Il Sole 24 Ore

Armi, Salvini alza i toni Pranzo teso fra Letta e Conte

Draghi sotto tiro. Il leader leghista incalza: « Nuovi armamenti allontaner­ebbero la pace » Crisi ucraina e termovalor­izzatore per Roma al centro dello scontro tra Pd e M5S

- Barbara Fiammeri Emilia Patta

Il faccia a faccia a Washington tra Joe Biden e Mario Draghi alimenta ulteriorme­nte le tensioni già forti nella maggioranz­a sulle mosse da fare dopo il rientro del premier dalla trasferta negli Stati Uniti. La conferma è da un parte il pranzo andato di traverso ieri tanto a Enrico Letta quanto a Giuseppe Conte proprio sulla linea da tenere nei confronti della Russia, nonostante pubblicame­nte si continui a ripetere che si andrà avanti nel tentativo di mantenere l’alleanza a partire dalle imminenti comunali. Dall’altra le ultime dichiarazi­oni di Matteo Salvini, che fotografan­o la distanza sempre più ampia tra il leader della Lega e il premier sul sostegno alla resistenza ucraina. « Inviare nuove armi allontaner­ebbe la pace, e non mi sembra opportuno » , scandisce. E aggiunge: « Se verranno richieste più armi io dovrei riunire la Lega per decidere » . I partiti del vecchio asse giallo- verde, insomma, attendono Draghi al varco: il tam tam perché il 19 il previsto question time del premier si trasformi in una informativ­a vera e propria, e quindi in un dibattito seguito da un voto, è già partito.

Proprio la richiesta perentoria del M5s a Draghi di riferire in Aula, richiesta partita ben prima del viaggio in Usa del premier, è stato uno dei motivi di scontro tra Conte e Letta durante il lungo pranzo di ieri: due ore di contrappos­izione, dalla politica internazio­nale al termovalor­izzatore deciso dal sindaco dem di Roma Roberto Gualtieri e contro cui l’ex sindaca Virginia Raggi ha già annunciato un ricorso, che di fatto congelano il progetto del campo largo lettiano. Per il segretario del Pd il voto di marzo del Parlamento, con anche il sì del M5s, autorizza il governo a mandare armi per la difesa dell’Ucraina secondo l’articolo 51 della Carta dell’Onu fino a fine anno: come a dire che un altro voto non è necessario ed è scelta del premier la modalità con cui riferire in Aula. Che è esattament­e la linea di Palazzo Chigi. Mentre Conte ha ribadito al suo “alleato” di essere rimasto sorpreso che sia stato il solo a chiedere un confronto democratic­o: « Dovrebbe considerar­si del tutto scontato a distanza di due mesi dall’inizio della guerra » . Il messaggio recapitato da Conte a Letta è che le posizioni politiche su cui ultimament­e si è registrata una divergenza con Draghi ( e quindi anche con il Pd) sono questioni di primaria importanza per il movimento perché corrispond­ono a valori identitari. « Non c’è alcuna possibilit­à che il M5s, ad esempio sulla guerra, sulla transizion­e ecologica, sul salario minimo, possa rivedere le sue posizioni » . Da parte sua Letta non ci sta ad essere dipinto come il leader ” con l’elmetto” e rivendica la linearità della sua posizione: sostegno alla resistenza ucraina e contempora­neamente iniziativa europea per una soluzione diplomatic­a del conflitto. In quest’ottica rientra la proposta di una missione dei Paesi europei più grandi ( Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia) prima a Kiev e poi a Mosca. Così come la proposta di una Confederez­ione della Ue ( poi ripresa dal presidente francese Emmanuel Macron, che la chiama Comunità politica) per inglobare politicame­nte Ucraina e altri Paesi dell’Est prima che siano maturi i tempi per un’adesione formale.

Al di là delle strategie, quello che di fatto il presidente del M5s prospetta all’alleato è una politica delle « mani libere » . Nei confronti dell’alleanza, certo, ma anche nei confronti del governo. O almeno questo è il timore dei dem. Sull’altro fronte anche Salvini scalda i motori. Il leader della Lega sabato lancerà la sua campagna elettorale e ha bisogno di riconquist­are un’autonomia di manovra per evitare ulteriori perdite di voti nei confronti di Fratelli d’Italia. La strategia dei distinguo, però, tanto di Conte quanto di Salvini, finora non ha pagato. Almeno guardando i sondaggi dei maggiori istituti, che continuano a dare M5s e Lega in discesa. Anche per questo resta cauta Forza Italia: nonostante Silvio Berlusconi abbia fatto capire di non voler « isolare la Russia » , ieri la fedelissim­a capogruppo al Senato Anna Maria Bernini ha sottolinea­to che « non possono esserci subordinat­e agli aiuti da inviare all’Ucraina per difendersi dall’aggression­e russa » , ma gli Stati Uniti devono farsi carico del sostegno all’Europa e in particolar­e a quei Paesi come l’Italia che stanno pagando un prezzo elevato per le sanzioni contro Mosca.

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M5S e Lega attendono il rientro dagli Usa: « Il question time del 19 sia una informativ­a con voto »

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ANSA no a nuove armi. Il segretario della Lega Matteo Salvini è schierato personalme­nte contro l’ipotesi di invio di nuove armi al governo ucraino

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