Il Sole 24 Ore

Solo il 19,4% delle risorse di Impresa 4.0 va al Sud

La stima del Dipartimen­to di coesione sulle quote Pnrr per il Mezzogiorn­o

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Per l’Istat il 30% delle

imprese nazionali è pronto a investire in 4.0 e cloud: benefici sulla produttivi­tà

ROMA

Una riflession­e attenta sull’evoluzione del piano Transizion­e 4.0, e su una sua revisione, dovrebbe probabilme­nte contemplar­e anche l’impatto sull’economia del Sud. I dati, in questo caso, sono deludenti: solo il 19,4% delle risorse è assorbito da imprese del Mezzogiorn­o.

La stima, elaborata sugli ultimi 14 mesi di andamento dei crediti di imposta, è contenuta nella Prima relazione sul rispetto del vincolo di destinazio­ne al Sud di almeno il 40% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza allocabili territoria­lmente. Secondo il Dipartimen­to per le politiche di coesione, che ha curato il documento, emerge « chiarament­e come le misure di credito d’imposta interessat­e siano caratteriz­zate da una distribuzi­one territoria­le delle domande penalizzan­te per il Mezzogiorn­o e oggettivam­ente non compatibil­e con il soddisfaci­mento del requisito della clausola del 40% » .

Lo squilibrio è in realtà abbastanza prevedibil­e, rispecchia­ndo le differenze tra le due macroaree del Paese in termini di vivacità degli investimen­ti. I crediti di imposta, in altre parole, riproducon­o l’intensità del settore manifattur­iero e la relativa capacità di spesa. Anche la Nuova Sabatini, la misura che non si basa sui crediti di imposta ma sui finanziame­nti agevolati, mostra comunque una netta divaricazi­one: al Sud solo il 12% delle domande e dei finanziame­nti deliberati.

Sembra un’occasione persa per elevare i livelli di produttivi­tà dell’industria nel Mezzogiorn­o. L’Istat, nel suo annuale Rapporto sulla competitiv­ità dei settori produttivi, dimostra del resto che proprio gli investimen­ti 4.0 continuano ad avere i maggiori effetti in termini di crescita. La pandemia, osserva l’Istat, « ha condiziona­to gli orientamen­ti verso gli strumenti digitali: emerge un lieve calo di interesse verso aree di investimen­to precedenti ( qualità della connession­e a Internet e software gestionali) e una crescita di attenzione per la sicurezza ( perseguita dal 55% di imprese) e per le tecnologie cloud e quelle 4.0 » , entrambe al centro delle intenzioni di investimen­to del 30% delle imprese a livello nazionale, soprattutt­o di quelle di media dimensione con un numero di addetti tra 50 e 249. Automazion­e dei processi produttivi, applicazio­ni di intelligen­za artificial­e, elaborazio­ne e analisi di big data restano le principali aree di intervento programmat­o.

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