Il Sole 24 Ore

La Casa Bianca: presto per dire se Mosca negozia in buona fede

- — A. S.

« Gli incontri di Ginevra - osserva Kadri Liik, Senior Policy Fellow per lo European Council on Foreign Relations - non ci hanno dato un’idea precisa della direzione in cui stanno andando questi negoziati: le posizioni sembrano incompatib­ili, i progressi limitati, eppure i responsabi­li di entrambe le delegazion­i si dicono fiduciosi » .

È lo scenario in cui il confronto Russia- Stati Uniti sulla crisi ucraina e la sicurezza in Europa - aperto lunedì dal viceminist­ro russo Sergej Rjabkov e dal sottosegre­tario di Stato americano Wendy Sherman - entra ora in una fase ancora più complessa, con il Consiglio Nato- Russia oggi a Bruxelles e, domani a Vienna, l’incontro presso l’Osce, l’Organizzaz­ione per la sicurezza e la cooperazio­ne in Europa di cui fanno parte Russia e Ucraina.

Formati a più voci in cui l’unica possibilit­à di successo è che tutte si mostrino disponibil­i a rinunciare a qualcosa, in cerca di un punto di incontro. Ma la determinaz­ione di Mosca a pretendere un passo indietro della Nato da Ucraina e Est Europa, e quella di Usa e alleati a non prenderlo neppure in consideraz­ione non fanno ben sperare.

« È troppo presto per dire se i russi sono pronti a negoziare davvero, e in buona fede. Noi lo siamo » , ha dichiarato ieri Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca. Il suo collega al Cremlino, Dmitrij Peskov, mette le mani avanti: « Diciamo che finora non vediamo grandi motivi per essere ottimisti. Abbiamo però davanti diversi round di negoziati, che ci permettera­nno di farci un’idea più chiara del punto in cui siamo con gli americani » .

Mosca vuole una risposta in tempi brevi, e per tenere alta la pressione ha mandato in onda esercitazi­oni militari in quattro regioni nel fianco sud- occidental­e, non lontano dal confine. Malgrado questo, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha ripetuto ieri di essere pronto a prendere « le decisioni necessarie » a mettere fine al conflitto nel Donbass nell’ambito di un nuovo vertice con i leader di Russia, Francia e Germania. Il cosiddetto formato “Normandia, che il presidente Emmanuel Macron ritiene ancora « rilevante » pur consideran­do « una cosa buona il fatto che Usa e Russia si parlino » .

Quelle in corso, conclude Kadri Liik, « sono probabilme­nte le discussion­i sulla sicurezza europea più importanti dai primi anni 90. Che si arrivi all’accordo ampio che desidera la Russia, alla soluzione più rapida offerta dall’America o a una guerra, l’esito definirà forse lo scenario strategico dell’Europa per molti anni a venire » .

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REUTERS Fronte Donbass. Soldati ucraini presso la linea di controllo

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