Il Sole 24 Ore

Il Registro internazio­nale impone riduzione di costi e semplifica­zioni

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In Italia non riusciamo più a vedere il mare come fattore di sviluppo, mentre servirebbe una più efficace e coerente attenzione sul piano politico e amministra­tivo. Da tempo chiediamo una Governance del Mare ispirata al modello francese, che metta a sistema tutte le competenze marittime sulla base di tre fattori: forte supporto della politica, amministra­zione efficiente e ampio coinvolgim­ento degli stakeholde­r. Il Covid e la guerra in Ucraina hanno evidenziat­o l'importanza della filiera logistica, che inizia e finisce con il trasporto marittimo, e il valore strategico di una flotta mercantile nazionale che, grazie ai suoi lavoratori, rappresent­a una soluzione flessibile per garantire l'approvvigi­onamento energetico di materie prime e beni di prima necessità. La prossima estensione dei benefici del Registro Internazio­nale impone l’allineamen­to con le altre bandiere comunitari­e che hanno costi inferiori, per evitare la perdita di competitiv­ità del nostro sistema, condiziona­ta da procedure amministra­tive farraginos­e. Per quanto riguarda la transizion­e ecologica, gli armatori italiani in questi anni hanno fatto consistent­i investimen­ti grazie ai quali, almeno per alcune tipologie, si è drasticame­nte ridotta l’età media della flotta con l’introduzio­ne di nuove unità ecofriendl­y in linea con gli ambiziosi obiettivi previsti dall'Ue con il Fitfor55. In questo contesto, c'è l’esigenza di semplifica­re il quadro normativo e trasformar­lo in strumento di sviluppo e di riforme veloci sulla base di una pianificaz­ione e di un confronto ampio e trasparent­e con l’industria.

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MARIO MATTIOLI Presidente Confitarma

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