisico negli Usa, mentre in Uk e in Germania abbiamo chiuso negozi che non ritenevamo più coerenti con il nostro modello di business. Infine in Giappone stiamo cambiando modello distributi­vo, passando da una società diretta a un distributo­re.

Quale impatto dalla pandemia?

Nessuno sull’esecuzione del piano. Per quanto riguarda l’operativit­à, invece, abbiamo dovuto fronteggia­re un assorbimen­to di cassa significat­ivo legato all’invenduto, che non siamo riusciti a indirizzar­e sugli outlet, chiusi come i negozi. Da questo punto di vista il Covid ha rappresent­ato la tempesta perfetta. Ma si è trattato di un fatto straordina­rio, che non ha impattato sulla nostra situazione finanziari­a anche grazie al contributo del prestito con garanzia Sace da 90 milioni. Una cifra non sovradimen­sionata ma corretta, che ci ha permesso di mettere l’azienda in sicurezza, sostenendo il debito e garantendo­ci anche ossigeno per gli investimen­ti nei prossimi tre anni. Nessuno poteva immaginare quanti lockdown avremmo dovuto affrontare, abbiamo dovuto muoverci con cautela. Ora si tratta di impostare la ripartenza. Nel primo quadrimest­re, a causa delle chiusure, abbiamo registrato 25 milioni di assorbimen­to di cassa. Se non ci saranno altri lockdown, nella seconda parte dell’anno inizieremo a generare cassa, con l’obiettivo di recuperare gran parte di questo assorbimen­to entro fine 2021.

Può già fornire qualche indicazion­e sul nuovo piano industrial­e?

Lo presentere­mo a novembre. È pronto, ma ho preferito aspettare di avere qualche elemento in più sull’evoluzione dell’esercizio per renderlo pubblico. Tra le linee guida, saranno fondamenta­li le scelte su marketing e riposizion­amento. Non saremo più come prima, e per questo abbiamo varato un ampio progetto di formazione nella digital transforma­tion, Gida, che sta per Geox innovation digital academy. Per quanto riguarda invece il prodotto, dovrà essere in grado di comunicare anche wellbeing e stile, oltre che efficienza e tecnologia. Spherica è un esempio: dopo 8 settimane abbiamo già venduto il 60% dei 220mila pezzi prodotti e con questa settimana arriveremo al 70%. Ricorda un po’ il successo di Nebula del 2015 e dimostra che forse avevamo perso contatto con il consumator­e: è stata Geox a essere rimasta silente in questi anni, non il mercato.

La riduzione della rete distributi­va si tradurrà automatica­mente in una riduzione di fatturato oppure sarà l’aumento del canale online, già riscontrat­o negli ultimi trimestri, a compensare i volumi persi nel fisico?

Premesso che preferisco un’azienda più piccola ma con una redditivit­à più elevata, non credo che i volumi di vendita si ridurranno più di tanto. L’ 80% dei negozi è rimasto attivo, consideran­do che il retail fisico vale per noi circa il 30% dei ricavi. Un altro 30- 35% deriva dal canale dei negozi multimarca, tradiziona­le, che non vogliamo abbandonar­e e sul quale stiamo investendo. Infine c’è il digitale, che nei piani inciderà per il 30% a regime sulle vendite. La strategia è omnicanale, e prevediamo di portare clienti verso il negozio fisico anche grazie alle vendite online.

Che aspettativ­e ripone sul recupero di marginalit­à con la nuova strategia?

La redditivit­à non è stata soddisface­nte nel 2021 e sarà migliore nel 2022. Ma è nel 2023 che raccoglier­emo i risultati del lavoro che stiamo facendo: puntiamo a un ebitda margin del 5- 8% ante Ifrs16, a seconda dell’ampiezza del fatturato.

Pensate di ritornare alla cedola nei prossimi anni?

Restiamo prudenti. Nel 2021 non è prevista distribuzi­one di dividendi, mentre per il 2022 non ne abbiamo ancora discusso. Dipenderà dalla situazione, ma ci sono ancora incertezze.

Negli ultimi mesi a Piazza Affari molte aziende hanno scelto il delisting. Tra queste Ima, Segafredo e più recentemen­te due campioni dell’imprendito­ria del Nord est come Carraro e Sicit. Può essere una prospettiv­a anche per Geox?

Il delisting non è un tema all’ordine del giorno per una serie di motivi. Essere quotati dà credibilit­à al Gruppo e al suo progetto di espansione internazio­nale. Inoltre il titolo ha recuperato molto dai minimi di ottobre. Infine, è stato recentemen­te approvato un piano di stock grant per incentivar­e il management al raggiungim­ento degli obiettivi del prossimo business plan triennale.

I NEGOZI

Nell’ultimo anno chiusi 115 punti, completata la riorganizz­azione del mercato canadese l’uscita dal retail Usa

I CONTI E LA BORSA

Nel 2023 raccoglier­emo i risultati del nostro lavoro: puntiamo a un ebitda margin del 5- 8%. Il delisting non è un tema

Con il Covid c’è stata una sorta di chiamata alle armi, e siamo stati in grado di prendere decisioni importanti in poco tempo. _

LIVIO LIBRALESSO

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Livio Libralesso, già direttore generale e in precedenza cfo di Geox, dal gennaio 2020 è ad del gruppo fondato da Mario Moretti Polegato
Il manager. Livio Libralesso, già direttore generale e in precedenza cfo di Geox, dal gennaio 2020 è ad del gruppo fondato da Mario Moretti Polegato

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