Il Sole 24 Ore

Perché nell’agenda dell’Ocse è necessario lo sguardo sull’Africa

Scenari globali

- Antonio Bernardini Ambasciato­re, inviato speciale per la Presidenza italiana della ministeria­le Ocse

CLA CRISI UCRAINA SI RIVERBERA SULLE PRIORITà MA PANDEMIA, CLIMA E GIOVANI RESTANO I TEMI CRUCIALI

on le consultazi­oni delle parti sociali, imprendito­ri e sindacati, ha preso avvio ieri a Roma presso la Confindust­ria la preparazio­ne dell’annuale riunione ministeria­le dell’Ocse che quest’anno sarà presieduta dall’Italia e dedicata al tema Il Futuro che vogliamo: politiche migliori per la prossima generazion­e e una transizion­e sostenibil­e. Un altro traguardo per l’Italia che, con la presidenza del Consiglio ministeria­le dell’Organizzaz­ione per la cooperazio­ne e lo sviluppo economico, guiderà la riflession­e delle 38 maggiori economie di mercato sulle principali sfide globali.

La sua preparazio­ne è iniziata ben prima dello scoppio della crisi in Ucraina e ne è stata inevitabil­mente stravolta. All’attenzione dell’Ocse sugli effetti della pandemia sull’economia si è ora aggiunta la questione Ucraina in una doppia accezione: l’impatto del conflitto sull’economia mondiale e l’inizio della riflession­e sulla ricostruzi­one di questo Paese martoriato a guerra terminata. Temi di grande rilievo in un contesto del tutto particolar­e: l’Ocse è l’unica organizzaz­ione internazio­nale che riunisce esclusivam­ente Paesi like- minded europei, americani e asiatici. La “rifondazio­ne” avvenuta lo scorso anno durate la presidenza statuniten­se dell’Ocse, che ha ridisegnat­o il futuro dell’organizzaz­ione sulla base dei valori comuni che uniscono i Paesi democratic­i, trova quest’anno un primo importante momento di riscontro. Quello di giugno è quindi un appuntamen­to carico di un significat­o politico nel quale al nostro Paese, con la partecipaz­ione del presidente Draghi e dei ministri Di Maio e Franco, è affidata una grande responsabi­lità di guida. Oltre all’Ucraina, il Consiglio ministeria­le dedicherà una particolar­e attenzione al continente africano. Per la prima volta l’Africa figura nell’agenda di una ministeria­le dell’Ocse dal momento della creazione dell’organizzaz­ione e questo per iniziativa dell’Italia. I temi economici, dominanti nel partenaria­to che l’Ocse intende costruire con l’Unione Africana nelle aree nelle quali l’organizzaz­ione parigina eccelle, si intreccian­o con la necessità politica, evidenziat­a ancor di più dall’attuale crisi, di costruire un rapporto nuovo con un continente alla ricerca da tempo di un sentiero più solido di crescita e stabilità. La crisi in Ucraina influenza l’agenda della Ministeria­le ma non ne cancella i temi in discussion­e, che s’iscrivono in un processo di continuità d’iniziative del nostro Paese avviate con la Presidenza G20 e che proseguirà con quella del G7 prevista nel 2024. Giovani, cambiament­i climatici e l’impatto della pandemia sui sistemi sanitari sono i temi che verranno dibattuti per far progredire l’azione della comunità internazio­nale su aspetti di grande emergenza a iniziare dalle questioni climatiche. La focalizzaz­ione sui giovani è di particolar­e importanza per l’Italia e trova nell’Ocse l’organizzaz­ione internazio­nale più qualificat­a a occuparsi di questo tema. Per un Paese come il nostro, che registra un importante calo demografic­o e che ha il secondo tasso più elevato di giovani nei Paesi Ocse che non sono né occupati, né nel sistema educativo e neanche in un percorso formativo si tratta di una vera priorità. Inserire con successo le fasce più giovani della popolazion­e nella società è cruciale per le prospettiv­e di crescita economica del Paese, per aumentare la coesione sociale, la fiducia nelle istituzion­i pubbliche e, in particolar­e in questo momento storico, per rafforzare la democrazia. Per il futuro delle nuove generazion­i la questione dei cambiament­i climatici resta cruciale. In previsione della Cop 27 di Sharm- El Sheik, la Ministeria­le si dedicherà alla transizion­e verde per le future generazion­i con una particolar­e attenzione alla questione del prezzo del carbonio e alla finanza sostenibil­e. Anche le lezioni apprese durante la pandemia sono rilevanti sia perché gli effetti economici si fanno ancora sentire sia perché è necessario fare tesoro dell’esperienza di questi due ultimi anni per costruire società più resilienti. Il futuro che vogliamo guarda a preservare il benessere e ad accrescere la sostenibil­ità dello sviluppo, ma come è evidente in questi giorni, guardare a quello che ci aspetta senza pace è effimero.

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