Cina, fondo nazionale per neutralizzare i rischi finanziari
La Banca centrale gestirà le risorse che però saranno coperte dalle dismissioni
Con la madre di tutti i rischi finanziari sistemici alle porte, la Cina corre ai ripari con una proposta di legge in 42 articoli che venerdì diventerà definitiva. Servirà, nelle intenzioni del Consiglio di Stato che l’ha proposta e della Banca centrale che farà da capofila alle altre autorità coinvolte, a reggere l’urto del prossimo crash in arrivo, dato ormai per certo davanti all’aggravarsi della pandemìa e del blocco della catena dell’import- export.
Troppe volte la Cina contemporanea si è disunita davanti all’emergenza, dalla tempesta di Lehman Brothers nel 2008, al tonfo borsistico dell’agosto del 2015 passando, l’anno dopo, per il repulisti delle assicurazioni capitanate dall’aggressiva Anbang, fino ai 300 miliardi di dollari evaporati finora con il default dell’immobiliare Evergrande.
Il Gruppo di stabilità finanziaria capeggiato dall’abile negoziatore con gli Usa, il vice premier Liu He, da solo non basta. Troppe autorità competenti, aiuti a pioggia anti- crisi, corrotti e corruttori rimasti impuniti nonostante i fallimenti a catena. Poco trasparenti le regole del gioco finanziario e delle responsabilità individuali.
Così, come ha promesso il premier Li Keqiang nel suo ultimo discorso alla nazione lo scorso 5 marzo, « verrà istituito un fondo per garantire la stabilità finanziaria e verranno utilizzati metodi basati sul mercato e sulla legge per disinnescare rischi e potenziali pericoli » . Detto, fatto.
Li Keqiang non poteva sapere che i focolai di Shanghai sarebbero arrivati qualche settimana dopo; nel mentre le navi entravano e uscivano agilmente dal porto della megalopoli trainando ancora la bilancia commerciale cinese e quella valutaria, con tanto di ricca valuta estera in arrivo nelle casse dello Stato.
Con notevole tempismo, davanti agli indicatori economici in pericoloso calo, il progetto di legge sulla stabilità finanziaria è approdato in Parlamento bruciando i tempi con il suo carico di sanzioni pesantissime per chi sgarra, sia controllori sia controllati.
Maxi- stimolo infrastrutturale e continue iniezioni di liquidità stanno mettendo in circolo risorse enormi che, se non ben gestite, possono creare problemi irreparabili, per giunta al netto delle variabili globali, incluso il conflitto in Ucraina, responsabili del peggioramento del quadro economico cinese.
L’articolo 29 è lo snodo che mette la Cina in linea con i sistemi occidentali che prevedono l’operatività di un Fondo di garanzia della stabilità finanziaria. La Cina colma la lacuna e istituisce un suo Fondo di garanzia della stabilità finanziaria, sotto la gestione del meccanismo nazionale di coordinamento generale della stabilità finanziaria e dello sviluppo, sotto forma di Fondo di riserva per far fronte ai grandi rischi finanziari.
Il Fondo di garanzia per la stabilità finanziaria è costituito da fondi raccolti da istituzioni finanziarie, infrastrutture finanziarie e altri enti, nonché da altri fondi indicati dal Consiglio di Stato.
Quando necessario, i fondi pubblici, come il rifinanziamento della Banca centrale, possono essere utilizzati per fornire supporto di liquidità al Fondo di garanzia della stabilità finanziaria, somme che
Più trasparenza per i mercati, ma anche un sostegno alla leadership colpita dalla crisi economica
dovrebbero essere rimborsate con i proventi delle dismissioni delle realtà decotte.
Sarà sempre il Consiglio di Stato a prescrivere le misure specifiche per la raccolta, la gestione e l’utilizzo del Fondo di Garanzia della Stabilità Finanziaria. Ma la svolta è in atto, ormai. I salvataggi di aziende o di interi settori devono essere garantiti preventivamente da un’apposita provvista da rimborsare obbligatoriamente, quindi non si tratterà più di interventi a fondo perduto.
Una grossa operazione di trasparenza interna, quindi, sul fronte della prevenzione, risoluzione e smaltimento dei rischi finanziari all’interno delle rispettive regioni amministrative, necessari a mantenere la stabilità sociale e a reprimere legalmente le attività illegali all’interno delle diverse giurisdizioni. Ma anche una mossa politicamente necessaria per salvare il futuro dell’attuale leadership al potere. Non è un caso che si vociferi in questi giorni di acquisti da parte dello Stato di pezzi di immobiliare in difficoltà.
Non succedeva da tempo, perchè Pechino era stata irremovibile davanti al domino dei default. Probabilmente è una conseguenza dell’entrata in funzione di questo nuovo meccanismo che permette interventi di urgenza ma con fondi da ripianare.