Ora sulle facciate convengono di più altre detrazioni
Con il taglio da 90 a 60% pesa la concorrenza di ecobonus e bonus del 50%
Ultimo giro di giostra per il bonus facciate. L’agevolazione dedicata al recupero e al restauro delle pareti esterne si avvia – per effetto della legge di Bilancio 2022 – a chiudere il suo percorso alla fine dell’anno appena iniziato. Questo ultimo giro, però, rischia di avere pochi passeggeri a bordo. Perché la detrazione – per le spese sostenute dal 1° gennaio scorso – ha visto diminuire la percentuale dal 90% al 60 per cento.
Insomma: nel 2020 e 2021 quello riservato alle facciate era il bonus più conveniente dopo il 110%; quest’anno, invece, subisce una durissima concorrenza da parte di altri sconti fiscali, a partire dall’ecobonus per gli edifici condominiali ma, in qualche caso, anche del semplice bonus ristrutturazioni al 50 per cento.
Il boom del 90%
La storia recente del bonus facciate dice che, in qualche caso, era addirittura diventato un’alternativa al superbonus. Rispetto al 110% aveva due vantaggi: l’assenza di tetti di spesa e la notevole semplicità degli adempimenti. Non richiedeva, infatti, visti e asseverazioni di congruità, almeno prima dell’arrivo del decreto Antifrodi ( Dl 157/ 2021, in vigore dal 12 novembre scorso). E i numeri testimoniano questo successo. I dati delle Entrate dicono che a fine settembre il totale di cessioni e sconti in fattura relativi al bonus facciate aveva toccato i 5,2 miliardi di euro, dietro soltanto al superbonus, a quota 6,5 miliardi. Proprio questa sua notevole semplicità lo ha, però, reso anche uno degli sconti gettonati sul fronte delle frodi: operazioni nelle quali fatture collegate a lavori mai realizzati vengono cedute e convertite in moneta fiscale, potendo poi circolare liberamente ( si veda la pagina seguente).
Si spiega anche così l’intervento della legge di Bilancio 2022 che, nel disegnare la programmazione delle detrazioni fiscali per la casa per i prossimi anni, ha dato meno spazio al bonus facciate.
I lavori del 2022
Numeri alla mano, allora, il nuovo bonus al 60% rischia di avviarsi all’estinzione già nel corso di quest’anno. Di fatto, chi si trova oggi a programmare un intervento sulla facciata ha a disposizione diverse alternative più convenienti.
Quando si vuole realizzare un cappotto termico o una coibentazione, c’è l’ecobonus, che richiede gli stessi adempimenti ( pratica all’Enea e rispetto del Dm Requisiti) ma ha percentuali più vantaggiose rispetto al 60%: la coibentazione con l’ecobonus ha il 65% “di base”, ma in condominio – se interessa almeno il 25% dell’involucro dell’edificio – viene premiata con il 70%, che sale al 75% se si raggiungono determinati livelli di prestazione energetica invernale ed estiva. Inoltre, l’ecobonus non ha i vincoli legati all’ubicazione dell’edificio in zona urbanistica A o B e si applica anche a facciate interne, lastrici solari e tetti.
L’accesso a questi sconti rende possibile valutare l’alternativa della combinazione di eco e sismabonus: migliorando anche la classe di rischio sismico di uno o due livelli è possibile, infatti, portare l’intero intervento in
L’agevolazione sulle coibentazioni parte già dal 65% mentre quella per i lavori in edilizia libera può evitare l’asseverazione
detrazione all’ 80 o all’ 85 per cento. Anche se, arrivati a questo punto, parliamo di lavori molto più invasivi rispetto al semplice bonus facciate.
Da considerare anche i massimali di spesa: il bonus facciate non ha limiti, ma è pur sempre soggetto alla congruità della spesa ( in caso di cessione o sconto in fattura e, comunque, in tutti i casi in cui si esegue un intervento soggetto al Dm Requisiti).
Pulitura e tinteggiatura
Il bonus facciate agevola anche lavori di semplice pulitura, tinteggiatura e altri interventi non influenti dal punto di vista termico ( restauro di balconi e cornicioni, interventi sull’intonaco entro il 10% della superficie disperdente totale). Per questi lavori, con la detrazione ridotta al 60%, anche il semplice bonus ristrutturazioni del 50% rischia di tornare piuttosto competitivo.
In caso di cessione e sconto in fattura, infatti, il bonus facciate dovrà passare sempre dall’asseverazione dei prezzi e dal visto di conformità: due adempimenti i cui costi possono pesare, soprattutto per lavori più piccoli. Il bonus ristrutturazioni, invece, può evitare questi adempimenti per tutti gli interventi di importo complessivo non superiore a 10mila euro e per i lavori che ricadano in edilizia libera ( come la manutenzione ordinaria di una facciata, detraibile al 50% solo per interventi su parti comuni).
Il bonus facciate, comunque, resta una detrazione Irpef/ Ires applicabile a edifici di qualsiasi categoria catastale ( come l’ecobonus). Il bonus ristrutturazioni, invece, è detrazione Irpef limitata in linea di principio al residenziale.