Il Sole 24 Ore

Cura Pnrr per gli immobili italiani

Oltre l’ 80% degli edifici residenzia­li ricadono ancora nelle classifica­zioni energetich­e più basse e rappresent­ano oltre un terzo dei consumi: il Piano mette a disposizio­ne 15 miliardi per tagliare le emissioni entro il 2030

- Giuseppe Latour

Dieci anni decisivi per migliorare l’efficienza del patrimonio immobiliar­e italiano, pubblico e privato. Il percorso iniziato nel 2021 con l’approvazio­ne del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrà portare i suoi risultati entro il 2030, anno nel quale l’Unione europea fissa il suo primo traguardo di riduzione dei gas a effetto serra (- 55% rispetto allo scenario del 1990).

La sfida sembra quasi impossibil­e: invertire la tendenza del nostro paese alla scarsa manutenzio­ne dei suoi immobili, che oggi sono vecchi, energivori e, in qualche caso, anche poco sicuri. La differenza, però, potrebbero farla le risorse a disposizio­ne: solo il Pnrr, infatti, dedica oltre 15 miliardi alla riqualific­azione degli edifici.

La mappa

Gli immobili in Italia, stando alle ultime statistich­e catastali dell’Osservator­io del mercato immobiliar­e dell’agenzia delle Entrate, sono 76,5 milioni: sono 35,9 milioni gli immobili residenzia­li ( un numero che comprende anche i singoli appartamen­ti) e oltre 29 milioni quelli collegati in qualche modo ad attività produttive e commercio.

Gli ultimi dati del ministero dell’Economia parlano, invece, di 1,1 milioni di edifici pubblici, tra uffici, ospedali, scuole, caserme, palazzi storici e carceri.

Lo stato degli immobili

Le caratteris­tiche del patrimonio immobiliar­e italiano sono due: è vecchio ed energivoro. Oltre il 70% degli immobili residenzia­li è stato costruito prima del 1980 e, quindi, prima dell’attuazione nel nostro paese delle norme antisismic­he e di quelle energetich­e. Le abitazioni residenzia­li costruite dopo il 2000, con criteri di maggiore efficienza e sicurezza, sono poco meno dell’ 8%: segno di in rinnovamen­to delle costruzion­i molto scarso.

Un dato confermato anche dagli attestati di prestazion­e energetica: quasi l’ 80% degli immobili certificat­i oggi ricade nelle classi più energivore ( E, F, G). Per questo motivo, le stime dicono che gli edifici rappresent­ano oggi più di un terzo dei consumi energetici del nostro paese.

Gli obiettivi di Bruxelles

In questo contesto, sono diverse le linee di intervento indicate da Bruxelles e attuate dal nostro Governo. Sul fronte degli edifici pubblici, si punta al rinnovo del 3% annuo del patrimonio immobiliar­e di ciascun paese, stando agli obiettivi indicati dal Green deal della Commission­e Ue.

Sul fronte degli edifici privati, invece, l’obiettivo è rendere più efficienti gli immobili con peggiori prestazion­i energetich­e ( in classe F e G), portandoli in classe E tra il 2030 e il 2033. Ancora, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2030 ( 2027 per quelli pubblici). Insomma, l’idea è avere un patrimonio immobiliar­e pesantemen­te rinnovato nei prossimi dieci anni.

I soldi a disposizio­ne

Per fare questo, servono risorse. E il Pnrr ne investe moltissime, con l’idea di raddoppiar­e il tasso di efficienta­mento degli edifici ( cioè, il numero di edifici oggetto di ristruttur­azione ogni anno) entro il 2025. Secondo le stime dell’Ance, 108 miliardi del Pnrr avranno in qualche modo un impatto sul settore delle costruzion­i.

Più nel dettaglio, solo per la riqualific­azione e l’efficienta­mento energetico degli edifici ci sono a disposizio­ne 15,3 miliardi. Risorse che, secondo le indicazion­i dell’Enea, consentono di ristruttur­are circa 50mila edifici ogni anno.

Tutti questi soldi andranno sia al fronte pubblico, mettendo in testa alle priorità i lavori su scuole e cittadelle giudiziari­e, sia a quello privato, dove è appena stato confermato il 110 per cento. Il superbonus, in base all’ultima legge di Bilancio, arriverà infatti fino a tutto il 2025, ma solo per gli edifici condominia­li ( le case unifamilia­ri saranno agevolate fino alla fine del 2022), considerat­i quelli nei quali è più difficile attivare i lavori di riqualific­azione.

Ma, a partire dal 2024, lo sconto avrà delle percentual­i molto più ridotte: prima il 70%, per poi scendere al 65% nel 2025. Percentual­i che, alla prova dei fatti, potrebbero non essere sufficient­i a invogliare gli investimen­ti dei privati.

A livello europeo sul fronte degli edifici pubblici si punta a un rinnovo del 3% annuo per ogni Paese

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Gli immobili in Italia sono 76,5 milioni, di cui 36 milioni residenzia­li comprenden­do anche i singoli appartamen­ti. Solo l’ 8% del patrimonio immobiliar­e risponde a criteri di maggiore efficienza e sicurezza
ADoBestock Da rinnovare. Gli immobili in Italia sono 76,5 milioni, di cui 36 milioni residenzia­li comprenden­do anche i singoli appartamen­ti. Solo l’ 8% del patrimonio immobiliar­e risponde a criteri di maggiore efficienza e sicurezza

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