A Belfast Sinn Fein verso vittoria storica
Cattolici favoriti, governo difficile. Sullo sfondo la riunificazione dell’isola
Domani si vota in tutte e quattro le nazioni del Regno Unito, ma le elezioni più importanti e dalle conseguenze più significative si terranno in Irlanda del Nord. Mentre infatti in Inghilterra, Scozia e Galles il voto deciderà la composizione delle amministrazioni locali, in Irlanda del Nord si vota per un nuovo Governo: sono in palio tutti i 90 seggi del Parlamento, la Stormont Assembly. Se i sondaggi si riveleranno accurati, i risultati saranno rivoluzionari per Belfast. Per la prima volta Sinn Fein, il partito repubblicano e cattolico un tempo braccio politico dell’Ira, potrebbe diventare il primo partito, relegando gli unionisti protestanti del Dup in secondo piano.
La previsione è che Sinn Fein otterrà il 26% dei consensi e il Dup il 19%, con l’Alliance, un partito liberale in forte ascesa, al 16%. Formare un Governo sarà difficile. Il partito che vince più seggi ha il diritto di nominare il primo ministro, ma il Dup ha già fatto sapere che non accetterà di fare da vice a un leader di Sinn Fein. Finora il Dup ha sempre nominato il premier, con il numero due riservato a Sinn Fein. La coalizione tra i due è sempre stata fragile, ma Brexit ha portato allo scontro aperto. Il Dup vuole abolire il Protocollo irlandese, concordato da Londra e Bruxelles, che prevede che l’Irlanda del Nord resti nell’orbita della Ue per non creare un confine interno sull’isola. Per protesta contro la “perdita di sovranità” il premier Paul Givan aveva dato le dimissioni in febbraio. Anche il Governo britannico ha minacciato di agire contro il Protocollo, ma questo creerebbe non solo una rottura insanabile con la Ue ma anche tensioni con gli Usa.
L’impatto del voto nordirlandese va molto oltre i confini territoriali: tocca la Repubblica d’Irlanda, dove Sinn Fein potrebbe “raddoppiare” diventando primo partito; colpisce il Governo britannico, stretto tra richieste degli unionisti e impegno siglato con Bruxelles; e viene sentito anche a Washington. In caso di crisi politica svanirebbe il sogno di Londra di un accordo commerciale con gli Usa.
Con l’ascesa di Sinn Fein in futuro potrebbe tenersi un referendum sulla riunificazione dell’Irlanda, previsto dagli accordi di pace, che resta l’obiettivo finale del partito cattolico. Non è una prospettiva a breve, ma un’altra conseguenza imprevista di Brexit.