Il Sole 24 Ore

Per Gentiloni serve a finanziare gli aiuti

- Giuseppe Chiellino

« Ridurre la tassazione indiretta non è necessaria­mente la soluzione più efficace per rendere accessibil­i le fonti energetich­e, soprattutt­o se i prezzi restano alti a lungo. Riutilizza­re invece le maggiori entrate fiscali legate all’aumento dei prezzi oppure i profitti abnormi delle società energetich­e può aiutare a finanziare in modo più equo e sostenibil­e aiuti mirati per le famiglie vulnerabil­i e per le imprese o per categorie specifiche di utenti dei trasporti » . Il commissari­o europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, ne fa ( anche) una questione di « equità sociale » e in una lettera inviata ai ministri economici dei 27 qualche giorno fa spiega perché ritiene che sia più equo ed efficace utilizzare l’aumento di gettito e gli extraprofi­tti che derivano dall’impennata dei prezzi per aiutare le famiglie e i settori più colpiti, anziché procedere con tagli generalizz­ati del carico fiscale su energia e carburanti.

Secondo il commissari­o italiano, gli aiuti - finanziati con l’extragetti­to e con la tassazione dei « profitti abnormi » delle società energetich­e - possono essere erogati « sotto forma di assegni o di rimborsi » ma comunque « tenendo bene in mente l’impatto regressivo delle impennate dei prezzi dell’energia » che colpiscono soprattutt­o i redditi più bassi.

Oltre all’Italia, nei mesi scorsi era stata la Spagna a lavorare all’idea di tassare gli extraprofi­tti energetici, ma anche il governo di Madrid ha dovuto affrontare una corsa ad ostacoli. Altri governi stanno consultand­o in via riservata i servizi Ue, ma il quadro è ancora molto parziale.

Per Gentiloni e la Commission­e non c’è solo un problema di equità, ma anche di efficacia degli sgravi fiscali sui prodotti energetici, oltre che di coerenza con gli obiettivi di decarboniz­zazione che l’Unione si è data.

In termini di efficacia, sottolinea Gentiloni nella lettera, se i prezzi alti dovessero persistere « i benefici per consumator­i e imprese diventano più incerti » . In particolar­e le riduzioni delle aliquote Iva in passato non sono state così efficaci: « I tagli fiscali - avverte Bruxelles - rischiano di essere compensati da incrementi di tariffe da parte dei fornitori di energia » con danni ancora maggiori per le imprese non energetich­e che pagherebbe­ro comunque prezzi più alti ma versando meno Iva avrebbero anche minori deduzioni.

Infine c’è un problema di coerenza con gli obiettivi climatici Ue a lungo termine: « Ridurre le tasse sull’energia è una misura facile da attuare » , ma raggiunger­e l’autonomia energetica e centrare gli obiettivi di sostenibil­ità climatica fissati al 2030 e al 2050 « richiede che gli sgravi fiscali sui combustibi­li fossili siano temporanei e mirati a migliorare la disponibil­ità di prodotti energetici per le imprese e le famiglie mentre i prezzi sono alti » .

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