Il Sole 24 Ore

Hsbc, il socio cinese per il break up: via alla deglobaliz­zazione bancaria

Ping An ( 9%) chiede di separare gli asset asiatici: i vertici provano a resistere Pesano le tensioni Usa- Cina Il 60% degli utili arriva da Pechino, il 20% dall’Europa

- Alessandro Graziani

Con una capitalizz­azione di Borsa di 100 miliardi di sterline ( circa 120 miliardi di euro), HSBC è la più grande banca europea davanti alla francese Bnp Paribas ( 61 miliardi) e alla spagnola Santander ( 47,5 miliardi). Ma il primato del colosso bancario angloasiat­ico con sede a Londra potrebbe essere destinato a svanire in tempi rapidi se avrà successo la richiesta del suo nuovo maggiore azionista ( quasi 9%), il colosso assicurati­vo cinese Ping An, di scindere il gruppo in due entità separate con il trasferime­nto e la quotazione a Hong Kong delle attività asiatiche.

La richiesta di break up di HSBC avanzata da Ping An, che è guidata dal fondatore- presidente Mingzhe Ma e ha tra i suoi azionisti anche lo Stato cinese, si basa su motivazion­i industrial­i e finanziari­e ma anche su ragioni geopolitic­he che, a maggior ragione dopo l’invasione della Russia in Ucraina e delle sanzioni monitorate attraverso il sistema di pagamenti

Swift, stanno delineando una crescente conflittua­lità economica tra Cina e mondo occidental­e.

Durante l’assemblea degli azionisti di Hsbc del 29 aprile, sia il presidente Mark Tucker che il ceo Noel Quinn hanno ribadito a soci e investitor­i la validità della strategia di unitarietà del gruppo anglo- asiatico difendendo la scelta di operare come banca globale. Ma non sarà facile perché, se l’azionista cinese deciderà di chiedere la convocazio­ne di un’assemblea straordina­ria per mettere ai voti la proposta di break up, potrebbe trovare consensi in molti investitor­i “neutrali geopolitic­amente” che però intravedon­o nella scissione migliori opportunit­à di valorizzaz­ione del gruppo.

HSBC è infatti un conglomera­to finanziari­o globale unico che opera in 64 Paesi del mondo, con oltre 40 milioni di clienti e circa 200.000 dipendenti. La sua unicità stava nell’abbinament­o della forte e storica presenza in Asia ( fu fondata a Hong Kong nel 1865) a quella negli Uk grazie all’acquisizio­ne realizzata nel 1992 di Midland Bank, che nei decenni successivi l’ha portata a crescere in vari mercati occidental­i.

A seguito della crisi finanziari­a del 2011, Hsbc è andata però incontro a varie fasi di ristruttur­azione che l'hanno portata - tra l’altro - alla cessione delle attività bancarie direttamen­te controllat­e negli Usa e in Francia. La conseguenz­a è che il perimetro di attività “occidental­i” si è ridotto e oggi solo il 20% degli utili pre- tasse arriva da Ovest mentre il 60% proviene dalle attività asiatiche ( il restante 29% da Africa e Medio Oriente). Ma nel corso degli ultimi due anni condiziona­ti dalla pandemia, gli utili “prodotti nel Far East” non sono stati distribuit­i agli azionisti né in forma di dividendi né di buy back per i divieti della Bank of England ( analoghi a quelli di Bce) che tuttora è l’Autorità di Vigilanza sul gruppo che ha la sua sede legale a Londra.

Le dinamiche finanziari­e non sono le uniche a rendere difficile il percorso della banca che per trenta anni è stato il principale anello di congiunzio­ne tra l’Europa e l’Oriente. Già prima dell’invasione russa in Ucraina, non sono mancati episodi di tensioni geopolitic­he tra Usa e Cina che hanno messo Hsbc in difficoltà su entrambi i fronti.

Nel 2018 la banca fu duramente criticata dal Governo di Pechino per aver collaborat­o con le attività americane nelle indagini che portarono all’arresto di del chief financial officer di Huawei. Dall’altra parte, Hsbc è finita nel mirino delle Autorità politiche di Usa e Uk quando alcuni suoi top manager supportaro­no la Cina nella legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong. E sempre dal Governo di Londra arrivarono forti critiche alla banca per aver acconsenti­to alle richieste cinesi di congelare i conti correnti di alcuni manifestan­ti a favore della democrazia a Hong Kong.

I vertici di Hsbc sembrano intenziona­ti a difendere il ruolo globale della banca. Ma se le tensioni internazio­nali tra Cina e Ovest, come sembra, sono destinate a proseguire, è assai probabile che Hsbc rappresent­erà il primo test per la deglobaliz­zazione nel settore bancario.

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AFP banca globale. Una filiale del colosso anglo- asiatico a Londra
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Ceo di Hsbc dal 2020. Insieme al presidente Mark Tucker ha ribadito a soci e investitor­i la validità della strategia di unitarietà del gruppo angloasiat­ico
NOEL QUINN Ceo di Hsbc dal 2020. Insieme al presidente Mark Tucker ha ribadito a soci e investitor­i la validità della strategia di unitarietà del gruppo angloasiat­ico
 ?? ?? MINGZHE MA Fondatore e presidente del gruppo Ping An ( che ha fra i suoi soci lo Stato cinese), primo azionista di Hsbc al 9%. Ha chiesto lo « spezzatino » della banca
MINGZHE MA Fondatore e presidente del gruppo Ping An ( che ha fra i suoi soci lo Stato cinese), primo azionista di Hsbc al 9%. Ha chiesto lo « spezzatino » della banca

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