Rigassificatori, in arrivo i commissari straordinari
Energia. Cingolani: « Norma cruciale sugli impianti galleggianti » . Poteri sostitutivi dello Stato per accelerare la definizione delle aree idonee sugli impianti green. Deroghe alle centrali a carbone
Con un occhio alla necessità di velocizzare l’affrancamento dal gas russo, il governo accelera, da un lato, sull’installazione di nuovi impianti di rigassificazione galleggianti come anticipato da questo giornale ( si veda il Sole 24 Ore del 20 aprile), e prova altresì a dare un’ulteriore sterzata alla realizzazione di nuovi impianti rinnovabili con un nuovo pacchetto di semplificazioni tese « a rendere più semplici e compatte le procedure di impatto ambientale e paesaggistico in modo da accelerare i tempi di autorizzazione » , annuncia in conferenza stampa il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Che lavora a un piano per l’indipendenza dal gas russo, la cui ufficializzazione avverrà a breve e imperniato su più assi: nuovi accordi su gas e Gnl con fornitori alternativi a Mosca ( dall’Algeria al Congo), sprint sulle rinnovabili elettriche, risparmio di un grado di temperatura sul riscaldamento ( a partire dalla Pa) e sviluppo di biogas e biocarburanti. « La campagna di diversificazione sarà in grado di rimpiazzare il gas russo dalla seconda metà del 2024 » , ribadisce il ministro.
il capitolo rigassificatori
Tornando al decreto, nella bozza circolata ieri, si prevede innanzitutto la nomina di commissari straordinari per accelerare la messa in pista dei nuovi rigassificatori galleggianti ( Fsru) previsti dal governo. « Una norma cruciale » , commenta Cingolani. Per sveltire l’iter delle nuove Fsru - una sarà installata a inizio dal 2023, l’altra alla fine dello stesso anno, precisa Cingolani -, l’autorizzazione, attualmente rilasciata a seguito di procedimento unico con decreto interministeriale, sarà invece concessa dal commissario con un iter molto più rapido ( 120 giorni anziché i 200 previsti dal decreto 159 del 2007).
in arrivo nuove semplificazioni
Per accelerare la costruzione nuovi impianti rinnovabili, nella bozza all’esame ieri del Cdm si affida poi al ministero per gli Affari regionali un’azione di impulso sulle Regioni chiamate a mettere a punto, entro fine giugno, i criteri per l’individuazione delle aree idonee alle Fer e, in caso di inadempienza, si prevede l’attivazione dei poteri sostitutivi dello Stato. Inoltre, il nuovo Dl amplia il perimetro delle zone in cui si potranno realizzare le nuove installazioni green, in attesa della definizione delle aree idonee, includendo tutte quelle non interessate dalla presenza di beni sottoposti a tutela né ricadenti nella fascia di rispetto: vale a dire, per gli impianti fotovoltaici a mille metri dal perimetri beni protetti e per quelli eolici l’area del cerchio con raggio pari alla misura di 30 volte l’altezza massima di ciascun aerogeneratore o comunque di raggio non inferiore ai 3mila metri. Inoltre, si estende la previsione di iter autorizzativi ridotti di un terzo anche per le infrastrutture elettriche di connessione agli impianti green e di quelle necessarie per lo sviluppo della rete nazionale.
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, il ministero della Cultura dovrà poi definire criteri uniformi di valutazione dei progetti di impianti green per facilitare la conclusione dei procedimenti e dovrà evidenziare, in caso di valutazione negativa, « la sussistenza di stringenti, comprovate e puntuali esigenze di tutela degli interessi culturali e paesaggistici » .
È poi previsto che, laddove i progetti di nuovi impianti green siano sottoposti a valutazioni di impatto ambientale di competenza statale, le eventuali deliberazioni del Cdm adottate su decisione del presidente del Consiglio in presenza di valutazioni contrastanti tra amministrazioni sostituiscano il provvedimento di Via e confluiscano nel procedimento autorizzatorio unico, che andranno concluse entro i 60 giorni successivi. Semplificato inoltre l’iter per ammodernare gli impianti esistenti ( basterà la denuncia di inizio attività).
deroga alle centrali a carbone
È prevista, infine, la deroga per le centrali a carbone al fine di massimizzare il funzionamento dei 4 impianti ( Fusina, Torrevaldaliga e Brindisi di Enel, Monfalcone di A2A) ancora accesi. « Li utilizzeremo ragionevolmente per 18 mesi, al massimo due anni. Speriamo meno, dipenderà dall’emergenza gas » , precisa Cingolani. La deroga durerà sei mesi e, alla scadenza, qualora permanga la situazione di eccezionalità, i gestori comunicheranno all’autorità competenze le nuove deroghe necessarie che non potranno andare oltre i 6 mesi dalla notifica.
Per agevolare le nuove installazioni verdi, il ministero della Cultura dovrà definire criteri uniformi di valutazione