Per Gentiloni serve a finanziare gli aiuti
« Ridurre la tassazione indiretta non è necessariamente la soluzione più efficace per rendere accessibili le fonti energetiche, soprattutto se i prezzi restano alti a lungo. Riutilizzare invece le maggiori entrate fiscali legate all’aumento dei prezzi oppure i profitti abnormi delle società energetiche può aiutare a finanziare in modo più equo e sostenibile aiuti mirati per le famiglie vulnerabili e per le imprese o per categorie specifiche di utenti dei trasporti » . Il commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, ne fa ( anche) una questione di « equità sociale » e in una lettera inviata ai ministri economici dei 27 qualche giorno fa spiega perché ritiene che sia più equo ed efficace utilizzare l’aumento di gettito e gli extraprofitti che derivano dall’impennata dei prezzi per aiutare le famiglie e i settori più colpiti, anziché procedere con tagli generalizzati del carico fiscale su energia e carburanti.
Secondo il commissario italiano, gli aiuti - finanziati con l’extragettito e con la tassazione dei « profitti abnormi » delle società energetiche - possono essere erogati « sotto forma di assegni o di rimborsi » ma comunque « tenendo bene in mente l’impatto regressivo delle impennate dei prezzi dell’energia » che colpiscono soprattutto i redditi più bassi.
Oltre all’Italia, nei mesi scorsi era stata la Spagna a lavorare all’idea di tassare gli extraprofitti energetici, ma anche il governo di Madrid ha dovuto affrontare una corsa ad ostacoli. Altri governi stanno consultando in via riservata i servizi Ue, ma il quadro è ancora molto parziale.
Per Gentiloni e la Commissione non c’è solo un problema di equità, ma anche di efficacia degli sgravi fiscali sui prodotti energetici, oltre che di coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Unione si è data.
In termini di efficacia, sottolinea Gentiloni nella lettera, se i prezzi alti dovessero persistere « i benefici per consumatori e imprese diventano più incerti » . In particolare le riduzioni delle aliquote Iva in passato non sono state così efficaci: « I tagli fiscali - avverte Bruxelles - rischiano di essere compensati da incrementi di tariffe da parte dei fornitori di energia » con danni ancora maggiori per le imprese non energetiche che pagherebbero comunque prezzi più alti ma versando meno Iva avrebbero anche minori deduzioni.
Infine c’è un problema di coerenza con gli obiettivi climatici Ue a lungo termine: « Ridurre le tasse sull’energia è una misura facile da attuare » , ma raggiungere l’autonomia energetica e centrare gli obiettivi di sostenibilità climatica fissati al 2030 e al 2050 « richiede che gli sgravi fiscali sui combustibili fossili siano temporanei e mirati a migliorare la disponibilità di prodotti energetici per le imprese e le famiglie mentre i prezzi sono alti » .