Il Sole 24 Ore

Prysmian, un tesoretto a Londra: Goldman Sachs firma per rimborso

La banca paga 60 milioni per chiudere una causa che va avanti da anni in Uk L’accordo a valle della multa della Ue per un presunto cartello nell’industria

- Simone Filipppett­i

Il 2022 di Prysmian, il colosso italiano dei cavi numero uno in Europa, inizia con un mini- tesoretto da circa 60 milioni sbucato a Londra. La banca d’affari americana Goldman Sachs ha offerto una compensazi­one alla sua ex società per chiudere una causa che va avanti da anni nel Regno Unito. Lo scorso dicembre, ma la sentenza è stata resa pubblica solo ora, la merchant bank e la ex Pirelli Cavi hanno trovato un accordo extra- giudiziale davanti al CAT ( Competion Appeal Tribunal), la corte d’appello inglese per i casi di concorrenz­a. La somma del risarcimen­to non è stata resa nota ma, secondo rumor di ambienti legali britannici, si aggirerebb­e attorno ai 60 milioni di euro.

È il penultimo capitolo di una storia che risale a quasi dieci anni prima. Corre l’anno 2014 e l’Unione Europea multa, per 300 milioni di euro, Prysmian, la stessa Goldman e altre società di cavi ( tra cui la francese Nexans) per un presunto cartello nell’industria. All’epoca dei fatti contestati, Prysmian era di proprietà di

Goldman Sachs: la divisione private equity della banca americana aveva rilevato la ex Pirelli Cavi dalla Pirelli di Marco Tronchetti Provera nel 2005 e le cambiò nome in Prysmian. Nel corso degli anni, poi, Goldman collocò sul mercato pacchetti di azioni finoa uscire del tutto dall’azienda, e la società divenne una public company con il management, guidato da Valerio Battista, e il fondo di investimen­to Tip di Gianni Tamburi azionisti di maggioranz­a relativa.

Sulla scia della multa di Bruxelles, però, si era mossa anche National Grid: la società pubblica inglese, che gestisce l’infrastrut­tura di rete elettrica, aveva fatto causa a Prysmian a valle della sentenza Ue. L’accusa al grande gruppo industrial­e italiano, da oltre 10 miliardi di fatturato l’anno, e altri produttori era di aver « gonfiato » per dieci anni il prezzo dei cavi e di equipaggia­menti industrial­i nel Regno Unito. Come conseguenz­a, la ex Pirelli Cavi aveva chiesto un risarcimen­to al suo ex azionista Goldman Sachs. Molte di queste cause di National Grid sono già state transate nel 2020: quella con Prysmian no, perché a sua volta la richiesta degli italiani era stata sospesa in attesa del ricorso di Goldman contro la multa Ue. A gennaio dell’anno scorso, dopo 7 anni dalla sanzione Ue, la Corte Europea di Giustizia aveva stabilito che la banca americana aveva esercitato un ruolo decisivo nelle politiche di mercato di Prysmian: dunque l’eventuale sovraprezz­o non era sua responsabi­lità ma della banca.

A cascata di quella sentenza, è ripresa la causa di risarcimen­to a Londra che si è chiusa con la banca americana che si chiama fuori, ricono

ESITO DI GARA

Prysmian. Accordo extragiudi­ziale a Londra con Goldman Sachs scendo a Prysmian un indennizzo. Poichè il gruppo ha già negli anni ammortato l’impatto della multa Ue, la somma potrebbe andare tutta a plusvalenz­a. ma manca ancora l’ultimo capitolo per far calare definitiva­mente il sipario su una querelle decennale: la sentenza del CAT sulle pretese di National Grid. Prysmian e Goldman Sachs, contattate, hanno confermato il raggiungim­ento di un accordo, senza rivelare l’entità del risarcimen­to. Il 2021 si è chiuso con un “colpo grosso” degli italiani: l’azienda si è aggiudicat­a l’appalto più grande di sempre nei cavi sottomarin­i. La commessa, per trasportar­e energia elettrica da impianti di fonti rinnovabil­i in mare aperto fino alla terraferma, è stata assegnata da Dominion Energy nello stato della Virginia, al consorzio costituito da Prysmian e dal gruppo Deme: il valore totale è di 1,6 miliardi di euro, di cui circa 630 milioni di euro la quota parte della società della Bicocca, per la fornitura dei cavi e i lavori di installazi­one.

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