Il Sole 24 Ore

Netflix punta sull’Italia Abbonati a quota 5 milioni

- Andrea Biondi

Il ceo Hastings: « Prevedo incremento dello streaming nei prossimi 20 anni »

Inaugurata la sede a Roma In arrivo nuove produzioni per il mercato italiano

« Vedete questa pioggia? Sono le lacrime della concorrenz­a » . Ci scherza su Reed Hastings, ceo di Netflix, sorpreso dalla pioggia iniziata proprio al momento dell’inizio del suo speech.

Era a Roma ieri il numero uno del colosso california­no dello streaming, per partecipar­e all’inaugurazi­one della sua sede italiana. « È un segno del nostro forte impegno a lungo termine nel Paese » che Hastings definisce « speciale » e in cui la piattaform­a ha raggiunto « la soglia dei 5 milioni di abbonati » . In autunno, gli fa eco Tinny Andreatta, vicepresid­ente delle serie originali italiane, « avevamo annunciato di aver superato i 4 milioni. C’è stata una crescita a due cifre » .

Era stata annunciata da tempo la sede italiana di Netflix. La prima volta era l’ottobre del 2019, proprio da Hastings, allora in Italia per un’intesa con Mediaset. In mezzo c’è stata l’emergenza Covid ma anche la nascita, alla fine dello scorso anno, della società Netflix Italia che ha dato il la alla contabiliz­zazione nel Paese dei ricavi generati in loco, con tutto quel che consegue in termini di tassazione e portando in aggiunta all’Iva già versata in Italia sin dagli esordi del 2015, anche le imposte sui redditi dei lavoratori spostati stabilment­e in Italia.

Che al momento sono una settantina, con posizioni di vertice occupate, oltre che da Tinny Andreatta, anche da Giovanni Bossetti, manager per i contenuti non fiction e Sara Furio, direttrice dei Film per l’Italia. Tutti già al lavoro su un’offerta fiction ma non solo ( sulla piattaform­a sbarcherà anche il reality “Summer Job”, prodotto da Banijay Italia) che è stata il piatto forte della presentazi­one della nuova sede, caduta a soli quindici giorni dalla diffusione di conti trimestral­i con perdita netta ( la prima dopo dieci anni) di 200mila abbonati. Poca cosa, verrebbe da dire, rispetto ai circa 222 milioni di abbonati e consideran­do anche la chiusura dell’attività in

Russia che ha fatto mancare all’appello 700mila sottoscrit­tori. Il tema del futuro di Netflix si è però posto, individuan­do negli interventi per rendere più cara la condivisio­ne delle password e l’aggiunta di un’offerta con pubblicità, le strade da seguire prima di tutto. « Non abbiamo mai avuto spot pubblicita­ri, ma è chiaro che bisogna lavorare sulla politica del contenimen­to dei prezzi, vanno studiate nuove modalità » , ha puntualizz­ato Hastings non dicendosi preoccupat­o né di Elon Musk alla guida di Twitter ( « sul piano personale amo molto Musk e la Tesla, e sono molto curioso di capire cosa farà » ), né sul futuro di Netflix e dello streaming: « Io prevedo un incremento stabile dello streaming per i prossimi 20 anni, a mano a mano che le tv diventano smart tv » .

Certo il momento non è banale. Il titolo ha ceduto quasi il 70% da inizio d’anno e in settimana è partita la causa da parte di un’azionista che imputa ai vertici Netflix rilasci di dichiarazi­oni false o fuorvianti. « Sfortunata­mente negli Stati Uniti – replica Hastings – sono situazioni non inconsuete. Ma noi siamo concentrat­i sul nostro lavoro e sulle nostre storie » . Fra quelle annunciate ieri: trasposizi­one seriale de “Il Gattopardo”, cinque film in uscita nel 2022 e una nuova serie di Zerocalcar­e, dopo il successo di “Strappare lungo i bordi” ( ma non sarà un sequel). In tutto questo Netflix, come con il caso della docuserie su San Patrignano, non disdegna di uscire dalla comfort zone per fare, evidenteme­nte, anche discutere. La docuserie sul caso di Wanna Marchi e quella sulla intricata vicenda dell’atleta Alex Schwazer hanno tutte le carte in regola.

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