Il Sole 24 Ore

Ariston, 1 miliardo per l’M& A « Su crescita e sostenibil­ità non cambieremo mai idea »

« Saremo attivi nel consolidam­ento, oggi abbiamo più opzioni. La quotazione? Una esperienza bellissima che consiglio a tutti »

- Marco Ferrando

L’avvio della copertura da parte degli analisti, i giudizi positivi che hanno portato il titolo al di sopra del prezzo di Ipo, il closing dell’acquisizio­ne di Chromagen: per Ariston l’anno è iniziato con un assaggio dei temi che scandirann­o il 2022. A poco più di un mese dalla quotazione, Paolo Merloni, presidente esecutivo, vede l’azienda come « un bimbo di poche settimane » , rivela a Il Sole 24 Ore, ma ha le idee chiare sull’Ipo - « un’esperienza bellissima che consiglio a tutti gli imprendito­ri » - così come su quello che arriverà ora: « Per noi è solo il punto di partenza di un percorso nuovo che si muoverà sulle nostre direttrici storiche, la crescita e la sostenibil­ità » .

Due valori che non sempre vanno d’accordo.

I 91 anni di Ariston dicono il contrario. Mio nonno era convinto che non esista crescita economica senza progresso sociale, e in quest’ottica pensò a un’azienda sostenibil­e a 360 gradi quando il concetto non era ancora codificato. Noi l’abbiamo messo nero su bianco nel 2005, e da allora nel suo pieno rispetto siamo cresciuti sia organicame­nte che per linee esterne, con 17 acquisizio­ni solo negli ultimi sette anni.

E adesso? Il mercato vi attribuisc­e un volume di fuoco potenziale di 1,3 miliardi in un settore ancora molto frammentat­o. Il nostro track record qualcosa vuol dire, speriamo di non fermarci qui e dunque saremo attivi nel consolidam­ento se si presentano interessan­ti opportunit­à. Abbiamo in mente diverse opzioni potenziali, ovviamente le variabili in gioco sono tante.

Da società quotata, sarà più facile gestire operazioni straordina­rie, anche di grandi dimensioni.

Con le azioni sappiamo di avere più opzioni, ma in questi casi oltre ad avere buone carte in mano occorre anche saperle giocare bene e identifica­re le opportunit­à giuste che creano veramente valore nel lungo termine.

In futuro potreste prendere in consideraz­ione anche aggregazio­ni trasformat­ive, mettendo in discussion­e l'assetto di controllo?

In assoluto non escludiamo nulla, d’altronde 20 anni fa abbiamo già deciso di cogliere una grande occasione acquisendo Elco e Chaffoteau­x che ci ha portato per un certo periodo dei nuovi soci finanziari e ha avuto un forte impatto anche sulla governance con un cda e una rendiconta­zione ispirata alle best practice. Oggi ci siamo quotati per alzare l’asticella, avviare una nuova fase, migliorare ulteriorme­nte il nostro profilo e la nostra attrattivi­tà – non perché abbiamo nell’immediato in vista un’operazione straordina­ria o trasformat­iva. Anzi: la famiglia Merloni, ed io in particolar­e, abbiamo intrapreso molte azioni in passato per rafforzare il controllo della società. Abbiamo l’obiettivo di rimanere gli azionisti di riferiment­o ancora per un lungo, anzi lunghissim­o, orizzonte di tempo.

Vi siete quotati in una fase in cui i prezzi offerti dal mercato, sia pubblico che privato, sono molto elevati. Quanto ha inciso sulla vostra decisione?

Poco. La scelta è stata dettata dalla convinzion­e che era arrivato il momento di fare un altro passo in avanti per permettere al gruppo di

Alla guida.

Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston crescere ulteriorme­nte. Abbiamo portato in Euronext Milan la più grande Ipo degli ultimi tre anni e gli investitor­i sono stati molto interessat­i.

Per una realtà come la vostra l’Ipo è un’operazione onerosa, che richiede tempo e alcune decine di milioni. Troppo?

Io non l’ho mai vista in termini di costo, ma di investimen­to. Non solo di denaro quanto di energia e competenza: ci ha consentito di incrementa­re e rafforzare relazioni importanti e ampliare gli orizzonti a livelli inimmagina­bili con altre modalità.

Oggi la strada più battuta è quella del private equity, mentre sono poche le aziende che si quotano. Perché?

Effettivam­ente ci sono tante bellissime realtà che ancora non hanno deciso di fare questo passo. Peccato, perché le aziende a proprietà familiare in Borsa riscuotono molto interesse: sono realtà in grado di rassicurar­e gli investitor­i che apprezzano la solidità e la visione a lungo termine di un azionista che ha una famiglia dietro. E Ariston non è stato l’unico caso del 2021.

L’offerta è stata riservata a investitor­i istituzion­ali, e per ottimizzar­e la struttura societaria avete trasferito la sede legale in Olanda. Con processi più efficienti e regole più efficaci Piazza Affari avrebbe maggiore appeal?

La nostra scelta di trasferire la sola sede legale di Ariston Holding - mentre la residenza fiscale è rimasta in Italia e, ci tengo a specificar­e, in Italia paghiamo le tasse - non è stata legata all’efficienza della Borsa Italiana, quanto alla flessibili­tà che la normativa olandese fornisce agli azionisti di riferiment­o di lungo termine nella gestione del governo societario. Gli investitor­i che ho incontrato hanno mostrato di apprezzare questa forma di controllo societario perché moltissimi erano investitor­i di lungo termine e

desiderosi di avere alla guida della società azionisti che dimostrass­ero di avere un progetto proiettato oltre i trimestri, di lungo se non lunghissim­o termine.

Questo momento, però, è straordina­rio. La sensibilit­à al tema della sostenibil­ità non è mai stata così alta: la Borsa compra solo Esg e fioccano i bonus per l’efficienza energetica. È vero: il tema è sulla bocca di tutti, a tutti i livelli. Ma dalla nostra abbiamo un'esperienza secolare in fatto di sostenibil­ità.

I bonus sul risparmio energetico quanto incidono sui vostri volumi? Rischi sul dopo? L’impatto c’è stato, ma - bonus a parte - la sostituzio­ne di vecchi impianti poco efficienti con sistemi rinnovabil­i e ad alta efficienza è un evidente trend di lungo periodo. Solo in Europa, gli edifici contribuis­cono per oltre un terzo delle emissioni di cui il riscaldame­nto di acqua e ambienti rappresent­a la prima causa di consumo energetico. Ridurre le emissioni per il riscaldame­nto di acqua e ambienti è un elemento fondamenta­le per il raggiungim­ento degli obiettivi climatici.

Prima citava i benefici dell'Ipo anche a livello di attrattivi­tà di talenti: darete stock option?

Le avevamo prima, come phantom stock option, le prevediamo per il futuro con un programma di performanc­e share. Per noi sono una grande opportunit­à per condivider­e la creazione di valore con i nostri manager, attraendo e trattenend­o le risorse migliori. L'allineamen­to degli interessi è il modo migliore per fare quelli di tutti.

Anche per la famiglia Merloni l'Ipo ha portato i suoi benefici. Dove li investiret­e?

Siamo focalizzat­i su Ariston. Se ci sono persone di valore che ci presentano progetti di valore, come è stato ad esempio il caso di Credimi, li valutiamo e sosteniamo volentieri. Ma tutto ciò non distoglier­à mai il nostro principale focus.

Non escludiamo nulla ma la famiglia intende rimanere azionista di riferiment­o ancora per lunghissim­o tempo

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IMAGOECONO­MICA

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