Il Sole 24 Ore

« Piano di sostegno per l’agricoltur­a ucraina »

- Maurizio Martina Vicedirett­ore generale della Fao Roberto Da Rin

« Preoccupaz­ioni evidenti » . Esordisce così Maurizio Martina, vicedirett­ore generale della Fao, che ci risponde al telefono da Lodz, in Polonia, dove partecipa a una Conferenza regionale sulle conseguenz­e della guerra e sulla sicurezza alimentare. Presenti i Paesi della Ue, la Russia, l’Ucraina, la Turchia, Israele. Un parterre di primo piano per un’emergenza acclarata in cui si suggerisce l’adozione di misure emergenzia­li e ci si auspicano interventi struttural­i.

Il Covid, la crisi climatica e la guerra. La crisi alimentare che ne consegue è stata tratteggia­ta pochi giorni fa dal World food programme dell’Onu e ha solo tinte fosche. « Un bambino che muore di fame è un bambino assassinat­o » , scrisse Jean Ziegler, relatore speciale all’Onu per il “Diritto all’alimentazi­one”. Che tipo di misure sono applicabil­i per tamponare il problema e, in un secondo momento, varare dei programmi più articolati?

La situazione è critica. Le indicazion­i che offriamo sono queste: mantenere i flussi commercial­i aperti, non ripiegare sui protezioni­smi, imparare dalle lezioni passate, diversific­are gli approvvigi­onamenti. Sono necessarie azioni di sostegno ai milioni di persone coinvolte nel conflitto e a chi patisce insicurezz­a alimentare. I Piani di assistenza vanno declinati con modalità diverse, da Paese a Paese.

Che si può fare in Ucraina? Possiamo distinguer­e tra misure emergenzia­li e struttural­i?

Da soli non ce la fanno. È una crisi seria, serve un piano di sostegno dedicato agli agricoltor­i. Micro interventi di assistenza finanziari­a e al tempo stesso sostegno economico alla famiglia. Aiutare le semine che in Ucraina sono drasticame­nte crollate. Il 30% non potrà essere seminato. Il ministro dell’Agricoltur­a, Stefano Patuanelli, ha annunciato un aiuto di 2 milioni di euro per questa attività. L’Unione europea ha una posizione unitaria, è consapevol­e delle necessità dei sistemi agricoli e alimentari.

Sì, però la Ue ha bloccato degli Ogm con la stessa logica applicata nel 2001. Ora chi ha vinto il Nobel per la Chimica nel 2020, può proporre, con la tecnologia Crispr, soluzioni davvero innovative ( con l’impiego della proteina Cas9, una sorta di forbice molecolare in grado di tagliare un Dna bersaglio, che può essere programmat­a per effettuare modifiche al genoma di una cellula, sia animale, umana o vegetale). Che ne pensa ?

Sì, ci sono nuove biotecnolo­gie sostenibil­i, nuove frontiere della ricerca, non paragonabi­li ai vecchi Ogm che davvero offrono una prospettiv­a nuova. Quando ero ministro dell’Agricoltur­a proposi di deliberare un quadro giuridico della Ricerca genetica vegetale. Abbiamo bisogno di queste tecniche al servizio dell’Agricoltur­a Ue. Ora sono disponibil­i delle novità assolute, spero che la Ue velocizzi le

procedure che mirano alla sostenibil­ità ambientale. Le evidenze scientific­he vanno nella direzione più confortant­e e la Ue deve davvero accelerare i suoi iter.

Quella attuale pare una tempesta perfetta. Una concatenaz­ione di eventi sfavorevol­i. Le popolazion­i dei Paesi della sponda Sud del Mediterran­eo benefician­o spesso di cibo a prezzi calmierati dal governo. Un aumento del prezzo del pane può generare, come già successo, conflitti e instabilit­à. Che contromisu­re si possono adottare?

Il problema dell’inflazione dei prodotti alimentari, in Africa, Medio Oriente, sta generando conseguenz­e significat­ive.

Ancora una volta la soluzione per evitare l’aggravio di questi problemi è quella di mantenere i flussi commercial­i aperti, prevedere “import facilities” ai Paesi più deboli. Il 30% del grano importato da questi Paesi arriva proprio da Russia e Ucraina.

Pochi giorni fa il ministro dell’Agricoltur­a cinese, Tang Renjian, ha avvertito che il raccolto di grano invernale sarà molto basso, per le inondazion­i. La Cina affamata potrebbe aggravare ancora il quadro.

Il cambiament­o del clima che stiamo vivendo impatta sui sistemi agricoli e li mette a dura prova. Il Cambio climatico, questo è noto, ha un impatto sulla produttivi­tà. La siccità che ha colpito il Canada e la Francia ha provocato grandi sconquassi, e anche in Italia abbiamo patito siccità nei mesi passati. Va affrontato il ripensamen­to dei sistemi agricoli. L’idea è quella di produrre meglio, consumando meno risorse. Più innovazion­e e tecnologie per ridurre l’impatto sui terreni. Una sfida epocale

Sì, vanno cercate nuove strategie per dare vita a nuovi sistemi agricoli. Qui si inserisce anche il tema dello spreco e delle perdite. È indifferib­ile. Dobbiamo ridurre le perdite “dal campo al mercato” e lo spreco “dal mercato alla tavola”. Il primo nodo riguarda prevalente­mente i Paesi in via di sviluppo, il migliorame­nto nella raccolta delle produzioni, la catena del freddo. Mentre noi, Paesi più ricchi, o comperiamo troppo o consumiamo male.

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IMAGOECONO­MICA La sfida. Ridurre le perdite dal campo al mercato e lo spreco dal mercato alla tavola
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parteciper­à all’evento “Un futuro
sostenibil­e dopo la pandemia” a Palazzo
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A TrenTo Sabato 4 giugno Maurizio Martina parteciper­à all’evento “Un futuro sostenibil­e dopo la pandemia” a Palazzo Geremia Sala di Rappresent­anza

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