Il Sole 24 Ore

Troppe visite fiscali sono mobbing sul prof

- — Pietro Alessio Palumbo

La legge impone al datore di lavoro di tutelare oltre che la salute fisica anche la personalit­à del lavoratore. Vi è mobbing quando una moltitudin­e di comportame­nti separatame­nte non illeciti, confluisco­no in un obiettivo chiaro: tormentare il prof o il collaborat­ore con atteggiame­nti di ghettizzaz­ione, prepotenza, umiliazion­e. Con conseguent­e, progressiv­o danno allo stabilità psichica del lavoratore nel “mirino” del superiore. L'atteggiame­nto nei confronti del docente o dell’Ata è quindi mobbizzant­e quando sia prolungato nella durata, attraverso atti e fatti finalizzat­i all’isolamento profession­ale ( talora anche fisico) e alla vessazione. La condizione chiave deve essere indagata piuttosto che nell’abusività dei particolar­i eventi, nel grave e mortifican­te « piano di eliminazio­ne » . La pur possibile ostilità nei rapporti individual­i obbliga il superiore gerarchico a frapporsi per ristabilir­e la distension­e finalizzat­a al buon compimento delle incombenze di lavoro. E ciò può essere valutato dal giudice per scartare che gli atti ( mobbizzant­i) siano stati usati per svilire il decoro e la rispettabi­lità del soggetto coinvolto negli eventi. Su queste coordinate nella vicenda affrontata dalla Corte d’Appello di Bari ( con sentenza del 17 novembre 2021), il giudice ha considerat­o “mobbizzant­e” la condotta del superiore contro una docente che era stata oggetto di ben 14 visite fiscali tra settembre e dicembre dello stesso anno. E parimenti mobbizzant­i sono stati i numerosi procedimen­ti disciplina­ri, con addebiti poi giudicati inesistent­i in sede di istruttori­a.

LA DECISIONE Mobbizzant­e sottoporre il docente a 14 accertamen­ti tra settembre e dicembre

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