Strategia per il lavoro: prima aiuti e poi il tavolo per le misure strutturali
L’incontro con i leader di Cgil, Cisl e Uil che chiedono più risorse
Con le parti sociali si profila da parte del Governo un intervento in due tempi: nell’immediato nel decreto aiuti per affrontare l’emergenza con misure a sostegno di famiglie e imprese, poi uno più strutturale nell’ambito dei tavoli annunciati dal premier Draghi con imprese e sindacati.
È questo lo schema illustrato ieri mattina dallo stesso Draghi, nell’incontro di circa un’ora a Palazzo Chigi - insieme ai ministri Daniele Franco ( Economia), Andrea Orlando ( Lavoro) e Giancarlo Giorgetti ( Sviluppo economico) - con i leader di Cgil, Cisl e Uil, che ha preceduto la cabina di regia e la riunione serale del consiglio dei ministri. I tre segretari generali, all’unisono hanno giudicato insufficiente la dote di 6- 7 miliardi annunciata in mattinata dal governo nel Dl aiuti, sollecitando un nuovo scostamento di bilancio per reperire più risorse. « Il governo ha detto di condividere la priorità da noi indicata - ha spiegato al termine dell’incontro il leader della Cgil, Maurizio Landini -, di tutelare il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni. Sospendiamo il giudizio in attesa di vedere l’intervento » .
Il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra ha detto di « apprezzare moltissimo l’incontro per affrontare due questioni: come si sostiene l’emergenza sociale ed economica affrontando la salvaguardia del potere di acquisto di salari e pensioni; e come rendere permanente e strutturale il piano del confronto per riforme investimenti » . Sbarra ha anche avanzato una proposta, per introdurre un « meccanismo di esenzione Iva negli acquisti effettuati per retribuzioni e pensioni entro una determinata soglia, con l’obiettivo di dare un sostegno a lavoratori e pensionati, spingendo i consumi senza impattare sul costo del lavoro » .
Diversamente dal precedente incontro di palazzo Chigi, su cui pesavano ancora le divisioni sindacali, legate allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil lo scorso 16 dicembre contro la manovra, ieri sembravano prevalere toni simili tra i tre segretari generali, considerando peraltro che il confronto è stato preceduto dalle manifestazioni unitarie del 1° maggio. « Direi che la notizia è che avete rivisto Cgil, Cisl e Uil insieme al tavolo » , ha sottolineato il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, « dopo le richieste fatte dai palchi del 1° maggio abbiamo ribadito necessità intervenire su salari, lavoro e pensioni per rispondere a inflazione e costo energia. Il governo ha recepito le richieste, vedremo che scelte farà » .
Sul lavoro i sindacati si sono detti favorevoli ad un intervento sotto forma di decontribuzione, taglio del cuneo fiscale o bonus. Sul capitolo pensioni hanno ribadito richieste come l’anticipo della rivalutazione degli assegni pensionistici, il rafforzamento della
Al capitolo pensioni ribadita la richiesta di anticipo della rivalutazione degli assegni
quattordicesima. Guardando alla “fase 2”, Confindustria preme per un ampio intervento di taglio fiscale del cuneo contributivo, un’operazione da 16 miliardi per due terzi a vantaggio dei lavoratori e per un terzo delle imprese ( in maniera inversa al peso del cuneo) con l’obiettivo di sostenere le retribuzioni e la competitività delle imprese. Per la copertura si guarda ai 38 miliardi di extragettito fiscale che lo Stato nel Def stima di incassare nel 2022. Alcune proposte sono state anticipate dal ministro Orlando, come la detassazione degli aumenti contrattuali - in passato bocciata dal Mef - e l’introduzione del salario minimo legale, anche attraverso l’estensione erga omnes dei trattamenti economici complessivi dei contratti considerati più rappresentativi nei diversi settori, proposta che ha lasciato fredde le parti sociali, sia pure con diversi accenti.