« Piano di sostegno per l’agricoltura ucraina »
« Preoccupazioni evidenti » . Esordisce così Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ci risponde al telefono da Lodz, in Polonia, dove partecipa a una Conferenza regionale sulle conseguenze della guerra e sulla sicurezza alimentare. Presenti i Paesi della Ue, la Russia, l’Ucraina, la Turchia, Israele. Un parterre di primo piano per un’emergenza acclarata in cui si suggerisce l’adozione di misure emergenziali e ci si auspicano interventi strutturali.
Il Covid, la crisi climatica e la guerra. La crisi alimentare che ne consegue è stata tratteggiata pochi giorni fa dal World food programme dell’Onu e ha solo tinte fosche. « Un bambino che muore di fame è un bambino assassinato » , scrisse Jean Ziegler, relatore speciale all’Onu per il “Diritto all’alimentazione”. Che tipo di misure sono applicabili per tamponare il problema e, in un secondo momento, varare dei programmi più articolati?
La situazione è critica. Le indicazioni che offriamo sono queste: mantenere i flussi commerciali aperti, non ripiegare sui protezionismi, imparare dalle lezioni passate, diversificare gli approvvigionamenti. Sono necessarie azioni di sostegno ai milioni di persone coinvolte nel conflitto e a chi patisce insicurezza alimentare. I Piani di assistenza vanno declinati con modalità diverse, da Paese a Paese.
Che si può fare in Ucraina? Possiamo distinguere tra misure emergenziali e strutturali?
Da soli non ce la fanno. È una crisi seria, serve un piano di sostegno dedicato agli agricoltori. Micro interventi di assistenza finanziaria e al tempo stesso sostegno economico alla famiglia. Aiutare le semine che in Ucraina sono drasticamente crollate. Il 30% non potrà essere seminato. Il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, ha annunciato un aiuto di 2 milioni di euro per questa attività. L’Unione europea ha una posizione unitaria, è consapevole delle necessità dei sistemi agricoli e alimentari.
Sì, però la Ue ha bloccato degli Ogm con la stessa logica applicata nel 2001. Ora chi ha vinto il Nobel per la Chimica nel 2020, può proporre, con la tecnologia Crispr, soluzioni davvero innovative ( con l’impiego della proteina Cas9, una sorta di forbice molecolare in grado di tagliare un Dna bersaglio, che può essere programmata per effettuare modifiche al genoma di una cellula, sia animale, umana o vegetale). Che ne pensa ?
Sì, ci sono nuove biotecnologie sostenibili, nuove frontiere della ricerca, non paragonabili ai vecchi Ogm che davvero offrono una prospettiva nuova. Quando ero ministro dell’Agricoltura proposi di deliberare un quadro giuridico della Ricerca genetica vegetale. Abbiamo bisogno di queste tecniche al servizio dell’Agricoltura Ue. Ora sono disponibili delle novità assolute, spero che la Ue velocizzi le
procedure che mirano alla sostenibilità ambientale. Le evidenze scientifiche vanno nella direzione più confortante e la Ue deve davvero accelerare i suoi iter.
Quella attuale pare una tempesta perfetta. Una concatenazione di eventi sfavorevoli. Le popolazioni dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo beneficiano spesso di cibo a prezzi calmierati dal governo. Un aumento del prezzo del pane può generare, come già successo, conflitti e instabilità. Che contromisure si possono adottare?
Il problema dell’inflazione dei prodotti alimentari, in Africa, Medio Oriente, sta generando conseguenze significative.
Ancora una volta la soluzione per evitare l’aggravio di questi problemi è quella di mantenere i flussi commerciali aperti, prevedere “import facilities” ai Paesi più deboli. Il 30% del grano importato da questi Paesi arriva proprio da Russia e Ucraina.
Pochi giorni fa il ministro dell’Agricoltura cinese, Tang Renjian, ha avvertito che il raccolto di grano invernale sarà molto basso, per le inondazioni. La Cina affamata potrebbe aggravare ancora il quadro.
Il cambiamento del clima che stiamo vivendo impatta sui sistemi agricoli e li mette a dura prova. Il Cambio climatico, questo è noto, ha un impatto sulla produttività. La siccità che ha colpito il Canada e la Francia ha provocato grandi sconquassi, e anche in Italia abbiamo patito siccità nei mesi passati. Va affrontato il ripensamento dei sistemi agricoli. L’idea è quella di produrre meglio, consumando meno risorse. Più innovazione e tecnologie per ridurre l’impatto sui terreni. Una sfida epocale
Sì, vanno cercate nuove strategie per dare vita a nuovi sistemi agricoli. Qui si inserisce anche il tema dello spreco e delle perdite. È indifferibile. Dobbiamo ridurre le perdite “dal campo al mercato” e lo spreco “dal mercato alla tavola”. Il primo nodo riguarda prevalentemente i Paesi in via di sviluppo, il miglioramento nella raccolta delle produzioni, la catena del freddo. Mentre noi, Paesi più ricchi, o comperiamo troppo o consumiamo male.