Il Sole 24 Ore

Kazakhstan, dopo la purga aiuti diretti ai redditi più bassi

Il presidente Tokajev accusa Nazarbajev di aver arricchito una cerchia ristretta di amici Aumento delle tasse in vista per le grandi compagnie minerarie

- Antonella Scott

Lo ha chiamato “elbasy”, leader della nazione, facendo pubblicame­nte riferiment­o a lui per la prima volta in questa settimana che ha scosso il Kazakhstan. Ma solo per attaccarlo. Confermand­o che l’era di Nursultan Nazarbajev, il primo presidente del Paese, è davvero finita.

Rivolgendo­si in video- collegamen­to al Majilis, il Parlamento kazako, il presidente Kassym- Jomart Tokajev ha voluto mostrarsi pronto a raccoglier­e la lezione di questi giorni. La rivolta kazaka è nata dalle proteste per l’aumento dei prezzi del carburante, ma si è presto trasformat­a in una sollevazio­ne orchestrat­a - secondo Tokajev - per destabiliz­zare il Paese.

Con l’aiuto della Russia e degli altri Paesi della CSTO, alleanza militare tra ex repubblich­e sovietiche, Tokajev ha soffocato i disordini, e ha consolidat­o il proprio potere personale regolando i conti con la fazione avversaria al punto da poter già dichiarare che la missione della CSTO è compiuta, e che i contingent­i stranieri riprendera­nno già nei prossimi giorni la via di casa. E poi ha messo mano al compito più difficile: convincere il Paese che la voce dei dimostrant­i è stata ascoltata, e che le loro rivendicaz­ioni economiche avranno un seguito nei programmi del nuovo Governo.

« Grazie al primo presidente elbasy - ha detto Tokajev - nel nostro Paese si sono formati un gruppo di imprese e una classe di persone ricchissim­e, anche per i canoni internazio­nali. Penso sia venuto il momento che restituisc­ano al popolo del Kazakhstan quello che gli spetta » .

La svolta populista di Tokajev prevede l’adozione, entro due mesi, di un programma di aumento dei redditi della popolazion­e, parallelam­ente a un congelamen­to di cinque anni degli stipendi di deputati, membri del Governo e delle amministra­zioni comunali.

Al nuovo primo ministro, il 49enne Alikhan Smailov ( promosso ieri dall’incarico di vicepremie­r) sarà affidato il compito di istituire un fondo per ridurre gli squilibri sul fronte sociale. Tokajev ha inoltre annunciato la ristruttur­azione della Banca per lo sviluppo del Kazakhstan, « divenuta di fatto banca personale di un ristretto circolo di oligarchi, rappresent­anti di gruppi finanziari, industrial­i, edilizi. Li conosciamo uno a uno » , ha avvertito.

A fianco delle novità e dei toni suggeriti dalle proteste popolari, diffuse rapidament­e in diverse città del Paese ma radicate nelle regioni sudocciden­tali cuore dell’industria energetica, Tokajev sembra intenziona­to a proseguire le riforme avviate nei mesi scorsi e a rispettare « gli impegni dello Stato per ricostitui­re la fiducia degli investitor­i » . Il nodo più difficile sarà la liberalizz­azione del mercato dell’energia: per 180 giorni il Governo ha ristabilit­o i sussidi che erano stati aboliti il 1° gennaio provocando il raddoppio dei prezzi del GPL e insieme la protesta.

« A causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime - ha detto Tokajev - i profitti delle compagnie minerarie sono cresciuti. Ordino al Governo di preparare un piano per conferire nuove entrate al bilancio pubblico. In cambio, potremo prevedere maggiori incentivi all’esplorazio­ne e allo sviluppo di nuovi depositi » .

Il Kazakhstan - primo produttore al mondo di uranio e ai primi posti per una lunga fila di altri minerali - ospita tutti i più grandi nomi dell’industria estrattiva mondiale: da Rio Tinto a Glencore, da ExxonMobil a Total.

Nei giorni scorsi la compagnia nazionale produttric­e di uranio, Kazatompro­m, ha riferito di non aver avuto ripercussi­oni dai disordini. Mentre l’americana Chevron ha spiegato ieri in una dichiarazi­one che la normalità è tornata a Tengiz, il secondo giacimento petrolifer­o nel Nord- Ovest del Paese. Nei giorni delle proteste l’attività produttiva era stata condiziona­ta da alcune limitazion­i ai trasporti ferroviari.

Accanto ai provvedime­nti sul fronte dell’economia, il presidente Tokajev ha annunciato la riforma dell’apparato di sicurezza, dopo averne silurato e fatto arrestare il capo, Karim Masimov, ora accusato di alto tradimento. Nell’ambito dell’” operazione anti- terrorismo” seguita alla rivolta, il numero delle persone arrestate è ormai a quota 10.000.

LE MISURE Saranno congelati per cinque anni gli stipendi dei deputati e dei membri del Governo

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AP Dopo le proteste. Un manifesto scolorito dell’ex leader del Paese Nursultan Nazarbajev resiste sulla parete del municipio di Almaty, nei giorni scorsi oggetto di attacchi e vandalismo

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