Salvini: i leader nel governo Letta apre, accordo di tutti
Il segretario della Lega evoca un rimpasto dopo l’elezione del Capo dello Stato Il leader Pd: « Serve un nuovo patto di governo. Mattarella bis? Certo, sarebbe il massimo »
« Una volta eletto il presidente della Repubblica bisognerà riflettere sulla natura del governo, bisognerebbe mettere in campo tutte le energie migliori possibili da parte di tutti i partiti, gli assi di briscola. Tutti, nessuno escluso. Sicuramente un governo debole fino a marzo 2023 non fa un buon servizio agli italiani » . Nell’incertezza che ancora regna sulla strada del Quirinale Matteo Salvini una cosa intanto l’ha chiarita negli ultimi giorni, dopo vari retroscena che lo davano con un piede sull’uscio della larga maggioranza di governo per inseguire l’alleata Giorgia Meloni nelle vaste praterie dell’opposizione: di uscire il leader della Lega non ne ha alcuna intenzione, altro che maggioranza Ursula M5s- PdFi vagheggiata da qualcuno a sinistra. Anzi, lungi dal far uscire la Lega, Salvini pensa piuttosto di entrare in prima persona: « Io nel governo? Ne parliamo più avanti, io non sono uso ritrarmi dalle mie responsabilità » , dice nel salotto televisivo di Bruno Vespa.
La rincorsa dei voti con Fratelli d’Italia, dunque, Salvini vuole farla ma dalla postazione del governo. Non a caso il 7 gennaio scorso una nota della Lega ricordava che con Salvini nel Conte 1 il partito ha raggiunto il suo massimo storico ( 34% alle europee del 2019). Fonti della Lega specificano che la proposta Salvini vale « indipendentemente da chi sarà il prossimo Capo dello Stato » . È però chiaro che un rimpasto siffatto, con un rinnovato patto tra tutti i partiti, sarebbe politicamente più facile da portare a termine se Mario Draghi dovesse lasciare Palazzo Chigi per il Quirinale. Ma sulla soluzione Draghi restano al momento tutte le perplessità di Salvini, a differenza di Meloni e del leader del Pd Enrico Letta: « Penso che molti italiani, me compreso, avrebbero piacere che Draghi continuasse il ruolo di presidente del Consiglio di garanzia, in Italia e in Europa. Se si toglie il tassello più importante di questo governo non so come ne usciremo. Di tutto c’è bisogno tranne che di confusione » .
Le parole sul governo fanno tuttavia capire che l’opzione Draghi, nei contatti informali tra i leader, è in campo e che la trattativa sia appunto sulla formula e il raggio d’azione dell’esecutivo che dovesse sostituire quello attuale. Né è sfuggito ieri in Senato il colloquio di Salvini con lo stesso Draghi a margine della commemorazione del presidente dell’Europarlamento David Sassoli improvvisamente scomparso ( un vero e proprio incontro ci sarà nei prossimi giorni anche per parlare di cari energia, fanno sapere dalla Lega).
Sulla strada di Draghi, così come di una qualsiasi candidatura largamente condivisa, resta intanto lo scoglio del “candidato” Silvio Berlusconi. Tutti gli alleati, a cominciare proprio da Salvini che rischia di restare bloccato nella trattativa con gli altri leader, auspicano il passo indietro. Ma l’anziano leader di Forza Italia non sembra pensarci: ieri pomeriggio, appena arrivato nella Capitale, ha subito riunito lo stato maggiore del partito assicurando di avere i numeri per spuntarla alla quarta votazione. Se si dovesse arrivare a quel punto, è la risposta di Pd e M5s, non è esclusa l’uscita dall’Aula ( l’alternativa è la scheda bianca). Intanto il segretario dem Letta non chiude alla proposta di Salvini del “governo dei leader” ( « il patto di governo deve trovare nuove energia, è chiaro a tutti che in queste ultime settimane ci sia fatica » ) , denuncia il tentativo di Berlusconi di accaparrarsi i voti ( « sta chiamando anche i parlamentari del Pd » ) e rilancia la suggestione del Mattarella bis sempre presente trasversalmente tra i parlamentari: « Una nuova elezione di Sergio Mattarella al Quirinale sarebbe il massimo, ovviamente » .
Intanto slitta da domani a sabato la riunione congiunta tra gruppi parlamentari e direzione del Pd, e di conseguenza slitta alla prossima settimana il vertice del centrodestra inizialmente fissato a venerdì. È come se l’improvvisa scomparsa di Sassoli avesse suggerito ai partiti un sovrappiù di riflessione per arrivare a una soluzione che eviti il tutti contro tutti.
TRATTATIVE Al Senato breve colloquio tra Draghi e Salvini. Letta: parlamentari Pd contattati da Berlusconi