Il Sole 24 Ore

L’ipotesi di prorogatio sul tavolo del Quirinale

- Di Lina Palmerini

Cosa succede se entro il 3 febbraio – data di scadenza del settennato – non è stato ancora eletto un nuovo capo dello Stato? Viste le complicazi­oni politiche e l’avanzare dei contagi che potrebbero rallentare il voto, se ne discute in modo più pressante. Tra l’altro, sarebbe un inedito. Le ipotesi che indicano i costituzio­nalisti sono due: o la supplenza della seconda carica dello Stato - ossia della presidente del Senato Casellati - oppure la proroga dei poteri di

Mattarella per consentire alle Camere di arrivare a eleggere il successore.

La questione è all'esame del Quirinale, come confermano nell'entourage del capo dello Stato, ma non è stata ancora presa una decisione definitiva anche se l'orientamen­to prevalente dei costituzio­nalisti è a favore dell’istituto della prorogatio. Tra questi, per esempio, Elia, Paladin, Rescigno mentre altri la escludono e tra loro il più illustre tra i citati è Mortati che ne dava un carattere di assoluta eccezional­ità. « Ma siamo davanti a un unicum che non era sotto gli occhi di Mortati » , spiega il costituzio­nalista Francesco Clementi che invece riporta un caso simile. « Si racconta che quando Saragat vide che le votazioni su Leone andavano per le lunghe e data l'imminente fine del suo mandato, chiese agli uffici del Colle un parere su quale fosse l'opzione coerente con la Costituzio­ne e le cronache raccontano che optò per la prorogatio anche se poi non ce ne fu bisogno » . Dello stesso avviso anche Massimo Luciani, professore e presidente emerito dell'associazio­ne costituzio­nalisti che qualche giorno fa sull'Huffington è stato netto: « Se si dovesse andare oltre il 3 febbraio, ritengo ci sarebbe la naturale prorogatio dei poteri » . Qual è il punto? Che la supplenza finora è scattata con le dimissioni del presidente o per un impediment­o a esercitare le sue funzioni, per esempio per motivi di salute come accadde a Segni. Non sarebbe però questa la circostanz­a, nel senso che se entro il 3 non ci fosse un nuovo presidente, la responsabi­lità sarebbe solo del Parlamento. « Questo sposta l'ago della bilancia sulla proroga perchè non ci sarebbe un impediment­o legato a Mattarella » , spiega Clementi. Più controvers­a è la questione per il costituzio­nalista Francesco Saverio Marini: anche lui indica le due strade che apre la Costituzio­ne ma sostiene che « la scadenza del mandato potrebbe rientrare tra i casi in cui il capo dello Stato non possa adempiere le sue funzioni » . C’è, infine, l’ipotesi che Mattarella decida di dimettersi facendo scattare la supplenza ma appare lontana. Sarebbe uno schiaffo a un Parlamento in affanno.

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