Rete tlc, ok alla manodopera del consorzio Open Fiber- Aspi
Il piano per la banda ultralarga. Approvato un emendamento al Dl taglia- prezzi per accelerare i lavori di posa della fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato. Superati i rilievi dell’Anac
Un comma per sbloccare i cantieri per la banda ultralarga. Arriva la norma che consente a Open Fiber, concessionaria dei lavori per la copertura delle aree bianche ( quelle definite a “fallimento di mercato”), di utilizzare anche la manodopera del consorzio Open Network Solutions appena costituito con Aspi. Un emendamento a prima firma Toffanin ( Forza Italia) al decreto taglia- prezzi approvato in Senato risolve la controversia. La medesima norma tra l’altro era stata proposta anche dai ministeri competenti per l’inserimento nel nuovo decreto aiuti che è in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Si stabilisce che i soggetti titolari di concessioni per lavori di esecuzione di reti di telecomunicazione e « in possesso dei requisiti per l’esecuzione in proprio dei lavori possono procedere direttamente anche mediante società da essi direttamente o indirettamente controllate, alla realizzazione dei lavori anche in deroga ad eventuali clausole convenzionali » .
Il parere anac
Il problema si era concretizzato in seguito a un parere dell’Anac ( l’autortà nazionale anticorruzione) richiesto da Infratel, la società pubblica che gestisce il piano banda larga, guidata da Marco Bellezza, e dalla stessa Open Fiber. Nel parere di 13 pagine l’Anac esprimeva riserve sulla possibilità per Open Fiber di ricorrere all’istituto dell’affidamento di lavori in- house e per il ricorso al subappalto prevedeva la necessità di stipulare un atto aggiuntivo alla concessione. Complicazioni di fatto superate dalla norma voluta da governo e maggioranza che ora rende direttamente impiegabile la manodopera del consorzio annunciato ad aprile e al quale partecipano Open Fiber con una quota dell’ 80%, la controllata di Aspi Amplia Infrastructures ( ex Pavimental) con il 15% e Ciel, società specializzata nel settore degli impianti tecnologici, con il 5%.
I rischi per il Pnrr
Nella documentazione inviata all’Anac emerge con chiarezza come il problema della manodopera stia rendendo complicato non solo il completamento del piano “aree bianche” ma metta a rischio anche l’esecuzione nei termini previsti, cioè la metà del 2026, dei lavori previsti dalle gare del Piano nazionale di ripresa e resilienza ( Pnrr). Un pericolo messo in luce con chiarezza nelle settimane scorse anche dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Dopo l’aggiudicazione, Open Fiber ha svolto gare per l’affidamento a terzi dei lavori di affidamento, per un valore complessivo di 2 miliardi. Ma « il ricorso al mercato tuttavia - si legge nella memoria raccolta dall’Anac - si è rivelato insufficiente a soddisfare le esigenze del concessionario per la realizzazione della rete, posto che le imprese selezionate hanno dimostrato una carenza strutturale di manodopera per far fronte agli impegni assunti ( situazione che potrebbe acuirsi con l’aumento della richiesta di maestranze legata all’attuazione del Pnrr) » .
Il protocollo Colao- Cartabia
Su questo tema si stanno muovendo il ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, guidato da Vittorio Colao, e il ministero della Giustizia cui è a capo Marta Cartabia. I due dicasteri hanno finalizzato un protocollo d’intesa per coinvolgere alcune centinaia di detenuti, regolarmente retribuiti con le condizioni contrattuali di categoria, nei lavori per la posa della fibra ottica. Un progetto di reinserimento sociale abbinato a uno dei problemi più
Protocollo di intesa tra Giustizia e Innovazione per un progetto di impiego di detenuti nei cantieri evidenti di realizzazione del Pnrr.
Open Fiber in una nota ha fatto sapere di avere aderito « con convinzione a questa intelligente iniziativa promossa dai ministri Cartabia e Colao che partendo da una finalità di natura sociale, può contribuire a tamponare la scarsità di manodopera sui cantieri » .