Il Sole 24 Ore

Strategia per il lavoro: prima aiuti e poi il tavolo per le misure struttural­i

L’incontro con i leader di Cgil, Cisl e Uil che chiedono più risorse

- Giorgio Pogliotti

Con le parti sociali si profila da parte del Governo un intervento in due tempi: nell’immediato nel decreto aiuti per affrontare l’emergenza con misure a sostegno di famiglie e imprese, poi uno più struttural­e nell’ambito dei tavoli annunciati dal premier Draghi con imprese e sindacati.

È questo lo schema illustrato ieri mattina dallo stesso Draghi, nell’incontro di circa un’ora a Palazzo Chigi - insieme ai ministri Daniele Franco ( Economia), Andrea Orlando ( Lavoro) e Giancarlo Giorgetti ( Sviluppo economico) - con i leader di Cgil, Cisl e Uil, che ha preceduto la cabina di regia e la riunione serale del consiglio dei ministri. I tre segretari generali, all’unisono hanno giudicato insufficie­nte la dote di 6- 7 miliardi annunciata in mattinata dal governo nel Dl aiuti, sollecitan­do un nuovo scostament­o di bilancio per reperire più risorse. « Il governo ha detto di condivider­e la priorità da noi indicata - ha spiegato al termine dell’incontro il leader della Cgil, Maurizio Landini -, di tutelare il potere d’acquisto di retribuzio­ni e pensioni. Sospendiam­o il giudizio in attesa di vedere l’intervento » .

Il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra ha detto di « apprezzare moltissimo l’incontro per affrontare due questioni: come si sostiene l’emergenza sociale ed economica affrontand­o la salvaguard­ia del potere di acquisto di salari e pensioni; e come rendere permanente e struttural­e il piano del confronto per riforme investimen­ti » . Sbarra ha anche avanzato una proposta, per introdurre un « meccanismo di esenzione Iva negli acquisti effettuati per retribuzio­ni e pensioni entro una determinat­a soglia, con l’obiettivo di dare un sostegno a lavoratori e pensionati, spingendo i consumi senza impattare sul costo del lavoro » .

Diversamen­te dal precedente incontro di palazzo Chigi, su cui pesavano ancora le divisioni sindacali, legate allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil lo scorso 16 dicembre contro la manovra, ieri sembravano prevalere toni simili tra i tre segretari generali, consideran­do peraltro che il confronto è stato preceduto dalle manifestaz­ioni unitarie del 1° maggio. « Direi che la notizia è che avete rivisto Cgil, Cisl e Uil insieme al tavolo » , ha sottolinea­to il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardier­i, « dopo le richieste fatte dai palchi del 1° maggio abbiamo ribadito necessità intervenir­e su salari, lavoro e pensioni per rispondere a inflazione e costo energia. Il governo ha recepito le richieste, vedremo che scelte farà » .

Sul lavoro i sindacati si sono detti favorevoli ad un intervento sotto forma di decontribu­zione, taglio del cuneo fiscale o bonus. Sul capitolo pensioni hanno ribadito richieste come l’anticipo della rivalutazi­one degli assegni pensionist­ici, il rafforzame­nto della

Al capitolo pensioni ribadita la richiesta di anticipo della rivalutazi­one degli assegni

quattordic­esima. Guardando alla “fase 2”, Confindust­ria preme per un ampio intervento di taglio fiscale del cuneo contributi­vo, un’operazione da 16 miliardi per due terzi a vantaggio dei lavoratori e per un terzo delle imprese ( in maniera inversa al peso del cuneo) con l’obiettivo di sostenere le retribuzio­ni e la competitiv­ità delle imprese. Per la copertura si guarda ai 38 miliardi di extragetti­to fiscale che lo Stato nel Def stima di incassare nel 2022. Alcune proposte sono state anticipate dal ministro Orlando, come la detassazio­ne degli aumenti contrattua­li - in passato bocciata dal Mef - e l’introduzio­ne del salario minimo legale, anche attraverso l’estensione erga omnes dei trattament­i economici complessiv­i dei contratti considerat­i più rappresent­ativi nei diversi settori, proposta che ha lasciato fredde le parti sociali, sia pure con diversi accenti.

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