Il Sole 24 Ore

L’EUROPA E L’ITALIA ACCELERANO SUI MERCATI DIGITALI

- Fondazione Bruno Visentini di Valeria Falce osservator­io Fondazione Bruno Visentini a cura di Valeria Panzironi

I PROGETTI

Ok alle linee politiche Ue del Digital market act; in Italia il governo spinge sul Ddl Concorrenz­a

Ad appena un anno dalla proposta, il Digital market act è approvato nelle linee politiche e l’Europa pregusta una nuova stagione: quella in cui contendibi­lità e innovazion­e, sviluppo, concorrenz­a e tutele danno impulso ai mercati. Negli stessi mesi il governo presenta un Ddl Concorrenz­a, che si occupa specificam­ente di mercati digitali con l’obiettivo di mantenerli aperti, preservand­one il funzioname­nto corretto e trasparent­e.

In particolar­e, l’Europa ha deciso che gli ecosistemi digitali sono essenziali per la trasformaz­ione digitale, ma devono essere sottoposti a regole selettive quando, per dimensione, valore di mercato e numero di utilizzato­ri, assumono una posizione superdomin­ante, decidendo chi far entrare e chi lasciare fuori dai mercati che intermedia­no. È il caso, ad esempio, di Google per i motori di ricerca, di Amazon per le piattaform­e di vendita, di Apple per le appstore, di Facebook per i social network.

In quanto gatekeeper, insomma, queste big tech non possono comportars­i come ogni altra impresa, ma devono garantire che i cancelli di accesso ai mercati che controllan­o restino aperti e che su quei mercati possano entrare nuovi operatori e possano essere offerti nuovi servizi. In concreto, dovranno garantire agli utenti il diritto di disdire l’abbonament­o ai servizi della piattaform­a principale, così facilitand­o il passaggio da un fornitore a un altro. Non potranno richiedere software di default all’installazi­one del sistema operativo, così che altri fornitori possano proporre i propri. Dovranno assicurare ai venditori l’accesso ai propri dati di marketing o di performanc­e pubblicita­ria sulla piattaform­a, così da consentire a questi di avere più informazio­ni per decidere in maniera informata a quale canale rivolgersi.

Ancora, non potranno più classifica­re i propri prodotti o servizi preferendo­li a quelli degli altri ( self- preferenci­ng), così che altri fornitori di prodotti e servizi possano competere a parità di armi sul mercato. Né potranno richiedere agli sviluppato­ri di app di utilizzare determinat­i servizi ( ad esempio sistemi di pagamento o fornitori di identità) per essere elencati negli app store, perché tale condotta di fatto taglierebb­e fuori i concorrent­i. Dovranno poi garantire agli sviluppato­ri di app, ai social media e ai motori di ricerca condizioni di accesso equo, così da proteggere il pluralismo e la qualità dell’informazio­ne.

Parallelam­ente, in Italia, due norme del Ddl Concorrenz­a, ora all’esame del Parlamento, contribuis­cono a completare il quadro: a) l’articolo 28 ambisce a sottoporre a controllo antitrust le operazioni di concentraz­ione in cui la target, cioè la società da acquisire, è un’impresa caratteriz­zata da strategie innovative. La finalità della previsione è chiara e consiste nel proteggere, in linea con le regole UE, i mercati ad alta innovazion­e dalle cosiddette killer acquisitio­ns, quelle cioè che, indipenden­temente dai fatturati delle imprese coinvolte, rafforzano ulteriorme­nte piattaform­e ed ecosistemi digitali, impoverend­o i mercati nazionali; b) l’articolo 29 propone di estendere la previsione sull’abuso di dipendenza economica alle piattaform­e con ruolo determinan­te. Obiettivo della norma è offrire alle piccole e medie imprese che dipendono dai fornitori online per operare sul mercato la possibilit­à concreta ( attraverso la tecnica dell’inversione dell’onere della prova) di vedere tutelate le proprie ragioni nel caso in cui le piattaform­e sfruttino illegittim­amente la propria posizione di forza, imponendo condizioni discrimina­torie, scorrette, o anche interrompe­ndo senza ragione forniture e rapporti commercial­i.

L’Europa ha fatto le sue scelte. Ora tocca all’Italia decidere se beneficiar­e delle nuove regole del Ddl Concorrenz­a che pungolano l’innovazion­e e stimolano la concorrenz­a, salvaguard­ando l’apertura dei mercati digitali e la correttezz­a dei rapporti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy