Hsbc, il socio cinese per il break up: via alla deglobalizzazione bancaria
Ping An ( 9%) chiede di separare gli asset asiatici: i vertici provano a resistere Pesano le tensioni Usa- Cina Il 60% degli utili arriva da Pechino, il 20% dall’Europa
Con una capitalizzazione di Borsa di 100 miliardi di sterline ( circa 120 miliardi di euro), HSBC è la più grande banca europea davanti alla francese Bnp Paribas ( 61 miliardi) e alla spagnola Santander ( 47,5 miliardi). Ma il primato del colosso bancario angloasiatico con sede a Londra potrebbe essere destinato a svanire in tempi rapidi se avrà successo la richiesta del suo nuovo maggiore azionista ( quasi 9%), il colosso assicurativo cinese Ping An, di scindere il gruppo in due entità separate con il trasferimento e la quotazione a Hong Kong delle attività asiatiche.
La richiesta di break up di HSBC avanzata da Ping An, che è guidata dal fondatore- presidente Mingzhe Ma e ha tra i suoi azionisti anche lo Stato cinese, si basa su motivazioni industriali e finanziarie ma anche su ragioni geopolitiche che, a maggior ragione dopo l’invasione della Russia in Ucraina e delle sanzioni monitorate attraverso il sistema di pagamenti
Swift, stanno delineando una crescente conflittualità economica tra Cina e mondo occidentale.
Durante l’assemblea degli azionisti di Hsbc del 29 aprile, sia il presidente Mark Tucker che il ceo Noel Quinn hanno ribadito a soci e investitori la validità della strategia di unitarietà del gruppo anglo- asiatico difendendo la scelta di operare come banca globale. Ma non sarà facile perché, se l’azionista cinese deciderà di chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria per mettere ai voti la proposta di break up, potrebbe trovare consensi in molti investitori “neutrali geopoliticamente” che però intravedono nella scissione migliori opportunità di valorizzazione del gruppo.
HSBC è infatti un conglomerato finanziario globale unico che opera in 64 Paesi del mondo, con oltre 40 milioni di clienti e circa 200.000 dipendenti. La sua unicità stava nell’abbinamento della forte e storica presenza in Asia ( fu fondata a Hong Kong nel 1865) a quella negli Uk grazie all’acquisizione realizzata nel 1992 di Midland Bank, che nei decenni successivi l’ha portata a crescere in vari mercati occidentali.
A seguito della crisi finanziaria del 2011, Hsbc è andata però incontro a varie fasi di ristrutturazione che l'hanno portata - tra l’altro - alla cessione delle attività bancarie direttamente controllate negli Usa e in Francia. La conseguenza è che il perimetro di attività “occidentali” si è ridotto e oggi solo il 20% degli utili pre- tasse arriva da Ovest mentre il 60% proviene dalle attività asiatiche ( il restante 29% da Africa e Medio Oriente). Ma nel corso degli ultimi due anni condizionati dalla pandemia, gli utili “prodotti nel Far East” non sono stati distribuiti agli azionisti né in forma di dividendi né di buy back per i divieti della Bank of England ( analoghi a quelli di Bce) che tuttora è l’Autorità di Vigilanza sul gruppo che ha la sua sede legale a Londra.
Le dinamiche finanziarie non sono le uniche a rendere difficile il percorso della banca che per trenta anni è stato il principale anello di congiunzione tra l’Europa e l’Oriente. Già prima dell’invasione russa in Ucraina, non sono mancati episodi di tensioni geopolitiche tra Usa e Cina che hanno messo Hsbc in difficoltà su entrambi i fronti.
Nel 2018 la banca fu duramente criticata dal Governo di Pechino per aver collaborato con le attività americane nelle indagini che portarono all’arresto di del chief financial officer di Huawei. Dall’altra parte, Hsbc è finita nel mirino delle Autorità politiche di Usa e Uk quando alcuni suoi top manager supportarono la Cina nella legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong. E sempre dal Governo di Londra arrivarono forti critiche alla banca per aver acconsentito alle richieste cinesi di congelare i conti correnti di alcuni manifestanti a favore della democrazia a Hong Kong.
I vertici di Hsbc sembrano intenzionati a difendere il ruolo globale della banca. Ma se le tensioni internazionali tra Cina e Ovest, come sembra, sono destinate a proseguire, è assai probabile che Hsbc rappresenterà il primo test per la deglobalizzazione nel settore bancario.