Garavaglia: coordinare le misure per il mare
« Nel ddl concorrenza va riconosciuta la specificità dei porti turistici »
Un ministero del mare? « Un obiettivo ambizioso e complicato da realizzare ma di sicuro avere un’organizzazione chiara su un tema fondamentale è necessario. Lo dimostra l’esperienza del ministero del Turismo che prima non esisteva. Se non c’è un presidio arrivano poche risorse » : risponde così Massimo Garavaglia, titolare del dicastero istituito a febbraio 2021 con il governo Draghi, intervenuto al convegno di Confindustria dedicato all’economia del mare.
Quando poi le risorse sono disponibili vanno sfruttate. È il caso del Pnrr. « Ci sono misure che tirano e misure che non tirano, piuttosto che lasciare soldi nel cassetto facciamo una sana flessibilità, sarebbe una follia lasciare non spesi anche una sola parte di quei 200 miliardi » dice il ministro. Che cita come esempio il primo bando per il turismo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello per l’efficientamento energe
tico e la messa in sicurezza delle strutture ricettive da 600 milioni ( si veda Il Sole 24 Ore dell’ 11 maggio): « La richiesta è stata di 3 miliardi. È il caso di rifinanziare la misura perché è un peccato non sostenere investimenti che i privati farebbero per migliorare la qualità delle strutture » .
Il turismo « può essere uno dei pochi settori a dare una spinta al Pil » sottolinea Garavaglia che ha fornito numeri per i quali « finalmente possiamo essere positivi » : per il periodo
aprile- giugno le prenotazioni in Italia indicano una percentuale di saturazione della disponibilità delle strutture ricettive sui canali Ota ( Online travel agencies) migliore di Spagna, Grecia e Francia. « Per la prima volta da anni abbiamo un dato superiore del 10% rispetto alla Spagna, recuperiamo quote di mercato » . ha commentato il ministro. Ad aiutare è il progressivo superamento delle restrizioni legate al Covid ma il settore fa i conti con un’altra emergenza: il conflitto in Ucraina e l’azzeramento delle presenze russe ( 6 milioni nel 2019) che valgono « in media il 2% sul totale del fatturato del turismo » . L’obiettivo « è tornare già quest’anno ai numeri del 2019, obiettivo ambizioso e difficile » . La strada è in salita: l’anno scorso la parte estera della domanda turistica era cresciuta notevolmente (+ 57,5%) ma i livelli pre- crisi Covid erano ancora lontani (- 47,7% rispetto al 2019).
Quanto agli strumenti messi in campo per spingere la ripartenza il ministro ha parlato di promozione ( come quella in occasione di Eurovision « con un numero di contatti impressionante » e degli “ambassador” dell’Italia nel mondo) e investimenti mirati come il cicloturismo ( « In Italia vale 5 miliardi, in Germania 20, se arrivassimo ai livelli tedeschi recupereremmo un punto di Pil » ), treni storici, camperistica.
Garavaglia ha dato risposte anche ai rilievi, sollevati nel corso del convegno, sul ddl concorrenza ( bloccato al Senato sul nodo delle gare per il demanio balenare). In particolare sulla mancata distinzione tra stabilimenti balneari e porti turistici: « I porti turistici - ha riconosciuto il ministro - hanno una loro specificità, non sono spiagge, un’attenzione particolare per strutture su cui sono fatti investimenti importanti mi sembra legittima, porterò avanti questa istanza che condivido ma la competenza è del ministro delle Infrastrutture Giovannini, ne dovrò parlare con lui » . Infine sul tema dei canoni pregressi: « In generale è opportuna una revisione dei canoni e in quella sede va trovata una soluzione ai contenziosi in essere » .