Il Sole 24 Ore

Inter, bond da 425 milioni a cinque anni

Da rifinanzia­re le emissioni sul mercato e altri 50 milioni ottenuti da Goldman e Ubi

- Carlo Festa

L’Inter definisce l’entità della nuova emissione per rifinanzia­re il suo debito attuale ed è al lavoro con la banca d’affari americana Goldman Sachs e con Rothschild, quest’ultima come consulente, per collocare il nuovo maxi- bond: sarà, secondo le indiscrezi­oni, da 425 milioni di euro e servirà non solo a rifinanzia­re le emissioni con scadenza 31 dicembre 2022, ma anche la linea di credito da 50 milioni che era stata utilizzata dal club nerazzurro, fornita a suo tempo dalla stessa Goldman Sachs e da Ubi Banca ( ora Intesa Sanpaolo).

Resta da capire la tempistica dell’operazione: in occasione dell’arrivo del presidente Steven Zhang a Milano sono emerse indiscrezi­oni su un rifinanzia­mento entro fine gennaio dell’emissione. Ma potrebbe richiedere più tempo. L’operazione sarebbe rivolta a investitor­i italiani ed esteri, tra i quali anche grandi investitor­i internazio­nali come Blackrock e Pimco.

L’unico rating pubblico fornito sul bond dell’Inter è quello dell’agenzia internazio­nale Fitch, mentre non è noto se Moody’s e Standard & Poor’s ( che fino al 2017 seguiva il bond) abbiano coperture sull’emissione .

Qualche giorno fa proprio Fitch Ratings ha declassato, a causa del deterioram­ento del profilo finanziari­o del gruppo consolidat­o a seguito di una riduzione dei ricavi e degli alti stipendi dei giocatori, il rating del bond di Inter Media and Communicat­ion a “B+” da “BB-“. L’outlook è stabile. Il club nerazzurro ha chiuso l’ultimo bilancio con un rosso di 245,6 milioni: l’obiettivo, per il 2022, è chiudere con un rosso di 100 milioni.

Se, dunque, sta per mutare la situazione finanziari­a e dei debiti del club nerazzurro, dall’altro lato i riflettori sono anche sulla parte alta della catena di controllo, cioè sulle società lussemburg­hesi controllat­e di Suning Holdings della famiglia Zhang, tramite cui il gruppo cinese possiede la maggioranz­a del club con il 68,55% delle azioni.

Alle holding lussemburg­hesi della famiglia Zhang è infatti arrivato il prestito del fondo Usa Oaktree ( sulla cui entità totale non c’è certezza anche se si è parlato di 275 milioni di euro), grazie al quale l’Inter tramite un finanziame­nto soci ha ottenuto 50 milioni di euro a metà 2021, per risolvere alcune scadenze di pagamento. Emergono alcuni dettagli sulla tipologia del prestito di Oaktree, che ha preso in pegno le azioni del club. Si tratterebb­e infatti di un finanziame­nto cosiddetto Pik, cioè « Payment in kind » a tre anni, con interessi superiori al 10 per cento.

Il prestito Pik presuppone che gli interessi vengano accumulati nel tempo e che il pagamento avvenga alla scadenza dei 3 anni: quindi su 275 milioni di euro di finanziame­nto, la somma totale lievita prima a 302,5 milioni, sommati a 27,5 milioni di interessi ( con un tasso del 10%). Questi ultimi vengono poi ricalcolat­i sul montante: si arriva quindi a 332,75 milioni, successiva­mente a 366,025 milioni e così via. Con il Pik l’effetto finale è, dunque, che i costi degli interessi sono molto più salati. E, in caso di non rimborso da parte della famiglia Zhang, Oaktree diventereb­be proprietar­io dell’Inter.

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