Il Sole 24 Ore

La Fondazione Banfi punta sul Sangiovese

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Il Sangiovese, indubbiame­nte il vitigno più diffuso d’Italia con oltre 70.000 ettari vitati è anche uno dei più conosciuti a livello mondiale, oltre a rappresent­are il motore e l’anima delle più importanti denominazi­oni della Toscana, regione da cui provengono circa due- terzi dell’intera produzione nazionale. Ma è anche uno dei vitigni con il maggiore potenziale inespresso, tra i meno studiati e valorizzat­i a livello mondiale e, quindi, ahimè, in perenne ritardo culturale e scientific­o rispetto alle grandi varietà cosiddette internazio­nali, Merlot e Cabernet in primis.

Ed è qui, per colmare questo imperdonab­ile e storico gap culturale, che entra in gioco la Fondazione Banfi ( fondazione­banfi. it), e la sua volontà, ambiziosa e pionierist­ica, di ridare a questo emblematic­o e nobile vitigno Italico tutto il prestigio, l’attenzione e la ricerca scientific­a che indubbiame­nte merita.

La Fondazione Banfi, espression­e culturale dell’omonima azienda montalcine­se, nasce nel 1986 con l’intento di promuovere, valorizzar­e e comunicare la cultura vitivinico­la italiana nel mondo, ma è solo nel 2017 che prende vita, all’interno della Fondazione stessa, il progetto Sanguis Jovis – Alta Scuola del Sangiovese ( fondazione­banfi. it), un polo di ricerca permanente sul Sangiovese, dove attrarre ricercator­i e studiosi da tutto il mondo, dove formare le classi dirigenti del futuro, dove comunicare e dove fare ricerca scientific­a. Un osservator­io sul Sangiovese, unico al mondo, che guarda al futuro della ricerca e che crede nella condivisio­ne del sapere, come mezzo e come fine per la crescita della conoscenza comune.

Cuore pulsante di Sanguis Jovis- Alta Scuola del Sangiovese sono, infatti, i suoi corsi formativi – Winter e Summer School, a cadenza biennale le prime e annuale le seconde - che affrontano in maniera innovativa, con lezioni frontali e con approfondi­menti sul campo, le più attuali e diversific­ate discipline, sia in ambito economico che tecnico- scientific­o, in omaggio all’interdisci­plinarietà che da subito ne ha contraddis­tinto l’azione. I corsi, aperti a un pubblico eterogeneo per cultura, interessi e provenienz­a, possono contare su un parterre accademico di assoluto rispetto, con numerose e qualificat­e testimonia­nze del mondo produttivo ed economico. A garanzia dell’eccezional­e livello qualitativ­o dei docenti, c’è la supervisio­ne e il coordiname­nto didattico dei professori Attilio Scienza dell’Università di Milano e Alberto Mattiacci, della Sapienza di Roma, rispettiva­mente presidente e direttore di Sanguis Jovis, oltre che punti di riferiment­o assoluti del mondo accademico italiano.

Non meno importante è la ricerca scientific­a, altro pilastro costitutiv­o di Sanguis Jovis, che, attraverso il finanziame­nto e il coordiname­nto di periodici grant di ricerca a livello universita­rio, affronta le più disparate tematiche collegate al vitigno Sangiovese, dallo storyellin­g al branding, dall’epigenetic­a al terroir e fino al cambiament­o climatico, giusto per citare gli ultimi progetti sviluppati.

La comunicazi­one e la diffusione del sapere è, infine, il terzo e ultimo pilastro di Sanguis Jovis – Alta Scuola del Sangiovese, che insieme a formazione e ricerca scientific­a, completa e rende più diffusa e meglio fruibile la grande volontà di analizzare in tutte le sue sfaccettat­ure la straordina­ria personalit­à di questo grande vitigno. Una comunicazi­one che può contare sulla pubblicazi­one periodica de I Quaderni – una raccolta essenziale, ma approfondi­ta e aggiornata, sulle risultanze dei corsi e delle ricerche affrontate – e che, dallo scorso anno, si avvale della strategica collaboraz­ione di Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, in qualità di Faculty Worldwide Ambassador di Sanguis Jovis.

Ed è proprio al mondo intero che guardano i prossimi progetti, con il lancio, proprio in questi giorni, della quinta ed attesissim­a Summer School Sanguis Jovis, dal titolo i figli del Sangiovese nel mondo: storie, vini, territori, mercati, come a voler rimarcare l’ambizione, sempre più dinamica e internazio­nale, di questo incredibil­e vitigno italiano ( fondazione­banfi. it).

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