Lane ( Bce): « Rialzi graduali, focus sui dati »
« Un tasso fra - 0,5% e 0% non è in linea con un’inflazione al 2% »
Alla domanda « la Bce alzerà i tassi in luglio? » , il capo economista Philip Lane ha risposto che l’importante non è stabilire quando sarà il primo rialzo ma piuttosto quanti rialzi verranno decisi e in quanto tempo, sulla base dei dati ma anche tenuto conto della grande incertezza. Chiaro è, comunque, che con un’inflazione al 2% sul medio termine, la normalizzazione significa il ritorno a un tasso neutrale, in terreno positivo.
In base ai dati disponibili per ora e le aspettative degli analisti di politica monetaria sentiti dalla Bce - che segnano un’inflazione complessiva e di fondo attualmente ben sopra il target ma poi attorno al 2% nel 2024 - Lane è tornato sul concetto di normalizzazione, indicando che un tasso neutrale sarà positivo ma senza dire di quanto: « - 0,50% non è in linea con un’inflazione al 2% e neanche lo 0% è coerente con il 2%. La normalizzazione significa avere un tasso neutrale che mantiene l’inflazione al 2%, un tasso più alto di quello ( ndr. 0%) » .
Intervenendo a un evento organizzato dal think tank europeo Bruegel a Bruxelles, Lane ha ribadito che la gradualità e la tempistica dei rialzi dei tassi nell’area dell’euro dipenderanno dai dati. La Bce resta « data dependent » a causa della grande incertezza dovuta a una lunga serie di fattori: l’effetto positivo della fine delle restrizioni pandemiche nell’area dell’euro, l’impatto negativo del ritorno del Covid in Cina, la guerra in Ucraina che è uno shock con evoluzioni molto incerte, la « natura temporanea » dei colli di bottiglia e dell’impennata dei prezzi dell’energia, il peso delle aspettative sull’inflazione ma anche del rischio di recessione sulle trattative salariali in arrivo.
Lane ha sottolineato l’importanza, nelle decisioni di politica monetaria in Bce, della gradualità della normalizzazione; della flessibilità su strumenti e interventi per contrastare la frammentazione; della dipendenza dai dati; dell’elevata incertezza; dell’inasprimento delle condizioni finanziarie dato dal rialzo della curva dei rendimenti dei bond e dagli spread crescenti applicati dalle banche sui prestiti a imprese e famiglie; delle aspettative sull’inflazione non solo dei mercati e degli esperti ma anche dei lavoratori e dei consumatori.
Non tutti però sono cauti come Lane. Il governatore della banca centrale di Finlandia Olli Rehn, considerato tra le colombe della Bce, ha detto ieri che i tassi d’interesse devono salire in luglio e diventare positivi in autunno. L’economista tedesca Veronika Grimm, in linea con la Bundesbank, ha detto al Sole24Ore che « quando le aspettative di inflazione aumentano, come è già nel nostro caso, è difficile farle scendere mentre fanno salire salari e consumi. La Bce deve agire adesso: mettere fine agli acquisti di assets del QE e alzare i tassi. Se non lo farà, le aspettative di inflazione saliranno ulteriormente e diventerà ancora più difficile far calare l’inflazione, che potrebbe andare fuori controllo danneggiando l’economia » .