Negli studi lo strumento c’è ma è poco utilizzato
L'obbligo del Pos generalizzato per i professionisti è spesso solo un obolo in più di scarsa utilità, che non semplifica l’attività e neppure fa emergere il sommerso. Alcune professioni ne fanno uso, ma altre come i commercialisti, o chi opera per lo più con le aziende no. Questo in sintesi il parere dei professionisti. « I clienti ci pagano con bonifico – spiega Maria Pia Nucera dell’Adc – per cui il Pos lo abbiamo ma non lo utilizziamo » . Sulla stessa linea Andrea Ferrari dell’Aidc. Marco Cuchel di Anc sottolinea l'assurdità di dover pagare mensilmente un obolo alla banca « sono - sostiene - costi fissi ingiustificati » . Per Matteo De Lise dell'Ungdcec il Pos non è un problema ma non è neanche una soluzione per contrastare l’evasione, « è un’ennesima normativa che non centra l'obiettivo » . Stesso commento da Emiliana Alessandrucci ( Colap) che parla di burocratizzazione inutile per la maggior parte dei professionisti. Gaetano Stella di Confprofessioni sottolinea l’inutilità di questa ulteriore stretta sanzionatoria che è facile immaginare rimanga solo sulla carta. Una categoria che utilizza da tempo pagamenti tracciabili è quella dei dentisti; il presidente dell’Andi Carlo Ghirlanda si è già espresso sul fatto che non consentire la deduzione a chi paga in contanti ( e lo dimostra con la fattura) penalizza chi ha poca dimestichezza con questi strumenti e cioè i più anziani. E in merito al Pos evidenzia l’eccessivo costo del servizio: « Capisco la ratio di questa ulteriore stretta, ma che i costi vadano a vantaggio del sistema bancario, che guadagna sia sul canone di abbonamento, a prescindere dall'utilizzo, sia su ogni transazione non lo trovo giusto » .