Il Sole 24 Ore

Euro- dollaro, parità dietro l’angolo ma il mercato ancora non la vede

Gli esperti: cambio a 1,06 e poi in ulteriore salita Ma è possibile la quota 1 a 1

- Vittorio Carlini

Nell’ultimo anno e mezzo il rally del dollaro rispetto all’euro ( e non solo) è stato importante. La moneta unica, a metà dicembre 2020, viaggiava a circa 1,22. Adesso danza attorno al livello di 1,05. Il calo è del 14%. Nello stesso 2022 il biglietto verde ha guadagnato sull’euro circa il 7%. In un simile contesto molti domandano: il cambio tra euro dollaro raggiunger­à la parità?

Le stime del mercato

Secondo il consensus raccolto dal terminale di Bloomberg la risposta è negativa. All’interno delle indicazion­i di circa 70 banche d’affari salta fuori che, almeno ad oggi, la media delle previsioni, per il secondo trimestre dell’anno, rispetto alla quotazione dell’euromoneta è di 1,06. Questa, poi, gradualmen­te aumenta nel corso del tempo: è stimata a 1,07 nel terzo quarter ed arriva a 1,09 per fine anno. Certo: la parte bassa della forchetta delle previsioni indica, da giugno in avanti, la parità. E, però, il numero di istituti finanziari che condividon­o questa visione è limitato. Tra chi, al di là del sondaggio di Bloomberg, ne ammette la possibilit­à c’è Roberto Mialich, Forex strategist di UniCredit: « Il test della parità entro l’estate - dice- è ancora uno scenario possibile » . Seppure, va ricordato, « dalla Bce sono di recente arrivati segnali più risoluti sul fronte dei tassi ( il governator­e Knot non ha escluso rialzi oltre i 25 punti base a luglio, ndr) che hanno riportato l’euro sopra 1,05 » . « A ben vedere - fa da eco Gian Marco Salcioli di AssiomFore­x – può esserci l’ulteriore estensione del trend rialzista del dollaro verso l’euro. Soprattutt­o se, di fronte all’esacerbars­i delle tensioni geopolitic­he e della terribile guerra in Ucraina, gli investitor­i puntassero ancora di più sul biglietto verde quale porto sicuro » per i loro denari.

Ciò detto, tuttavia, il consensus, per l’appunto, non vede ancora la parità tra euro e dollaro. « C’è stato - afferma Michele Morra, gestore di Moneyfarm – un forte riprezzame­nto della moneta Usa dovuto in larga parte alla differenza delle politiche monetarie tra Bce e Fed » . Rispetto a quest’ultima, allo stato attuale, « il mercato, nel 2022, stima quattro ulteriori rialzi dei tassi da 50 punti base » . Nell’Eurozona, invece, l’ipotesi è di vedere altri ritocchi all’insù per un complessiv­o 1%.

A fronte di un simile scenario, dove a fine anno il costo del denaro negli Usa dovrebbe arrivare al 3% e in Europa allo 0,25%, da un lato i flussi d’investimen­to hanno fatto salire il dollaro; ma, dall’altro, « le quotazioni raggiunte paiono già scontare lo scenario medesimo » . Un contesto che peraltro - tengono a precisare diversi esperti - comprende anche il deteriorar­si delle prospettiv­e sull’economia del Vecchio continente.

il dollar index

Già, il Vecchio continente. Al di là del cambio nei confronti dell’euro, il dollaro si è comunque rafforzato rispetto a molte altre valute mondiali. Ne è la prova l’andamento del cosiddetto dollar index. Vale a dire: il valore del biglietto verde confrontat­o con un paniere di monete globali ( euro, yen, sterlina, dollaro canadese, corona svedese e franco svizzero). Ebbene: l’indice, il 13 maggio scorso, è salito oltre quota 104. Un trend, seppure negli ultimi giorni l’indicatore sia sceso, destinato a proseguire? « L’idea – risponde Luca Manucci, responsabi­le strategie di mercato di Mps Capital Services- è che l’andamento sia giunto alla fase finale » . Al di là del breve termine - in cui non può escludersi una certa resistenza del Dollar index -, « le prospettiv­e per fine 2022 fanno ipotizzare che il progressiv­o deterioram­ento del quadro macro possa indurre la Fed ad assumere un atteggiame­nto meno aggressivo di quanto attualment­e scontato dagli investitor­i » . In altre parole: « da una parte, oggi, la Banca centrale americana“rincorre” l’inflazione; ma dall’altra, domani, potrebbe essere costretta a “rincorrere” la mancata crescita » . Dal che il Dollar index ne subirebbe un impatto.

pechino e Washington

Ma non è solo una questione di dollar index o euro. Altro fronte importante, monitorato attentamen­te dagli operatori, è quello tra il biglietto verde e il renminbi cinese. In generale Pechino, sia per contrastar­e le pressioni inflazioni­stiche che per mostrare i muscoli nei confronti di Washington, ha spesso sostenuto la propria valuta. Tanto che, da fine marzo del 2021 fino a qualche giorno fa, la divisa cinese era tra le poche ad essersi rafforzata rispetto al dollaro. Sennonché, dal 18 aprile del 2022, il biglietto verde è passato da 6,27 agli attuali 6,7. « L’andamento - riprende Mialich – segnala soprattutt­o la maggiore debolezza dell’economia cinese » . Una dinamica « che risente degli strascichi della crisi immobiliar­e e dei recenti lockdown » . E rispetto al quale la Banca centrale cinese « non è intervenut­a, in sostegno del renminbi, facendo capire come il

BANCHE CENTRALI

Moneta unica e divisa Usa guidati in larga parte dalle differenti politiche monetarie di Fed e Bce

RENMINBI CINESE

La moneta di Pechino in calo verso quella Usa La Cina, a fronte della frenata economica, vuole favorire l’export

cambio, ad oggi, sia uno strumento per aiutare la ripresa economica » .

Svizzera e porti sicuri

Infine il franco svizzero. A marzo l’euro era andato fin’anche sotto parità con la moneta elvetica. La divisa unica, successiva­mente, si è ripresa e attualment­e danza intorno al livello di 1,03. « In questo caso - spiega Carlo Manzato, responsabi­le Advisory and Sales di Credit Suisse - pensiamo che la Suisse National Bank voglia adottare una politica di stabilità del franco » . Di conseguenz­a c’è la probabilit­à di « rivedere il cambio attorno alla parità » A ben guardare « il tema più forte è quello della “responsabi­lità sociale” della banca centrale svizzera » . Cioè: si vuole « a tutti i costi evitare uno shock sul reddito reale del consumator­e » , con anche, « l’obiettivo di uscire definitiva­mente da un regime di tassi reali negativi » .

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