« Matrimonio tra innovazione e cultura: più crescita anche grazie ai fondi Pnrr »
« Èil momento di favorire il più possibile il matrimonio tra innovazione e cultura senza danneggiare tradizione e storia: così si favorisce la crescita perché innovando si sfrutta ancora di più l’enorme patrimonio di beni culturali che abbiamo, siamo il Paese con più siti Unesco al mondo, ma anche tutti quei beni immateriali come il cibo e la dieta mediterannea che non a caso è anch’essa un bene Unesco » .
Luigi Nicolais, ex ministro ed ex presidente del Cnr, oggi sarà in Portogallo a Braga come presidente del Cotec, insieme ai colleghi spagnoli e portoghesi per il XV° Cotec Europe, il meeting internazionale delle tre fondazioni Cotec di Italia, Portogallo e Spagna che quest’anno accende i riflettori su « La cultura incontra l’innovazione » . Una giornata che come è ormai tradizione vede gli interventi di tre capi di Stato: il presidente Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa e il re di Spagna Felipe VI.
Perché questo tema?
È un argomento di grande attualità per questi tre Paesi dove esistono molti beni culturali e tanta storia: gli spagnoli si concentreranno sulla loro lingua, la più parlata al mondo, i portoghesi sul ruolo dell’industria nell’innovazione della cultura mentre noi italiani ci concentreremo su quanto stiamo facendo per innovare i beni culturali.
Cosa può fare l’innovazione per la cultura?
Può fare tanto a esempio sulla fruizione dei beni culturali attraverso la digitalizzazione: oggi chi va in un museo prima fa una visita virtuale e questo può aiutare a esempio i musei più piccoli. Ma l’innovazione e le tecnologie possono fare tanto anche per quanto riguarda il restauro dei beni culturali. Con noi ci saranno anche venti imprese italiane.
Faccia qualche esempio di tecnologia utile per la cultura.
Un esempio è quello della diagnostica per immagini, una tecnologia nata per la medicina che sta diventando centrale per lo studio e il restauro dei beni culturali. Ma penso anche al grande lavoro di digitalizzazione dei nostri enormi archivi storici che così possono essere messi in sicurezza.
E poi c’è il Pnrr che sulla cultura investe 5,6 miliardi. Sono sufficienti?
In realtà i fondi sono molti di più. Oltre a quelli specifici per questa missione ci sono 50 miliardi per la digitalizzazione e la cultura prende una parte importante di questi fondi così come per la ricerca. Insomma la cultura è orizzontale a più missioni e quindi anche grazie ai fondi del Pnrr può davvero fare grandi passi in avanti grazie all’innovazione.
Avete già deciso quale sarà il prossimo tema di cui si occuperà Cotec Europe?
Il prossimo appuntamento è previsto in Italia e dovrebbe svolgersi a Torino. La proposta che farò domani ( oggi per chi legge, ndr) è di dedicare l’incontro al rapporto tra innovazione e finanza.
Perché?
Credo che la finanza debba cominciare a valutare l’impresa e quindi decidere i finanziamenti non solo in base ai beni tangibili, ma anche a quelli intangibili come la capacità di innovare i prodotti, il know how, il capitale umano e la creatività su cui noi siamo leader.