Bonomi: « Energia e cuneo, misure urgenti »
Il presidente a Crema: il tessuto industriale chiede manodopera ben formata
Dal lavoro, con la necessità « di ridurre il cuneo fiscale- contributivo per aumentare i salari e al tempo stesso rendere competitive le imprese » ; all’energia, dove l’ « obiettivo resta un prezzo comune regolato del gas » e la « riforma del mercato elettrico » . Dalla formazione, con « la spinta a Its e a tutta la filiera tecnico- professionale » per aggredire le difficoltà nel reperire talenti segnalate dagli imprenditori, in primis quelli lombardi; al Pnrr, da mettere presto a terra quanto a riforme ( alcune delle quali attese dal Paese da 25- 30 anni), ma ricalibrando alcuni obiettivi anche alla luce dell’aumento del costo delle materie prime; fino ad arrivare alla “metodologia” più corretta nell’affrontare i problemi - già iniziati nella seconda metà del 2021, e ora peggiorati con la guerra tra Russia e Ucraina - vale a dire operando con « interventi strutturali » , e non con risposte una tantum, populiste ( come i 200 euro previsti nel decreto Aiuti per lavoratori e pensionati, ed estesi anche ai percettori del Rdc - una mossa, quest’ultima, « che rischia di rappresentare un nuovo disincentivo a trovare un impiego » ).
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, conversando ieri al teatro San Domenico di Crema con un altro cremasco doc, Beppe Severgnini, ha parlato, a tutto tondo, dei temi ( e dei problemi) di più stretta attualità per l’Italia, e partendo dal territorio ( le prime domande di Severgnini sono state proprio su Crema: « Sono legato alla mia terra ed alla mia città, forse proprio perché sono andato via sono molto legato - ha risposto, con un po’ di emozione, Bonomi -. La tenacia è una caratteristica da cremasco » ).
Parlando poi del bisogno di manodopera specializzata ( una priorità per il tessuto industriale, a cominciare da quello lombardo), Bonomi ha evidenziato come ci sia bisogno di risorse « formate in modo serio dal punto di vista tecnico » , richiamando la necessità di rafforzare il link scuola- lavoro. Quello che mi preoccupa più ora? Lo « scontro sui temi sociali » , ha detto Bonomi, ricordando come nel 2021 un milione di italiani in più sia, purtroppo, scivolato nella soglia di povertà.
« Dobbiamo confrontarci nel merito delle questioni - ha spiegato Bonomi - e non con approcci ideologici. Vogliamo intervenire veramente per aiutare famiglie e imprese? In un momento in cui aumentano materie prime ed energia, restano capitale e costo del lavoro. L’unico su cui posso intervenire è il costo del lavoro. Con la nostra proposta da 16 miliardi mettiamo più soldi in tasca agli italiani, rendendo competitive le imprese. Abbiamo indicato anche le coperture, a partire dai 38 miliardi di extra gettito fiscale previsti nel Def per il 2022. Se qualcuno ha una proposta migliore per mettere i soldi in tasca agli italiani, ben venga, sediamoci a un tavolo » .
Insomma, per il leader degli industriali, « c’è bisogno di entrare in una dimensione nuova di quella che è la percezione del mondo del lavoro » ( e qui non tutto il sindacato è pronto al dialogo, la Cisl vuole un confronto, Cigl e Uil sono ancora un po’ ancorate al passato).
Il punto è che la politica è ormai da mesi in campagna elettorale; e non dialoga più con la società civile; e quando entrano in ballo interessi nazionali il Paese va in difficoltà. Dalle riforme bloccate ( fisco, concorrenza, politiche attive del lavoro, solo per citarne alcune) al Pnrr « la cui attuazione sta incontrando difficoltà » . « Credo che oggi dobbiamo entrare nella dimensione che l’industria manifatturiera italiana è una questione di interesse nazionale - ha tagliato corto il presidente Bonomi -. Altri Paesi lo hanno capito. Il nostro Paese ancora no » .
« Dobbiamo entrare nella dimensione che l’industria manifatturiera è una questione di interesse nazionale »