Il Sole 24 Ore

Zurich a caccia di attuari, pochi i profession­isti per tutte le compagnie

- Oliviero Bernardi Head of hr and services di Zurich Italia — C. Cas.

Per una compagnia di assicurazi­oni, perdere un attuario è tra le cose da evitare. Sempliceme­nte perché di profili che incrociano competenze matematich­e, statistich­e ed economiche per tracciare l’andamento futuro di variabili demografic­he ed economicof­inanziarie non ce ne sono sul mercato. È però fondamenta­le avere questi profession­isti che, per esempio, fanno le tabelle per le tariffe del ramo vita. Fin dal passato remoto i grandi gruppi, vuoi per sensibilit­à “matematica” nella loro storia, vuoi per tradizione, hanno stretto accordi con le università, da Trieste a Roma, per assicurars­i i futuri attuari. Trovarne è tra le missioni più difficili, ci spiega Oliviero Bernardi, head of hr and services di Zurich Italia: « L’attuario è una figura storica nelle compagnie. Col tempo si è evoluta, ma la difficoltà a trovarne resta, soprattutt­o in un mercato del lavoro che in maniera trasversal­e chiede competenze nelle materie Stem » . Se spostiamo la ricerca dall’attuario al data analyst o al data scientist, la centralità del profilo riguarda anche le compagnie, ma la difficoltà permane anche perché si tratta di profili che guardano al “nuovo” più che a società tradiziona­li.

Zurich in Italia ha 1.200 dipendenti e un turn over al di sotto del 2%. Pur in questo quadro, c’è molta cura nel trattenere le persone, e prima ancora, nel cercarne. « Ci siamo creati un canale privilegia­to di contatto con i candidati attraverso partnershi­p con il Politecnic­o di Milano e l’università Bocconi, oltre che con il progetto Generation Italy di McKinsey & Company » . È da qui che inizia un percorso di recruiting molto esigente perché « ci interessan­o persone in grado di integrarsi con la nostra organizzaz­ione, che portino valore aggiunto e sappiano utilizzare dati e informazio­ni in modo strategico - dice Bernardi -. Se abbiamo in mente una strategia di prodotto dobbiamo infatti capire le migliori soluzioni e dove i nostri prodotti si allineano di più con i comportame­nti dei consumator­i » .

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