Recovery, richieste per 912 milioni di euro al Fondo 394 di Simest
Alfonso: « Lo strumento sosterrà la riconversione in chiave green e digitale »
Sono oltre 6.400, per un controvalore pari a 912,7 milioni di euro, le richieste di accesso arrivate nel corso del 2021 al Fondo 394 per l’internazionalizzazione gestito da Simest in convenzione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale che è stato rifinanziato dal Recovery Plan con 1,2 miliardi di euro e che ha riaperto i battenti a fine ottobre. È questa la fotografia aggiornata dello strumento che offre un assist alle Pmi, con un focus sulla transizione ecologica e digitale e con un’attenzione particolare al Mezzogiorno in considerazione della previsione del 40% della dotazione totale da destinare al Sud ( 480 milioni) e della possibilità per le aziende con almeno una sede operativa nel Mezzogiorno di poter beneficiare di una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 40 per cento. E i numeri sull’andamento nel 2021, forniti dalla società presieduta da Pasquale Salzano e guidata da Mauro Alfonso, segnalano che, rispetto alle domande registrate finora, il 70% è arrivato dalle Regioni del Nord Italia ( 4881 richieste per 655,2 milioni di euro) e il restante 30% da quelle del Sud ( 1.972 richieste per 257,5 milioni di euro).
Quanto al futuro, il Fondo acquisirà carattere strutturale grazie al finanziamento contenuto nell’ultima legge di bilancio che ha previsto una dote annua di 1,5 miliardi di euro dal 2022 al 2026: nel complesso 7,5 miliardi di euro che, aggiunti agli ultimi due anni di operatività della società, portano il totale delle risorse da gestire a circa 16 miliardi, con un salto dimensionale notevole rispetto a passato ( basti considerar eche, nel2019, l’asticellaera l’asticella era ferma a 400 milioni di erogato). « Il Fondo 394 sarà sempre più uno strumento flessibile di politica economica per la riconversione del sistema produttivo nazionale verso la digitalizzazione e la sostenibilità - spiega al Sole 24 Ore l’ad di Simest, Mauro Alfonso - e rappresenterà quindi per le aziende italiane un fattore di vantaggio nella competizione globale che sarà sempre più basata su questi due trend di sviluppo » .
Tornando allo stanziamento previsto da Pnrr, va ricordato che il rifinanziamento, insieme alla previsione di un target di 4mila imprese da coprire entro lo scorso 31 dicembre, era incluso tra i 51 obiettivi da centrare per fine 2021 per assicurarsi la prima rata del Pnrr. Target ampiamente raggiunto come ha ricordato ieri anche il Maeci dando conto del fatto che, lo scorso 29 dicembre, il comitato interministeriale che amministra il fondo, presieduto da Lorenzo Angeloni, direttore generale per la promozione del sistema Paese della Farnesina, ha deliberato la concessione di finanziamenti a 5.224 pmi per 753 milioni di valore.
La ripartizione tra le tre tipologie di finanziamento è la seguente: 2.536 domande per la partecipazione a fiere e mostre ( per un controvalore di 184,4 milioni), 2.111 per la transizione ecologica e digitale ( 476,7 milioni) e 1.806 per lo sviluppo dell’e- commerce ( 251,6 milioni). Rispetto ai mercati di sbocco, invece, il grosso delle domande ( 6.023) ha riguardato l’Unione Europea.