Il ritorno del vimini in nuove declinazioni, e non solo per l’outdoor
Il vimini, la fibra naturale ottenuta dall’albero del salice, da un utilizzo prettamente agricolo e rurale, è tornato a essere uno dei materiali preferiti dai designer, specialmente nella creazione di mobili destinati a un impiego primaverile ed estivo per l’outdoor. Ultimamente, però, anche le stanze della casa che non hanno un’esposizione verso l’esterno, contengono spesso elementi ottenuti con questa tecnica che permette varietà negli intrecci, nei disegni, nei dettagli e nelle forme. Le qualità artigianali richieste sono molto elevate per comporre le trame e garantire durata. L’obiettivo è creare mobili che trasmettano una sensazione di accoglienza e calore, magari speziandola con un pizzico di “esotismo coloniale” che di recente non pare annoiare più: in un certo qual modo si tratta di pezzi unici, visto che lo spessore, la tonalità del colore non può oggettivamente mai essere la stessa e anche le imperfezioni contribuiscono alla bellezza. Adolf Loos, maestro del modernismo austriaco, fu tra i primi a esaltare il vimini così come la paglia di Vienna.
Le seggiole restano l’elemento di arredo più sensibile al vimini. Anche perché sono innumerevoli le possibilità di interazione con altri elementi naturali. Ad esempio, Vimini by Red Edition è una seduta vintage coi braccioli e il cuscino in pelle o tessuto, dove l’utilizzo della fibra del salice si contamina col rovere naturale, mentre il sedile è in schiuma ( prezzo 670 euro). Un abbinamento assai riuscito è anche quello con l’acciaio. La sedia MR disegnata da Ludwig Mies van der Rohe è tornata di gran moda. Presenta un telaio a slitta dalla conformazione tubolare caratterizzato da un sedile e schienale monoblocco in vimini intrecciato a mano, assai fluido nella forma e soprattutto nella sua ergonomia strutturale ( 360 euro).
Il designer Alain Gilles ha firmato la collezione Basket per Vincent Sheppard che spazia dai sofà ai letti, sino ai tavoli, sovvertendo così molti dei luoghi comuni che riguardano questa fibra. Bottega Intreccio è un brand italiano che ama sperimentare con successo l’impiego del vimini, tramite atelier diffusi nel territorio marchigiano. Ecco, dunque, Silene, la poltrona in cui la figura geometrica del cerchio si moltiplica in onde concentriche all’interno di uno spazio tridimensionale: in questa composizione materica, il lavoro di ordito si traduce in un’alchimia davvero ricca, la seduta in vimini si adagia su una struttura portante in metallo piuttosto leggera. Oltre che nella colorazione naturale, questo modello viene presentato anche in una versione verde giada ( prezzo 3.745 euro). Dala è invece una linea del marchio Dedon che realizza con fibre naturali, tra le quali appunto il vimini, svariati prodotti da esterno e interno, quali Lantern- M, una lampada che sfoggia varie cromature, e presenta un intreccio davvero complesso: la si può portare comodamente con sé prendendola per il manico ( 530 euro).
Ha un approccio modernista anche la collezione Vimini che Patricia Urquiola ha realizzato per Kettal, dalle sedie ai tavolini sino alle poltrone, rivolta principalmente al giardino, ma molto accogliente anche in un interno luminoso. In particolare, il tavolo è stato disegnato sia per stare in una posizione angolare che centrale, variando a seconda dei casi le proprie dimensioni, mentre la forma assomiglia a una nuvola ( prezzo 979 euro).