« Bisogna aprire un tavolo con tutte le parti coinvolte »
Attraverso un’interrogazione parlamentare il deputato Emilio Carelli ha portato all’attenzione del ministro del Lavoro il tema della ex fissa per i giornalisti.
Perché ha deciso di sottoporre questo tema all’attenzione del ministro?
Ho chiesto quali iniziative il ministero intende assumere per salvaguardare un risparmio dei giornalisti che beneficiano del fondo integrativo ex fissa che, ricordo, la legge finanziaia del 1998, legge 449/ 97, articolo 59, comma 28 definisce Fondo di previdenza. Di fondo di previdenza ha anche parlato la Corte dei Conti nelle relazioni sul bilancio Inpgi fatte dal 1996 al 2019. Stessa interpretazione è stata data dalla Cassazione con una sentenza del 2017.
Perché si è dichiarato parzialmente soddisfatto della risposta del ministro Orlando?
Il ministro ha detto che segue la questione ex fissa, tema che negli ultimi due anni è stato praticamente ignorato, e questo è certamente un risultato. La parte su cui invece dissentiamo è il fatto che lo abbia definito un fondo di origine contrattuale, e non previdenziale, quindi estraneo a decisioni di competenza del Governo. Vorremmo arrivare al pagamento di questi soldi che sono un risparmio dei giornalisti accumulati in anni di lavoro.
Cosa si vuole ottenere?
Vorremmo la costituzione di un tavolo a cui partecipino tutti i soggetti in causa, e quindi editori, giornalisti e ministero del Lavoro per trovare una soluzione. Il principio che va salvaguardato è che il risparmio è tutelato dalla Costituzione. Non si tratta di un privilegio ma di recuperare quanto accantonato - e annualmente rendicontato dall’Inpgi - nel corso degli anni.
Quanti giornalisti si trovano in questa situazione e di che cifre stiamo parlando?
Al momento sono 2mila giornalisti che hanno maturato il diritto ma si sono visti erogare ogni anno un piccolo assegno che è ben lontano dalla cifra spettante.
La cifra totale relativa a chi ad oggi ha maturato il diritto è di circa 140 milioni, di cui però 50 milioni tornerebbero allo Stato sotto forma di tasse. Un importo che, almeno in parte, è stato accantonato dall’Inpgi ma non è chiaro che fine abbia fatto questo accantonamento.