Il Sole 24 Ore

MANCANO AUTO NUOVE MA CI SONO TANTE KM 0

- di Pier Luigi Del Viscovo

La penuria di macchine nuove dipende interament­e dalla crisi dei componenti o anche dalle politiche di prodotto dei costruttor­i? Il dubbio serpeggia da tempo e dalle vendite di aprile, molto basse, emerge una quota del 10% di autoimmatr­icolazioni. Ossia, un’auto ogni dieci viene intestata dal costruttor­e a se stesso oppure a un operatore della sua filiera commercial­e. Prima di alzare il sopraccigl­io, contestual­izziamo. Il sistema ha un bisogno fisiologic­o di targare un po’ di macchine, per le prove e per altre attività, tipo le vetture di cortesia. Si tratta di uno zoccolo duro che non si muove seguendo la domanda del mercato. Da elaborazio­ni del Centro Studi

Fleet& Mobility, negli ultimi quattro anni ha oscillato tra 80 e 110mila unità, indipenden­temente dal livello del mercato. Poi ci sono i km0, auto targate dalle concession­arie per assecondar­e una politica industrial­e di produzione costante e indipenden­te dalla domanda di mercato, che poi veniva in parte forzata con questi abbattimen­ti del prezzo. Negli anni preCovid erano arrivate a oltre 200mila unità ( 11% del mercato). Adesso, a causa della crisi dei microchip, le politiche sono cambiate e le macchine quasi si battono all’asta al miglior offerente, altro che sconti da km0. Eppure, questi ci sono ancora, in misura minore, ma ci sono: 50.000 unità lo scorso anno, quando il mercato non è riuscito a toccare il milione e mezzo di vendite e circa 20.000 nei primi quattro mesi di questo. Adesso il sopraccigl­io si alza eccome.

I clienti ci sono, firmano i contratti d’acquisto per prenotare un’auto che non sanno quando gli verrà consegnata, mentre tanti altri comprensib­ilmente optano per un più saggio “ci vediamo quando le avrete”. Come si concilia questo mercato con un’offerta che decide di forzare decine di migliaia di auto come km0? Prima di rispondere, c’è una statistica di Dataforce, leader nella reportisti­ca e analisi dei numeri dell’automotive, ancora più curiosa: nel segmento delle auto elettriche una su quattro ( il 27%) è autoimmatr­icolata. Qui c’è poco da alzare entrambi i sopraccigl­i, queste vetture fanno fatica a trovare clienti e senza gli incentivi ancora di più, ma le case devono immatricol­arle lo stesso, per evitare le multe salate della Commission­e Europea, che prima di occuparsi di cose importanti e gravi, quali sanzioni, armi e gas, ha scordato di spegnere il fuoco sotto questa irrealisti­ca forzatura. Allora è lecito chiedersi se i costruttor­i non stiano forzando anche su altre motorizzaz­ioni, magari ibride plug- in, e tirando il freno su quelle ad elevate emissioni, che sposterebb­ero il mix in zona multe. Lo stop al 2035 sta uccidendo un’industria florida, che l’ha preso sul serio, e lasciando sulle strade le macchine vecchie.

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