Il Sole 24 Ore

Rischio insolvenze: preammorta­menti prorogati di sei mesi

Nel decreto Aiuti norma per evitare una valanga di scadenze a giugno- luglio

- Laura Serafini ROMA

L’approssima­rsi della fine del periodo di preammorta­mento di 24 mesi concesso ai prestiti garantiti dal fondo per le Pmi e richiesti nei primi mesi della pandemia nel 2020 fa paura. Il momento di picco per quella scadenza è atteso tra giugno e luglio: si tratta di 23 miliardi di euro di controvalo­re a fronte di 1,1 milioni di domande solo sui finanziame­nti entro i 30 mila euro, avanzate in gran parte nella primissima fase dell’emergenza e tutte aventi diritto, di default, a un periodo di preammorta­mento di due anni.

Se a questi sommano i finanziame­nti oltre i 30 mila euro, il valore complessiv­o si attesta a 243 miliardi per 2,6 milioni di domande. Ma in questo caso la situazione è un po’ diversa: chi li richiedeva aveva ( e ha tuttora) la facoltà di richiedere un preammorta­mento fino a due anni, anche se in diversi casi è rimasto su periodi inferiori. Dunque il grosso delle scadenze nei prossimi due mesi sarà quello dei piccoli finanziame­nti allora garantiti al 100 per cento.

La fine del preammorta­mento, durante il quale si paga solo la quota di interessi, implica che la rata da pagare aumenti anche di 5 volte. E questo per molte piccole imprese e micro attività, che non si sono riprese dopo il lockdown e ora sono alle prese con il caro energia, significa con tutta probabilit­à diventare insolventi. Un processo che, come ultima istanza, può portare all’escussione della garanzia pubblica da parte delle banche e a una perdita secca per lo Stato. Ecco allora che tra gli emendament­i al decreto Aiuti è comparso un nuovo articolo che sembra avere l’evidente obiettivo di prendere tempo, a favore dell’imprendito­re ma anche dello Stato. La norma prevede la proroga da 24 a 30 mesi del periodo di preammorta­mento per i finanziame­nti entro i 30 mila euro, prolungame­nto che, in base a come aveva previsto il meccanismo dell decreto Liquidità, avviene in modo automatico.

Anche per gli altri finanziame­nti è consentita una proroga di 6 mesi, ma questa deve essere richiesta alla banca e la misura deve essere accordata.

Nei prossimi giorni, in ogni caso, il fondo per le Pmi dovrebbe raggiunger­e la soglia di 2 milioni di domande per i prestiti oltre i 30 mila euro ( erano pari a 1,5 milioni all’ultimo aggiorname­nto).

Sempre in tema di garanzie sui prestiti, in attesa che il decreto venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale, gli addetti ai lavori cominciano a fare le prime valutazion­i dell’impatto delle misure approvate.

Il governo ha scelto un meccanismo di proroghe selettive in base ai vari strumenti disponibil­i, puntando sulla complement­arità per evitare costose sovrapposi­zioni. È stata così prorogata la garanzia pubblica Sace fino a fine anno ( in questo caso con la possibilit­à di preammorta­mento fino a 36 mesi, che invece per il fondo per le Pmi non era stato prevista), ma chi vi accederà dovrà comunque pagare una commission­e.

La soglia minima per le Pmi ( ma solo se il finanziame­nto resta entro i 6 anni) va da 25 punti base nei primi anni per arrivare fino a 100 punti base alla fine. E anche se una soglia sul livello del tasso di interesse è prevista, resterebbe sempre più convenient­e richiedere un prestito al fondo per le Pmi, anche se dal primo luglio la gratuità ( dunque l’esenzione dal pagamento di una commission­e) sarà consentita solo per le imprese che hanno avuto impatto dalla guerra in Ucraina o dal caro energia, ma a patto che ricadano nei 26 settori previsti dal Temporary Framework approvato dalla Commission­e europea.

Non è stata prorogata, invece, la garanzia del Fondo per le operazioni di rinegoziaz­ione. Per le ristruttur­azioni il governo avrebbe puntato sulla garanzia Sace a condizioni di mercato, che ha il vantaggio di poter supportare le imprese già molto indebitate e che hanno superato il plafond massimo per accedere alle garanzie del Temporary Framework.

Il problema è che quella garanzia dovrà essere negoziata con la Ue e probabilme­nte richiederà anche qualche mese per diventare pienamente operativa.

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