Il Sole 24 Ore

« Crisi del reddito fisso alla svolta: i tassi stanno tornando attraenti »

Il capo del reddito fisso Ue di AllianceBe­rnstein: « Questo potrebbe essere un buon punto di ingresso sul mercato dei bond »

- Maximilian Cellino

Inflazione e rendimenti alle stelle, con il titolo decennale americano di nuovo sopra il 3% e la Federal Reserve pronta a varare stasera il primo ( e forse non unico) rialzo dei tassi Usa di 50 punti base da oltre 20 anni. Nel periodo più buio per gestire gli investimen­ti obbligazio­nari c’è però anche chi vede una flebile luce in fondo al tunnel in cui il mondo del reddito fisso si è infilato da inizio anno. « A partire dalla scorsa settimana abbiamo assistito a un fenomeno interessan­te sui mercati: per la prima volta dopo molto tempo si sono ripristina­te le tradiziona­li dinamiche fra azioni e bond e alle forti vendite in Borsa hanno fatto da contraltar­e acquisti sui titoli di

Stato » , rileva Vivek Bommi, a capo del team europeo Fixed Income di AllianceBe­rnstein. Non che ci si faccia particolar­i illusioni sul fatto che la crisi dell’obbligazio­nario sia finalmente al capolinea, ma si percepisco­no segnali differenti e si fa strada l’idea che l’aria possa cambiare. E che forse sia anche tornato il momento di riaffaccia­rsi, timidament­e, sul reddito fisso.

Pensa davvero che le svendite sui bond siano finite?

È presto per affermarlo con certezza, prima sono necessarie due condizioni: la volatilità che ha colpito i rendimenti negli ultimi tempi si deve abbassare e la correlazio­ne inversa fra azioni e obbligazio­ni che di solito ci si aspetta sui mercati deve mantenersi almeno per un paio di mesi. Nel frattempo noto però che i tassi si sono alzati e in alcuni casi sono di nuovo attraenti.

Suggerireb­be quindi di tornare ad acquistare?

Di sicuro non consiglier­ei di vendere bond a chi li ha già in portafogli­o, mentre questo potrebbe essere un buon punto di ingresso. Anche perché l’esperienza del passato insegna che dopo periodi di shock sui tassi simili a quello che vissuto i

ritorni per un investitor­e obbligazio­nario sono sempre stati elevati. Forse è difficile convincere un risparmiat­ore, ma per un istituzion­ale che è costretto a investire in reddito fisso come un fondo pensione questo dovrebbe essere abbastanza chiaro.

Parlava di aree interessan­ti, a cosa si riferiva in particolar­e?

Credo che vi sia valore fra i bond aziendali, in particolar­e negli high yield europei, i cui rendimenti medi viaggiano sopra il 5 per cento.

Non sono troppo rischiosi, visto lo scenario a cui si va incontro?

Non credo, perché il recente allargamen­to degli spread di credito è stato legato all’azione delle Banche centrali, più che al deterioram­ento dei fondamenta­li. Non bisogna dimenticar­e che abbiamo avuto un ciclo di default soltanto appena due anni fa per la crisi scatenata da Covid e le società che ne sono uscite sono molto più solide, hanno migliorato i flussi di cassa e ridotto i costi: direi che sono nella forma migliore che abbiano mai avuto.

All’orizzonte però non si vede niente di buono, con la guerra in Ucraina, il rincaro delle materie prime e i problemi nelle catene di approvvigi­onamento in crescita.

Questo non mi spaventa, perché le aziende a cui guardiamo non sono imprese manifattur­iere che si basano sull’energia come input. Pensiamo piuttosto a settori che includono l’assistenza sanitaria, le telecomuni­cazioni, i cavi e i beni di consumo non discrezion­ali. Su di loro l’impatto non è tale da causare un deterioram­ento del credito significat­ivo. Non mi aspetto un nuovo aumento dei fallimenti.

Vede opportunit­à pure in Italia? Fra i titoli ad alto rendimento abbiamo investito in una società attiva nel software come Teamsystem, sottopesia­mo invece Telecom Italia perché preoccupat­i per la lotta che si è scatenata attorno al suo controllo. E in generale non abbiamo posizioni importanti nei titoli investment grade, del vostro Paese perché la loro duration è più elevata, gli spread più ristretti e sensibili al rischio sovrano.

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Income di AllianceBe­rnstein
VIVEK BOMMI È il capo del team europeo di Fixed Income di AllianceBe­rnstein

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