Netflix punta sull’Italia Abbonati a quota 5 milioni
Il ceo Hastings: « Prevedo incremento dello streaming nei prossimi 20 anni »
Inaugurata la sede a Roma In arrivo nuove produzioni per il mercato italiano
« Vedete questa pioggia? Sono le lacrime della concorrenza » . Ci scherza su Reed Hastings, ceo di Netflix, sorpreso dalla pioggia iniziata proprio al momento dell’inizio del suo speech.
Era a Roma ieri il numero uno del colosso californiano dello streaming, per partecipare all’inaugurazione della sua sede italiana. « È un segno del nostro forte impegno a lungo termine nel Paese » che Hastings definisce « speciale » e in cui la piattaforma ha raggiunto « la soglia dei 5 milioni di abbonati » . In autunno, gli fa eco Tinny Andreatta, vicepresidente delle serie originali italiane, « avevamo annunciato di aver superato i 4 milioni. C’è stata una crescita a due cifre » .
Era stata annunciata da tempo la sede italiana di Netflix. La prima volta era l’ottobre del 2019, proprio da Hastings, allora in Italia per un’intesa con Mediaset. In mezzo c’è stata l’emergenza Covid ma anche la nascita, alla fine dello scorso anno, della società Netflix Italia che ha dato il la alla contabilizzazione nel Paese dei ricavi generati in loco, con tutto quel che consegue in termini di tassazione e portando in aggiunta all’Iva già versata in Italia sin dagli esordi del 2015, anche le imposte sui redditi dei lavoratori spostati stabilmente in Italia.
Che al momento sono una settantina, con posizioni di vertice occupate, oltre che da Tinny Andreatta, anche da Giovanni Bossetti, manager per i contenuti non fiction e Sara Furio, direttrice dei Film per l’Italia. Tutti già al lavoro su un’offerta fiction ma non solo ( sulla piattaforma sbarcherà anche il reality “Summer Job”, prodotto da Banijay Italia) che è stata il piatto forte della presentazione della nuova sede, caduta a soli quindici giorni dalla diffusione di conti trimestrali con perdita netta ( la prima dopo dieci anni) di 200mila abbonati. Poca cosa, verrebbe da dire, rispetto ai circa 222 milioni di abbonati e considerando anche la chiusura dell’attività in
Russia che ha fatto mancare all’appello 700mila sottoscrittori. Il tema del futuro di Netflix si è però posto, individuando negli interventi per rendere più cara la condivisione delle password e l’aggiunta di un’offerta con pubblicità, le strade da seguire prima di tutto. « Non abbiamo mai avuto spot pubblicitari, ma è chiaro che bisogna lavorare sulla politica del contenimento dei prezzi, vanno studiate nuove modalità » , ha puntualizzato Hastings non dicendosi preoccupato né di Elon Musk alla guida di Twitter ( « sul piano personale amo molto Musk e la Tesla, e sono molto curioso di capire cosa farà » ), né sul futuro di Netflix e dello streaming: « Io prevedo un incremento stabile dello streaming per i prossimi 20 anni, a mano a mano che le tv diventano smart tv » .
Certo il momento non è banale. Il titolo ha ceduto quasi il 70% da inizio d’anno e in settimana è partita la causa da parte di un’azionista che imputa ai vertici Netflix rilasci di dichiarazioni false o fuorvianti. « Sfortunatamente negli Stati Uniti – replica Hastings – sono situazioni non inconsuete. Ma noi siamo concentrati sul nostro lavoro e sulle nostre storie » . Fra quelle annunciate ieri: trasposizione seriale de “Il Gattopardo”, cinque film in uscita nel 2022 e una nuova serie di Zerocalcare, dopo il successo di “Strappare lungo i bordi” ( ma non sarà un sequel). In tutto questo Netflix, come con il caso della docuserie su San Patrignano, non disdegna di uscire dalla comfort zone per fare, evidentemente, anche discutere. La docuserie sul caso di Wanna Marchi e quella sulla intricata vicenda dell’atleta Alex Schwazer hanno tutte le carte in regola.