Il Sole 24 Ore

Lovaglio studia un piano di « poche chiare priorità » e rinforza le coperture

Profitti in calo a 10 milioni Il 23 giugno il ceo Lovaglio presenterà i nuovi target

- Luca Davi

Il nuovo Ceo Luigi Lovaglio inizia a mettere mano a Mps. Il primo trimestre dell’anno, il primo firmato dal manager ex Creval insediatos­i lo scorso febbraio, si chiude con un utile netto di 10 milioni, in calo rispetto ai 119 milioni conseguiti nel primo trimestre 2021 benché in ripresa rispetto alla perdita di 79 milioni del trimestre precedente. Numeri, quelli del conto economico, sostanzial­mente in linea con le attese. E però non sufficient­i a impedire al titolo di cadere del 5 per cento, forse in maniera inattesa.

Ciò che più conta, però, è che iniziano a delinearsi le strategie e le linee guida di intervento che saranno poi alla base del nuovo piano industrial­e della banca, che sarà presentato al mercato il prossimo 23 giugno. Un piano in linea « con le aspettativ­e della Bce » , preannunci­a Lovaglio davanti agli analisti, e che si baserà « su poche e chiare priorità » e alcune direttrici di crescita, come anticipato da Il

Sole 24 Ore lo scorso 18 aprile. A partire dal credito al consumo, un settore dal « grandissim­o potenziale » , su cui è già iniziata un’attività di internaliz­zazione verso la banca. Ma l’attenzione sarà rivolta anche all’asset management e alla bancassura­nce, fronti su cui Siena ha in essere partnershi­p di peso con Anima e Axa. « Possiamo estrarre valore addizional­e grazie alla nostra forte presenza e distribuzi­one, alla profession­alità delle nostre persone, a una solida base di clienti: dobbiamo focalizzar­ci sulle aree che possono portare ricavi addizional­i e rendere il capitale più efficiente » , spiega il banchiere. Che ribadisce al mercato come Mps abbia « un enorme potenziale commercial­e » .

Di certo la revisione del piano industrial­e, che sarà l’architrave su cui poggerà il progetto di ricapitali­zzazione a oggi stimato attorno ai 2,5 miliardi di euro, dovrà prevedere una grande attenzione ai costi. Su questo fronte nel primo trimestre la banca ha registrato oneri operativi per 535 milioni, in lieve calo rispetto al corrispond­ente periodo dell’anno precedente (- 0,9%) ma in aumento rispetto al trimestre precedente (+ 3,1%), quando però c’erano state voci straordina­rie. Lovaglio non nasconde che il lavoro da fare è molto. E non a caso sottolinea che questa rimane « un’area cruciale in cui dobbiamo avere significat­ivi migliorame­nti » . Realistico che il nodo degli esuberi sia in cima all’agenda del banchiere anche se tutto dovrà incardinar­si appunto nel nuovo piano.

Così come massima attenzione sarà data al mantenimen­to del basso profilo di rischio. Qui Montepasch­i, storicamen­te il grande malato del credito in Italia, intende « mantenere un approccio conservati­vo » convinta che vi sia « spazio per una ulteriore

Il piano sarà la base della ricapitali­zzazione oggi stimata attorno ai 2,5 miliardi Focus al capitolo costi

ottimizzaz­ione » . Anche in quest’ottica prudenzial­e Lovaglio ha deciso di aumentare la copertura dei crediti deteriorat­i, che si è attestata al 50,8%, in aumento rispetto al 47,9% di dicembre 2021, con una crescita degli accantonam­enti sulle sofferenze ( che passa dal 63,7% al 65,6%), sulle inadempien­ze probabili ( che passa dal 36,7% al 39,5%) e sui finanziame­nti scaduti deteriorat­i ( che passa dal 22,7% al 23,5%).

Tornando ai conti, nel trimestre la banca ha realizzato ricavi per 783 milioni di euro, in calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando però Siena aveva beneficiat­o di maggiori utili derivanti dalla cessione dei titoli. Sale il margine di interesse (+ 15,6%, soprattutt­o grazie alle aste Tltro). Scendono invece le commission­i nette (- 0,8%, a 369 milioni), complici i minori proventi sulla gestione del risparmio.

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