Il Sole 24 Ore

A Shanghai disinfetta­no le case Yuan debole, timori di recessione

Abitazioni sigillate per chi risulta positivo e quarantena per chi vive nel pianerotto­lo

- Rita Fatiguso

La Cina vuol vincere la sua battaglia contro le varianti del Covid- 19. Costi quel che costi. Incluse le ferite inferte agli esseri umani e all’economia con i lockdown feroci, inaspriti in nome della strategia Zero Covid.

La bilancia commercial­e ha frenato ad aprile raggranell­ando un misero 3,9% nell’export con l’import invariato, ma c’è in agguato anche la sferzata dello yuan debole in picchiata dai primi di aprile, ieri ai minimi da 20 anni sul dollaro che, inevitabil­mente, penalizzer­à le transazion­i con l’estero.

Da sabato scorso le misure restrittiv­e a Shanghai sono state ulteriorme­nte rafforzate. Case sigillate per chi risulta positivo anche se asintomati­co, disinfesta­zioni forzate a tappeto degli appartamen­ti, divieto di utilizzo dei delivery per il cibo. Quarantena garantita in appositi centri per chi ha la sfortuna di abitare sullo stesso pianerotto­lo di una famiglia con un positivo accertato. « Ormai la battaglia è per l’acqua » , dice da Shanghai un profession­ista di lungo corso in Cina che chiede di restare anonimo. L’acqua potabile inizia a scarseggia­re.

Venticinqu­e milioni di abitanti lottano per non contaminar­si, un test con la riga rossa ed è la fine di un intero nucleo familiare.

Shanghai non è Wuhan e si vede, i disagi si moltiplica­no, anche le ultime due linee della metropolit­ana

i disagi si moltiplica­no, le ultime due linee della metropolit­ana ora sono ferme, la popolazion­e è allo stremo

ora sono ferme, la popolazion­e è allo stremo, l’economia soffre.

Ieri la giapponese Toyota ha annunciato la sospension­e di parte della sua produzione in Giappone a causa di interruzio­ni alla catena di approvvigi­onamento per le misure restrittiv­e anti pandemia.

Il porto di Shanghai è praticamen­te fermo. Tesla ha pianificat­o di sfornare meno di 200 auto elettriche nella sua gigafactor­y ben sotto le solite 1.200 unità giornalier­e realizzate dopo la riapertura del 19 aprile. Perché a Shanghai il contagio non si ferma, con altri 3mila casi in calo rispetto ai 26mila di metà aprile. Sono stati segnalati 6 decessi da Covid- 19, portando il bilancio dall’epidemia a 553.

Lasciare Shanghai è praticamen­te impossibil­e. Eppure la città ha utilizzato un sistema draconiano anche rispetto alla capitale, Pechino, che però ha registrato solo 74 nuovi casi e dove il traffico, pur rarefatto, c’è. Shanghai, invece, è un deserto totale.

« Quello che davvero colpisce noi tutti - aggiunge il profession­ista italiano a Shanghai - è l’incertezza sulla durata di questa pena » .

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