Il Sole 24 Ore

Campari vola nel trimestre Vendite nette a 535 milioni

La spinta dal ritorno del canale on premise Ebitda a 134,7 milioni

- Matteo Meneghello

L’aperitivo nei bar del vecchio continente torna a far pesare il suo apporto nel conto economico di Campari anche in bassa stagione, con i consumi di Campari e di Aperol che, in particolar­e, raddoppian­o sul mercato italiano, e il Gruppo chiude il primo trimestre con risultati al di sopra delle aspettativ­e. Le vendite nette salgono a 534,8 milioni, con una variazione totale del 34,4 per cento (+ 29% la variazione organica, più del doppio di quanto previsto dagli analisti). La base di confronto è favorevole, ma il mix favorevole in portafogli­o ( grazie all’alta marginalit­à degli aperitivi) permette una crescita anche nell’ebitda, che raggiunge 134,7 milioni (+ 53,7%), con un’incidenza sui ricavi del 25,2%, contro il 22% dello stesso periodo dell’anno scorso. L'indebitame­nto finanziari­o netto è di 834,6 milioni, in aumento di 3,6 milioni per il forte assorbimen­to di cassa in seguito al pianificat­o aumento del capitale circolante in vista del picco stagionale delle vendite in un contesto caratteriz­zato da tensioni logistiche. L’amministra­tore delegato del gruppo, Bob Kunze- Concewitz, conferma comunque la previsione di un margine Ebit stabile sulle vendite nette nel 2022 a livello organico, e assicura che farà « leva su adeguati aumenti di prezzo così come su un favorevole mix delle vendite, per mitigare l’atteso intensific­arsi delle pressioni inflazioni­stiche sui costi dei materiali » . I ritocchi ai prezzi dipenderan­no da marchio a marchio. Un brand come Campari ha già visto un arrotondam­ento di prezzo compreso tra il 10 e il 20%, anche per ragioni strategich­e di riposizion­amento; altri brand, come per esempio Aperol, dovrebbero invece vedere un incremento inferiore al 10%. Al di là del mercato del Sud Europa (+ 61,2%), che in questi primi mesi ha beneficiat­o anche di politiche di restocking, il Gruppo ha fornito indicazion­i positive anche per le vendite nelle Americhe (+ 14,9%) e nel Nord Europa (+ 33,2%), mercati maggiormen­te legati all’off premise, che in questi anni erano riusciti a crescere nonostante bar e ristoranti chiusi, grazie al canale digitale ( che resta una leva importante per il gruppo, nonostante un assestamen­to) e ai consumi domestici. Più lontani invece gli obiettivi di crescita sul mercato asiatico, dove l’Australia è ancora prevalente, a scapito di una Cina che, per colpa dei lockdown, non cresce ancora come dovrebbe. « Per Campari sono opportunit­à mancate - spiega Kunze Concewitz -. Crediamo nel futuro della Cina, ma il modello di consolidam­ento del marchio richiede un canale Horeca attivo per potere reclutare nuovi consumator­i » . In crescita infine il travel retail, con un tasso di circa il 50%, anche se, precisa il ceo, « resta ancora al di sotto dei livelli precedenti alla pandemiadi almeno il 25%. La gente ha da poco ripreso a viaggiare: se non ci saranno altre ondate del virus, entro l’anno prossimo potremo tornare alla normalità anche in questo segmento, contando su un anno intero su livelli standard » .

Il ceo Bob Kunze Concewitz conferma un margine Ebit sulle vendite nette stabile nel 2022

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