Patuelli: « Penalizzati alcuni Paesi: così la proposta frena »
« Colpite le banche degli Stati che acquistano molti titoli di debito »
« L’Unione bancaria può crescere e svilupparsi solo se evita di penalizzare qualcuno. Se per svilupparsi penalizza uno o più stati membri, si arena come è stata arenata negli ultimi anni. E il rischio che questo avvenga c’è ancora » .
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, commenta a caldo il testo della proposta per il completamento dell’Unione bancaria esaminato ieri dall’Eurogruppo. Esso fa perno su un sistema di garanzie incrociate tra i fondi nazionali per la tutela dei depositi. Una proposta in parte condivisibile ma che, ancora una volta, viene ancorata alla riduzione del presunto rischio incorporato dalle banche che detengono in bilancio molti titoli di Stato emessi dal proprio paese.
Il documento propone misure per aumentare la disclosure su queste esposizioni, ma anche stress test per misurare i rischi e iniziative di legge a livello nazionale per mitigarli fino ad arrivare alla ponderazione nei bilanci bancari. « Finchè continua a essere prevista la penalità per le banche degli Stati che emettono molti titoli di stato, paesi come l’Italia faranno fatica a far passare il progetto perché avranno il problema di collocare i titoli del proprio debito pubblico. L’Unione bancaria, in ogni caso, si è sviluppata molto di più nella crescita delle attività di vigilanza che nell’unificazione delle regole che non siano solo quelle di vigilanza. Una questione rispetto alla quale il discorso pronunciato ieri dal presidente del Consiglio Mario Draghi rappresenta un notevole salto di qualità » , osserva Patuelli.
Il presidente del Consiglio ieri a Strasburgo ha affermato che le istituzioni europee sono inadeguate ed è necessario rivedere i trattati, che nelle Ue si deve andare verso scelte a maggioranza qualificata e che bisogna essere uniti per evitare che l’Europa vada in recessione. « In queste dichiarazioni ravvedo quanto ho spesso sostenuto, anche in occasione dell’assemblea dell’Abi. Del rischio di recessione abbiamo parlato non più tardi di un mese fa a Bruxelles – continua il presidente -. È una svolta positiva. A mio avviso il discorso del presidente Draghi contiene l’indicazione che l’Unione bancaria non può essere l’unico binario per il massimo sviluppo della Ue. Da quando è stata bocciata la proposta per il trattato costituzionale dell’Europa ( con il referendum francese del 2005 nel quale hanno prevalso i no, seguito da quelli di Olanda, Gran Bretagna, Polonia e Danimarca, ndr) l’Unione europea ha rallentato il passo istituzionale, limitandosi alle questioni economiche. Poi, quando è esplosa la crisi finanziaria nel 2008, ha inventato l’Unione bancaria come combinato disposto di soluzione prospettica di situazioni di crisi e di indirizzo di sviluppo dell’Unione europea. Di conseguenza abbiamo avuto solo l’Unione bancaria come sviluppo della Ue » , afferma Patuelli. Le cose hanno cominciato a prendere un’altra direzione con l’esplosione della pandemia prima, e con la guerra russo- ucraina dopo.
« Lo abbiamo visto tutti: l’emergenza ha fatto fare salti di qualità all’Europa. Prima con i provvedimenti economici antipandemici, poi con l’unione sostanziale dei paesi membri di fronte all’invasione russa dell’Ucraina. E ora arriva
« Il discorso pronunciato ieri dal presidente Draghi rappresenta un notevole salto di qualità »
questo discorso, che voglio definire strategico, del presidente del consiglio italiano. Chi è stato sempre europeista, anche critico ma costruttivo, come me e che ha difeso l’euro anche nei momenti in cui era meno popolare - quando oggi è proprio l’euro quello che riduce l’inflazione in Italia - questo discorso rappresenta un elemento di grande importanza. E quindi l’Europa non può più essere solo l’Europa bancaria. In Italia abbiamo avuto forte retorica anti banche basata proprio sul fatto che l’Unione europea per molto tempo è stata solo quella bancaria con le sue regole di vigilanza. Questo binario unico non è più binario l’unico di sviluppo della Ue » .