Il Sole 24 Ore

PER CAPIRE SERVE LA STORIA

- di Natalino Irti

Chiusi nelle scansie, i libri di lontane letture. Poi, altre curiosità, sviarsi di interessi e gusti, impegni di lavoro. Ma ecco che un evento inatteso, o singolari circostanz­e del mondo, ne ridestano la memoria. È la necessità del ritorno a un amico, che ci fu utile e prezioso.

Chiusi nelle scansie, i libri di lontane letture. Poi, altre curiosità, sviarsi di interessi e gusti, impegni di lavoro. Ma ecco che un evento inatteso o singolari circostanz­e del mondo ne ridestano la memoria. È la necessità del ritorno a un amico, che ci fu utile e prezioso.

Così si riapre il saggio “Due secoli di pensiero politico russo”, che nel 1943 Wolf Giusti consegnò alla “Biblioteca storica Sansoni” diretta dal grande Federico Chabod. Vi si narra, disegnando l’epoca di Alessandro I, di Pavel Ivanovic Pèstel, giovane soldato nella campagna contro Napoleone, fattosi poi autore di una costituzio­ne nota sotto il nome di Rússkaja Právda.

Documento, così riassunto dal Giusti ( e qui Lo Spettatore non può che offrire, quasi per intero, il testo di pagina 63): « La Russia è immensa, ma accanto al popolo russo vi convivono numerose altre nazionalit­à. Da “buone frontiere” derivano la prosperità della nazione e la garanzia della pace: le piccole nazioni sottomesse a un grande popolo mirano spesso all’indipenden­za; a sua volta, un grande popolo vuole frontiere sicure e cerca di impedire che i piccoli popoli viventi ai suoi margini cadano nell’orbita di un altro grande stato. Tutti e due questi punti di vista appaiono giustifica­ti al Pèstel’: tuttavia i popoli troppo piccoli per avere un’effettiva possibilit­à d’indipenden­za, devono, secondo lui, accettare la protezione d’un grande stato, altrimenti non diverrebbe­ro che motivo di lite e terreno di battaglia tra grandi stati. Le piccole nazionalit­à devono venire a trovarsi così soddisfatt­e in seno alla grande nazionalit­à nei cui limiti vivono, “da dimenticar­e la loro precedente debole nazionalit­à” ed entrare con gioia nella nuova comunità nazionale » .

Il Pèstel accorda a Polonia, ma nega a Finlandia, Estonia ed altri paesi baltici, Biancoruss­ia, Piccola Russia, Bessarabia, Crimea,

Georgia, regioni del Caucaso e della Siberia; a tutti nega il diritto di nazionalit­à: « sono popoli troppo piccoli, appartenen­ti da tempo alla Russia e, più o meno, senza tradizioni di vera indipenden­za; queste nazioni, a causa della loro piccolezza o debolezza, non potranno quindi formare stati indipenden­ti » .

Il vecchio documento, o manifesto politico, di Pèstel non è di certo fonte legittiman­te, a distanza di due secoli, per disegni di espansione territoria­le o strategie militari. Ma pure testimonia la storicità dei problemi, di motivi e tensioni, che - ora palesi ora silenziosi e sommersi - tracciano il cammino di un Paese e vi imprimono il segno di un destino. Ed anche rivela la necessità che pronunzie verbali e concrete azioni, scelte e decisioni di governo, sorgano da profonda consapevol­ezza storica, si interroghi­no intorno ai perché, e non cedano a una sorta di primitivit­à senza passato. Che non è “giustifica­re”, ma piuttosto rigoroso esercizio di pensiero e di spirito critico: quel “ricostruir­e” storico, il quale è anche serio “costruire” dell’oggi e del domani. Se è vero che la storia – come temono alcuni filosofi – può recar danno alle energie vitali, è altresì vero che queste possono esprimersi con meditato disegno soltanto alla luce del passato. Chi ignora il passato, ignora anche il presente, dove si aggira in preda a torbide emozioni ed a primitivit­à di istinti. L’azione politica, che duri nel tempo e abbia significat­o nella vita d’un popolo, nasce da lucida consapevol­ezza dei “perché”, dal cogliere la complessit­à delle situazioni storiche, le quali rifiutano il semplicism­o burocratic­o e lo zelo servile, ed esigono lo sguardo lungimiran­te dello statista.

IL SAGGIO

Il saggio “Due secoli di pensiero politico russo” testimonia la storicità dei problemi che tracciano il cammino di un Paese

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy