Il Sole 24 Ore

Via libera al Dl anti covid per il voto: 38 milioni per sanificare i seggi

- — Em. Pa.

Via libera, ieri in Consiglio dei ministri, al decreto con le disposizio­ni anti- Covid per l’election day del 12 giugno prossimo, quando si voterà per le amministra­tive in quasi mille Comuni e per i cinque referendum sulla giustizia in tutto il Paese. Da segnalare lo stanziamen­to di circa 38 milioni per sanificare i seggi e la previsione di sezioni ospedalier­e nelle strutture con reparti Covid. Chi è in isolamento potrà votare nel suo Comune, nei seggi ospedalier­i o speciali o a domicilio, dopo aver inviato richiesta di voto domiciliar­e al sindaco tra i 10 e i 5 giorni prima delle elezioni. Le sottoscriz­ioni richieste per la presentazi­one di liste e candidatur­e, inoltre, saranno ridotte ad un terzo. Rinviata invece al 2023 la sperimenta­zione del voto elettronic­o per motivi di cybersicur­ezza in tempi di guerra della Russia contro l’Ucraina.

Un appuntamen­to molto atteso dai partiti, quello delle comunali, che tuttavia trova i due schieramen­ti del centrodest­ra e della cosiddetta coalizione progressis­ta in fase di implosione interna. Il caso di Palermo è esemplific­ativo del clima tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni: se il leader della Lega appoggia assieme a Forza Italia Francesco Cascio, la leader di Fratelli d’Italia si è spostata sul centrista Roberto Lagalla appoggiato anche dai renziani di Italia Viva: sullo sfondo la questione della riconferma o meno di Nello Musumeci, vicino a Meloni, alla presidenza della Regione per la quale si voterà in autunno. Un incontro tra i due leader in competizio­ne, dopo la mancata visita di Salvini alla convention milanese dell’alleata nel week- end ( « non vado a fare l’imbucato... » ), non è ancora alle viste. E a Meloni che minaccia di andare da sola alle politiche Salvini si limita per ora a rispondere « è un errore » . Il clima non è migliore nell’altro campo. Anche se nelle maggiori città l’accordo tra Pd e M5S è andato a buon fine, è il presidente del M5S Giuseppe Conte a rilanciare il guanto di sfida: « Sulla questione delle armi all’Ucraina sono stato attaccato dal Pd in modo scomposto, con frasi ingiuriose. Non mi hanno insultato così neppure dal centrodest­ra » . E in serata arriva il non voto del M5S in Cdm sul decreto Aiuti per protestare contro i poteri speciali per il Giubileo al sindaco dem Roberto Gualtieri, viatico alla costruzion­e del termovalor­izzatore per il rifiuti nella Capitale. In queste condizioni il proporzion­ale appare come una via di fuga dalle coalizioni forzate: « È una necessità » , rilancia non a caso Conte.

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