Gli investitori top snobbano gli indici: il focus è sui settori
Istituzionali allineati alle mosse Fed: si salvano energia e consumi di base
I mercati finanziari stanno vivendo un anno complesso. Per le classi di investimento risk- on convivere con la ritirata delle banche centrali non è semplice. Soprattutto se nel mezzo c'è un'inflazione che sta costringendo la Federal Reserve in primis ( e forse in seguito anche la Bce) ad agire molto velocemente. Gli investitori si aspettano che domani la riserva federale statunitense alzi i tassi di 50 punti base, dopo i 25 punti di marzo. Quello che sta accadendo, per quanto forzato da eventi imprevisti ( prima il Covid e poi la guerra tra Russia e Ucraina) è in realtà piuttosto normale. E ci ricorda che tanto le economie quanto i mercati finanziari hanno una struttura ciclica. È stato il comportamento troppo accomodante delle banche centrali nell'ultimo decennio ad assuefare gli investitori al rischio, creando il falso mito che l'azionario non potesse far altro che salire. Il 2022 sta portando invece i conti alla realtà, e la realtà è fatta di cicli. Il - 23% del Nasdaq da inizio anno ( quindi tecnicamente in territorio orso) accompagnato dal - 14% dell'S& P 500 conferma un ritorno delle quotazioni su multipli più ragionevoli.
Tuttavia secondo gli addetti ai lavori osservare gli indici in un anno tribolato come questo può essere fuorviante. Gli indici sono una media di vari settori, i quali a loro volta reagiscono diversamente rispetto ai diversi cicli economici. Se infatti osserviamo le performance da inizio anno dei principali 11 settori in cui si sono possono spacchettare le 500 principali azioni quotate a Wall Street scopriamo mondi profondamente diversi. Mentre il paniere generale sta affrontando un rosso a doppia cifra il settore energy balza del 35%, i consumi di base guadagnano l' 1% e le utilities reggono (- 0,5%). In coda alla classifica troviamo i titoli growth del settore information technology (- 19%), i consumi discrezionali (- 21%) e i servizi di comunicazione (- 25%). L'analisi dei settori aiuta l'investitore consapevole ad unire i puntini; a quel punto l'andamento ballerino delle quotazioni, che a tratti può sembrare snervante e difficile da decifrare, acquista una logica. È evidente che gli investitori istituzionali ( quelli che muovono il mercato a differenza dei retail che nella maggior parte dei casi finiscono per “subirlo”) sono allineati all'azione della Federal Reserve. In questo momento tra “crescita” e “inflazione” ( le due gambe di intervento dell'istituto guidato da Jerome Powell) l'attenzione è totalmente rivolta a contrastare la seconda, anche a scapito di penalizzare la prima. Anche a costo di mandare l'economia in recessione. Meglio cadere in fretta e poi ricostruire senza il male oscuro dell'inflazione che continuare a temporeggiare definendo transitorio quello che transitorio non è. In uno scenario di lotta all'inflazione la rotazione dei settori va a premiare le materie prime ( la classe di investimento più portata a proteggere i portafogli dal caro- prezzi) e le azioni di quelle società in grado di imporre ai consumatori prezzi più elevati senza perdere fatturato. Così si spiega l'andamento resiliente dei consumi di base ( a cui non si rinuncia neppure in tempi difficili) e delle utilities ( che agendo in regime oligopolistico sono in grado di imporre rincari). I consumi discrezionali vengono rimandati a tempi migliori, e così via.
Questa la fotografia della prima parte del 2022. Da ora in poi come andrà? « L'analisi dei cicli economici e finanziari elaborata da Martin Pring, uno degli ideatori dell'analisi intermarket, ci dice che siamo da poco entrati nella “fase 5” ( di complessive 6 in cui è suddiviso un ciclo dove la fase 1 corrisponde alla “contrazione”, seguita da “recessione” ( fase 2), “ripresa” ( fase 3), “espansione” ( fase 4), “picco” ( fase 5), “rallentamento”, fase 6, ndr) - spiega Eugenio Sartorelli, risk manager di Rocket capital investment -. In questo momento siamo al picco dell'azionario, quindi l'equity ha maggiori probabilità di scendere, l'obbligazionario continua ad essere venduto mentre resistono le materie prime. Seguirà poi la fase 6, l'unica in cui tutte e tre le grandi classi di investimento ( azioni, bond, materie prime) scendono contemporaneamente. Per questo motivo, il quadro di fondo ci indica che nei prossimi 6- 12 mesi bisognerà essere molto prudenti e selezionare con cura i settori e le singole aziende, piuttosto che affidarsi agli indici » .
Dal punto di vista prettamente tecnico molte Borse sono in ipervenduto e hanno raggiunto supporti volumetrici ( dove sono stati piazzati numerosi grandi ordini in passato) rilevanti. Vuol dire che c'è da aspettarsi un rimbalzo? « I presupposti per un recupero tecnico nel mese di maggio potrebbero esserci - spiega Fabio Michettoni, ideatore di Volcharts, piattaforma di analisi volumetrica -. Se così fosse però bisognerà fare molta attenzione perché una ripartenza delle Borse, magari aggiornando nuovi massimi, potrebbe rivelarsi una trappola per tori. Perché il quadro macro, micro e geopolitico dipinge uno scenario più impostato al ribasso » . Things are supposed to get worse, before they get better. Questa nota espressione, che indica che “il peggio deve ancora arrivare”, sta circolando nelle sale operative. Non è affatto detto che accada. Ma, come sempre, è una questione di probabilità. Probabilità che l'investitore deve però oggi mettere in conto.