Il Sole 24 Ore

Il ritorno del vimini in nuove declinazio­ni, e non solo per l’outdoor

- — Angelo Sarasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il vimini, la fibra naturale ottenuta dall’albero del salice, da un utilizzo prettament­e agricolo e rurale, è tornato a essere uno dei materiali preferiti dai designer, specialmen­te nella creazione di mobili destinati a un impiego primaveril­e ed estivo per l’outdoor. Ultimament­e, però, anche le stanze della casa che non hanno un’esposizion­e verso l’esterno, contengono spesso elementi ottenuti con questa tecnica che permette varietà negli intrecci, nei disegni, nei dettagli e nelle forme. Le qualità artigianal­i richieste sono molto elevate per comporre le trame e garantire durata. L’obiettivo è creare mobili che trasmettan­o una sensazione di accoglienz­a e calore, magari speziandol­a con un pizzico di “esotismo coloniale” che di recente non pare annoiare più: in un certo qual modo si tratta di pezzi unici, visto che lo spessore, la tonalità del colore non può oggettivam­ente mai essere la stessa e anche le imperfezio­ni contribuis­cono alla bellezza. Adolf Loos, maestro del modernismo austriaco, fu tra i primi a esaltare il vimini così come la paglia di Vienna.

Le seggiole restano l’elemento di arredo più sensibile al vimini. Anche perché sono innumerevo­li le possibilit­à di interazion­e con altri elementi naturali. Ad esempio, Vimini by Red Edition è una seduta vintage coi braccioli e il cuscino in pelle o tessuto, dove l’utilizzo della fibra del salice si contamina col rovere naturale, mentre il sedile è in schiuma ( prezzo 670 euro). Un abbinament­o assai riuscito è anche quello con l’acciaio. La sedia MR disegnata da Ludwig Mies van der Rohe è tornata di gran moda. Presenta un telaio a slitta dalla conformazi­one tubolare caratteriz­zato da un sedile e schienale monoblocco in vimini intrecciat­o a mano, assai fluido nella forma e soprattutt­o nella sua ergonomia struttural­e ( 360 euro).

Il designer Alain Gilles ha firmato la collezione Basket per Vincent Sheppard che spazia dai sofà ai letti, sino ai tavoli, sovvertend­o così molti dei luoghi comuni che riguardano questa fibra. Bottega Intreccio è un brand italiano che ama sperimenta­re con successo l’impiego del vimini, tramite atelier diffusi nel territorio marchigian­o. Ecco, dunque, Silene, la poltrona in cui la figura geometrica del cerchio si moltiplica in onde concentric­he all’interno di uno spazio tridimensi­onale: in questa composizio­ne materica, il lavoro di ordito si traduce in un’alchimia davvero ricca, la seduta in vimini si adagia su una struttura portante in metallo piuttosto leggera. Oltre che nella colorazion­e naturale, questo modello viene presentato anche in una versione verde giada ( prezzo 3.745 euro). Dala è invece una linea del marchio Dedon che realizza con fibre naturali, tra le quali appunto il vimini, svariati prodotti da esterno e interno, quali Lantern- M, una lampada che sfoggia varie cromature, e presenta un intreccio davvero complesso: la si può portare comodament­e con sé prendendol­a per il manico ( 530 euro).

Ha un approccio modernista anche la collezione Vimini che Patricia Urquiola ha realizzato per Kettal, dalle sedie ai tavolini sino alle poltrone, rivolta principalm­ente al giardino, ma molto accoglient­e anche in un interno luminoso. In particolar­e, il tavolo è stato disegnato sia per stare in una posizione angolare che centrale, variando a seconda dei casi le proprie dimensioni, mentre la forma assomiglia a una nuvola ( prezzo 979 euro).

 ?? ??
 ?? ?? Reinterpre­tato.
A lato, la seduta Silene di Angeletti Ruzza per Bottega Intreccio; sotto, tavolino della collezione Vimini disegnato da Patricia Urquiola per Kettal
Reinterpre­tato. A lato, la seduta Silene di Angeletti Ruzza per Bottega Intreccio; sotto, tavolino della collezione Vimini disegnato da Patricia Urquiola per Kettal

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy