Generali, caso comitati sul tavolo Consob
Il comitato nomine al lavoro Per il gruppo reazione « eccessiva » delle minoranze
« Il tema è all’attenzione degli uffici Consob » . L’esito del primo cda delle Generali è finito sul tavolo della Commissione. E non poteva essere altrimenti. Sebbene non esistano norme di rango primario o secondario che disciplinino la tematica della nomina dei comitati, l’assenza delle minoranze dagli organi endoconsiliari è qualcosa che va approfondito per capirne le ragioni. Ed è qui che le versioni si discostano. Generali fa sapere che con l’assemblea del 29 aprile si è entrati in una nuova epoca: quella della public company. In altre parole non ci sono soci a cui dover rendere conto, ma un board di indipendenti chiamato ad attuare il piano e come tale è l’unico soggetto deputato a governare la compagnia. Ed è per questa ragione che l’altroieri la società ha deciso di portare in consiglio una delibera che non prevedeva la costituzione del comitato per le operazioni strategiche suffragando questa scelta con un parere articolato nel quale di fatto si sostiene che non è un organo fondamentale, non a caso i competitor , come Allianz o Zurich non lo hanno e Axa lo usa solo per le operazioni superiori ai 500 milioni. In Italia, invece, tra le grandi aziende solo Pirelli e Tim sono dotate di un simile comitato, non lo sono gruppo bancari del calibro di UniCredit e Intesa Sanpaolo.
Il gruppo Caltagirone però è di parere opposto. Lo reputa un organo chiave che, peraltro, era presente anche nel precedente triennio. A tal riguardo va detto che, nonostante abbia carattere esclusivamente consultivo, su alcuni dossier caldi ha svolto un ruolo decisivo. Pure il precedente cda del Leone, che ha predisposto il parere di orientamento in vista dell’assemblea del 29 aprile, la pensava allo stesso modo ( tra l’altro otto degli attuali membri del cda erano presenti anche nel vecchio consiglio), magari non lo reputava fondamentale ma nel documento lo ha comunque definito opportuno. In altre parole consigliava di istituirlo.
Un cambio di prospettiva che i rappresentanti della minoranza non hanno gradito e come segno di protesta si sono dunque sfilati anche dagli altri comitati in cui erano stati inseriti. Una reazione definita « eccessiva » da Generali che al primo appuntamento importante per il futuro della compagnia si è trovata a dover fare i conti con un nuovo scontro interno. Il cui esito è tutto da scrivere. Il comitato nomine si è assunto l’onere di approfondire ulteriormente l’argomento e di valutare la possibilità di integrare il comitato per le operazioni strategiche in quello per gli investimenti che verrà presto costituito. Il faro della Consob però, nel mentre, è stato acceso. Sebbene non esistano norme a proposito, il codice di autodisciplina caldeggia la presenza di un rappresentante delle minoranze in ogni comitato e lo stesso parere di orientamento delle Generali lo prescrive. C’è da chiedersi dunque per quanto tempo i comitati potranno continuare a lavorare con questo assetto. Ivass a tal proposito monitora il corretto funzionamento degli organi mentre non interviene sulla formazione degli stessi.
Il prossimo appuntamento ufficiale del cda della compagnia è in calendario per il 18 maggio, giorno in cui verranno esaminati i dati del primo trimestre 2022. Difficile dire se il nodo verrà sciolto prima di quella data. Di certo la minoranza non sembra intenzionata a scendere dall’Aventino. Toccherà nuovamente alle diplomazie, in primis al presidente Andrea Sironi, provare a trovare la quadra per archiviare il primo inciampo.
Il TEmA Il gruppo Caltagirone chiede la costituzione del comitato per le operazioni strategiche, il cda è contrario