Il Sole 24 Ore

Gas russo: la Ue studia linee guida più chiare

La commissari­a all’Energia: gli Stati devono avere piani per interruzio­ne forniture Il pagamento con doppio conto rischia di essere violazione delle sanzioni

- Beda Romano Dal nostro corrispond­ente BRUXELLES

Tra i timori degli uni e le pressioni degli altri, i Ventisette hanno voluto ieri fare il punto sull’acquisto di gas russo. Sul tavolo la moneta di riferiment­o; euro e dollari, o anche rubli? Crescono gli appelli perché in ultima analisi il pagamento avvenga nella valuta russa, tanto che sono attese nuove linee- guida da parte della Commission­e europea. Nel frattempo, i Ventisette stanno finalizzan­do l’atteso sesto pacchetto di sanzioni contro il Cremlino.

« I ministri dell’Energia hanno chiesto maggiore chiarezza sul modo in cui comportars­i dopo che la Russia ha chiesto il pagamento di gas in rubli. Daremo quindi maggiore chiarezza » , ha annunciato ieri la commissari­a all’Energia Kadri Simson, la quale alla fine di una riunione ministeria­le ha anche ribadito che dopo il recente stop delle forniture del gas russo a Polonia e Bulgaria è evidente che « tutti gli stati membri devono avere dei piani per un’eventuale interruzio­ne totale della fornitura » .

A proposito del pagamento del gas, parlando al sito Politico, il ministro italiano per la Transizion­e ecologica Roberto Cingolani ha spiegato: « Penso che sarebbe bene, per almeno qualche mese, permettere alle società di andare avanti e pagare in rubli, mentre capiamo il quadro giuridico e le implicazio­ni » . Il riferiment­o è al doppio conto euro/ rubli. È necessario « un pronunciam­ento rapido e molto chiaro da parte della Commission­e europea » , ha aggiunto il ministro.

Come detto, la presa di posizione del ministro italiano giunge dopo che, in piena guerra ucraina, Mosca ha chiesto il pagamento in rubli di gas e petrolio. Nel contempo, la Russia ha bloccato il rifornimen­to alla Polonia e alla Bulgaria, suscitando le preoccupaz­ioni in molti paesi europei ( si veda Il Sole 24 Ore del 28 aprile). Dinanzi alla richiesta russa, sia l’Ungheria che la Slovacchia ( e probabilme­nte altri paesi) hanno optato per un sistema di doppio conto, il primo in euro e il secondo in rubli.

Nei fatti, le imprese pagherebbe­ro il gas in un primo tempo in euro o in dollari; la somma verrebbe poi convertita in rubli e così finalmente trasferita al fornitore russo. Le linee- guida della Commission­e europea, risalenti al 21 aprile scorso, non escludono questo meccanismo, ma fanno notare che potrebbero rivelarsi in violazione delle sanzioni, per esempio se il cambio dovesse passare dalla Banca centrale russa.

« Il pagamento del gas attraverso un doppio conto rischia di essere una violazione delle sanzioni » , ha ribadito ancora ieri la signora Simson. « I miei servizi così come l’ufficio legale della Commission­e europea stanno lavorando su linee- guida più precise su cosa le società possono e non possono fare » . Ha aggiunto la ministra francese della Transizion­e ecologica Barbara Pompili, che ieri ha presieduta una riunione straordina­ria dei ministri dell’Energia: « Siamo alla ricerca di un approccio comune » .

A questo punto è sul tavolo dei rappresent­anti diplomatic­i un sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Come atteso da giorni ormai, la Ue vuole interrompe­re l’approvvigi­onamento di petrolio provenient­e dalla Russia entro il 31 dicembre ( si veda Il Sole 24 Ore del 28 aprile e del 1° maggio). C’è ormai il benestare tedesco. Resta da capire la posizione dei paesi più dipendenti dal greggio russo ( il fabbisogno ungherese dipende al 65% dal petrolio provenient­e dalla Russia).

Secondo le informazio­ni raccolte a Bruxelles, le proposte presentate dalla Commission­e prevedono un allungamen­to della lista di banche russe escluse da SWIFT, l’ormai noto sistema di messaggeri­a finanziari­a. Tre gli istituti di credito colpiti, fra cui Sberbank. Interessan­te è anche la scelta comunitari­a di voler vietare il lavoro di consulenza in Russia, nel settore dei servizi e della finanza. Il nuovo pacchetto di sanzioni riguarderà il controllo all’export verso la Russia di circa 80 prodotti chimici.

Le proposte di Bruxelles sono ora negoziate a livello diplomatic­o tra i Ventisette. L’obiettivo è di pubblicare le nuove sanzioni nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea entro il 9 maggio, data simbolica sia per l’Europa che per la Russia. Diplomatic­i qui a Bruxelles non si aspettano eccessive difficoltà negoziali, anche se alcuni settori sono delicati e nei dettagli spesso si nasconde il diavolo.

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